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mercoledì 25 settembre 2013

Il papa emerito Benedetto XVI scrive a Odifreddi su Repubblica (e lo demolisce)

Oggi Repubblica ha pubblicato una lettera di Joseph Ratzinger a Piergiorgio Odifreddi, matematico ateo e autore di “Caro Papa, ti scrivo” Pagina originale
benedetto-xvi-jpeg-crop_displayTratto dalla Repubblica. La missiva, come spiega oggi Piergiorgio Odifreddi, gli è stata consegnata il 3 settembre ed è datata 30 agosto. Consta di 11 fitte pagine di protocollo. Sul quotidiano ne sono stati pubblicati alcuni stralci. La versione integrale sarà pubblicata sul prossimo volume del matematico.Ill. mo Signor Professore Odifreddi, (…) vorrei ringraziarLa per aver cercato fin nel dettaglio di confrontarsi con il mio libro e così con la mia fede; proprio questo è in gran parte ciò che avevo inteso nel mio discorso alla Curia Romana in occasione del Natale 2009. Devo ringraziare anche per il modo leale in cui ha trattato il mio testo, cercando sinceramente di rendergli giustizia.
Il mio giudizio circa il Suo libro nel suo insieme è, però, in se stesso piuttosto contrastante. Ne ho letto alcune parti con godimento e profitto. In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell’avventatezza dell’argomentazione. (…)

martedì 24 settembre 2013

Fede e scienza spiegate dal Papa Emerito

Joseph Ratzinger invita Piergiorgio Odifreddi a raccogliere più informazioni sulla vita e la storia di Gesù Cristo e a considerare di più libertà e amore

La Repubblica online ha pubblicato in data odierna alcune parti di una lettera che il papa Emerito Benedetto XVI ha inviato al prof. Piergiorgio Odifreddi.


Il matematico piemontese è noto in Italia per le sue provocazioni contro la religione cattolica.
Secondo quanto riportato dal sito on line, Joseph Ratzinger ringrazia il matematico piemontese “per aver cercato fin nel dettaglio di confrontarsi con il mio libro (Introduzione al Cristianesimo ndr) e così con la mia fede; proprio questo è in gran parte ciò che avevo inteso nel mio discorso alla Curia Romana in occasione del Natale 2009. Devo ringraziare anche per il modo leale in cui ha trattato il mio testo, cercando sinceramente di rendergli giustizia”.
Odifreddi ha chiesto al Pontefice Emerito di commentare il suo libro pubblicato nel 2011 “Caro Papa, ti scrivo” e Ratzinger ha risposto: “Il mio giudizio circa il Suo libro nel suo insieme è, però, in se stesso piuttosto contrastante. Ne ho letto alcune parti con godimento e profitto. In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell'avventatezza dell'argomentazione”.
La risposta del Pontefice Emerito è giunta ad Odifreddi il tre settembre. Una lettera di undici pagine riportate solo in parte dall’articolo pubblicato da La Repubblica.
Il testo integrale della lettera di Benedetto XVI verrà riportato in un libro che il professore piemontese sta scrivendo.
Come è noto, Odifreddi è solito argomentare lanciando accuse, con particolare accanimento contro la religione ed in particolare contro la teologia.
A questo proposito Ratzinger ha scritto: “Più volte, Ella mi fa notare che la teologia sarebbe

lunedì 23 settembre 2013

Dove la Scrittura dice che le donne non possono diventare sacerdoti?

Ask a Priest - Where in Scripture Does It Say That Women Cannot Be Priests?


Perché la Chiesa non ammette donne prete? Volendolo spiegare, bisogna trovare un supporto nella Scrittura. I cristiani hanno sempre seguito l'insegnamento che non si possono avere donne sacerdote?

Bisognerebbe guardare a questo problema da una prospettiva diversa. Dove possiamo trovare nella Sacra Scrittura l'ordinazione di donne sacerdote? Vi sono state donne sacerdote nei 1.500 anni prima della separazione delle chiese protestanti? C'erano donne sacerdote nei quattro secoli e più delle chiese protestanti? Ci sono donne sacerdote in una delle chiese ortodosse o orientale?

Quindi, arriviamo all'ultimo paio di decenni del Novecento e ora si pretende che vi sia evidenza scritturale per le donne sacerdote? Dopo quasi duemila anni di assenza di donne sacerdote nella Chiesa cattolica, nelle Chiese ortodosse, nelle Chiese protestanti, perché si chiedono prove scritturali?

Né la Scrittura, né la storia, né la tradizione di ogni chiesa cristiana supportano il concetto di sacerdozio femminile. Ecco il link alla lettera apostolica di Giovanni Paolo II ai vescovi della chiesa cattolica sull'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini (Ordinatio sacerdotalis).

sabato 7 settembre 2013

Lumen Fidei: "Ci vergogneremo di Dio in pubblico?"

Nell'epoca della postsecolarizzazione, il cristiano di norma è latitante. Ciò rischia di farci "vergognare di Dio", rendendo latitante il Vangelo nella nostra società.

 Roma    

Al paragrafo 55 dell'enciclica Lumen Fidei c'è una domanda aperta e inquietante che provoca una profonda riflessione: "Ci vergogneremo di Dio in pubblico?". Tale quesito dovrebbe interrogare ogni cattolico, anzi ogni cristiano di diversa denominazione. L'enciclica di Papa Francesco, scritta a quattro mani con il Papa emerito Benedetto XVI, afferma che Dio non si vergogna di essere chiamato in pubblico, ed infatti “prepara per loro una città” (Eb, 11-16). "Saremo forse noi a vergognarci di chiamare Dio il nostro Dio?" si legge, "saremo noi a non confessarlo come tale nella nostra vita pubblica, a non proporre la grandezza della vita comune che Egli rende possibile?".


E’ del tutto chiara la cesura totale che questa domanda pone ad una visione fideistica e materialista della fede cristiana. La Lumen Fidei, come del resto tutta la Dottrina Sociale della Chiesa, ribadisce che senza Dio non si può costruire una città terrena che sia pienamente umana.

domenica 1 settembre 2013

Il Signore è il Dio che stronca tutte le guerre

Quattro suore trappiste di un convento al confine col Libano inviano una lettera al sito Oraprosiria, invitando a pregare per la regione e "a resistere con tutte le nostre forze" per non perdere la speranza

Riportiamo una lettera inviata, giovedì 29 agosto, al sito Oraprosiria da quattro suore trappiste, residenti in un monastero cistercense su una collina in un villaggio maronita al confine col Libano, fra Homs e Tartous. Nel messaggio le religiose esprimono la loro disperazione per le tragedie che ogni giorno feriscono la Siria, ma allo stesso tempo incoraggiano a pregare per la regione e a non perdere la speranza perché "il Signore è il Dio che stronca le guerre". Di seguito il testo integrale della lettera:


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Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…». «Il Signore dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte»… «ascolta o Dio la voce del mio lamento, dal terrore del nemico preserva la mia vita; proteggimi dalla congiura degli empi, dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare… Si ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli, dicono: “Chi li potrà vedere? meditano iniquità, attuano le loro trame. Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso”. Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a lui l’accordo del salmo e della lode, esaltate e invocate il suo nome. Poiché il Signore è il Dio che stronca le guerre. “Signore, grande sei tu e glorioso, mirabile nella tua potenza e invincibile”».

Era di sangue blu e scelse di diventare il principe della strada

La beatificazione di Vladimir Ghika rivela al mondo un personaggio straordinario che praticò la carità come fosse liturgia. Così l'eucaristia passò dall'altare alle strade del mondo

Era un principe di religione ortodossa, divenne cattolico, praticò la “liturgia del prossimo” visse e abitò tra malati, poveri, bisognosi, vagabondi, detenuti. Indicò nella carità la strada in cui cattolici e ortodossi potevano incamminarsi per tornare insieme. Papa Pio XI lo indicò come "grande vagabondo apostolico". Jacques Maritain disse di lui: "Principe nel mondo e per una vocazione più alta, Sacerdote di Cristo". La sua testimonianza fu così forte da convertire anche i più arrabbiati contro Dio. Anche l’Imperatore giapponese chiese la sua benedizione.
Il regime comunista lo temeva al punto da torturarlo e imprigionarlo all’età di 80 anni. Lo abbandonarono seminudo nell’infermeria del carcere dove morì il 16 maggio 1954. Ieri, 31 agosto è stato beatificato a Bucarest.
Stiamo parlando di Vladimir Ghika, un personaggio leggendario, un santo.