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giovedì 24 dicembre 2015

Gesù Cristo figlio di Dio liberaci dal male


L'ondata di violenza arrivata nel cuore dell'Europa impone una risposta adeguata. Contro la cultura della morte, che accomuna terrorismo islamico e nichilismo occidentale, irrompe la nascita di Gesù che ci fa partecipi di una certezza di vita e fa rinascere la Speranza. Con queste parole i Diaconi Prenestini  augurano a tutti un Santo Natale.

martedì 22 dicembre 2015

Fratelli Musulmani da tutto il mondo, riuniti in Lombardia

di Valentina Colombo                                  22-12-2015
Musulmani in moscheaIl 19 e il 20 dicembre l’hotel Barone dei Sassj di Sesto San Giovanni ha ospitato il convegno internazionale “Il ruolo del waqf nella costruzione di società e organizzazione di volontariato in Europa” tra i cui sponsor figurano il Centro Islamico di Sesto San Giovanni, l’Islamic Research and Training Institute di Jedda in Arabia Saudita – membro dell’Islamic Development Bank - il Segretariato generale degli awqaf dello Stato del Kuwait.
Innanzitutto occorre chiarire la parola waqf che indica un bene in manomorta, in altre parole una fondazione pia islamica il cui fine, oltre a manifestare la pietas del singolo, è di garantire la conservazione del bene e la sua inalienabilità̀. Il waqf una concessione gratuita di usufrutto, con l’intenzione di far opera grata a Dio con la peculiarità̀ che si rinuncia solo al godimento della cosa salva restando la proprietà̀ di cui rimane investito il costituente, secondo alcune scuole giuridiche, o Allah, secondo altre. Ebbene anche in Italia esiste un waqf poiché, come si legge sul sito personale dell’imam Ali Abu Shwaima, “lo sviluppo della presenza islamica in Italia con la conseguente creazione di luoghi di culto in enti immobiliari presi in affitto e l'esigenza di sottrarre detti luoghi di culto ai condizionamenti dei contratti di locazione nelle diverse località di

Di peccato, colpa, pena non si parla più perché sono verità «scomode». Ma così il cristianesimo svanisce

Gentile Magister,

Di peccato, colpa, pena non si parla più perché sono verità «scomode». Ma così il cristianesimo svaniscenon sono una personalità come Gotti Tedeschi, né una teologa, né altro di speciale. Sono una insegnante di religione in un liceo e dopo aver letto il suo articolo sulle indulgenze e il purgatorio messi in soffitta, e le prime reazioni su Settimo Cielo, voglio solo condividere alcuni spunti di riflessione.

Devo constatare che proprio in ambito ecclesiale e non solo nella vita quotidiana non si parla più o si parla in modo marginale di peccato o di peccati, di colpe o di pene. I miei alunni, soprattutto quando cominciano a leggere la Divina Commedia, mi chiedono invece spiegazioni proprio su questi temi e mi ascoltano con estremo interesse.

Mi rendo conto che quando parlo di cristianesimo e dunque narro la storia di Gesù fino alla morte e alla risurrezione, li vedo spiazzati: non hanno minimamente l'idea di cosa sia il peccato, l'aldilà, il perché della croce... Niente. Eppure molti sono cresimati, tutti sono battezzati e tutti hanno fatto la prima comunione.

Spesso noto che proprio a causa del silenzio su questi temi e della conseguente non conoscenza, loro non capiscono neanche per quale motivo si dovrebbe essere buoni o cattivi, o anche cristiani anziché altro. È talmente chiaro che se dal mosaico togli dei pezzi importanti non se ne comprende più il senso.

Ho notato anche che, quando negli anni ho annacquato le lezioni per renderle più alla portata dei miei alunni, non ho suscitato in loro il minimo interesse. Quando invece ho parlato a loro in verità e con chiarezza ho visto partecipazione, passione, inserimento di nuovi ragazzi e frutti impensabili.

Non voglio trarre conclusioni di alcun tipo, antropologiche, filosofiche o sociologiche. Ma semplicemente dire che forse stiamo snaturando il messaggio di Cristo e in questo modo non facciamo il bene di nessuno.

Grazie di cuore.

Giusy Leone

C'è un vescovo a Ratisbona, e quel vescovo prende di petto la Conferenza episcopale tedesca


C'è un vescovo a Ratisbona, e quel vescovo prende di petto la Conferenza episcopale tedescaIl vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, ha criticato duramente la Conferenza Episcopale tedesca per un volantino, distribuito qualche settimana fa, in cui si afferma che una forma di teoria del genere non estremistica è “basilarmente compatibile con la fede cattolica”.  
Il presule cattolico celebrava la festa di S. Wolfgang, vescovo di Ratisbona da poco prima dell’anno Mille. Il ministero pastorale del vescovo, ha detto, “include il dovere e la responsabilità di agire come un guardiano, di alzare la sua voce, se necessario, per richiamare l’attenzione alle discrepanze o agli errori, per quanto ciò possa essere opportuno o inopportuno”.  
E ha aggiunto: “Di recente è sorta di nuovo questa necessità”. Voderholzer ha notato che la conferenza episcopale ha pubblicato un volantino in cui “era scritto che queste teorie sono basilarmente compaatibili con la fede cattolica, in contrasto con le forme estreme di gender mainstream, e rivendica di stare formulando la posizione cattolica su questo tema”. “Nella mia opinione, questo appare impossibile – in fine, non esiste qualche cosa che sia il ‘gender light’. Il concetto abbassa il ponte levatoio e apre i cancelli a posizioni irriconciliabili con la fede cristiana. E il volantino non solo manca di presentare la posizione cattolica, la lascia fuori completamente”. Fra l’altro il presule ha notato che il volantino “è stato diffuso a nome della Conferenza Episcopale, di cui sono membro, senza che io avessi visto in precedenza il contenuto e tanto meno senza averlo approvato”.  
Fra l’altro, il volantino si guarda bene dal menzionare per il lettore “il largo numero di dichiarazioni che riguardano le teorie del genere, anche se non ce n’è carenza”. Il presule ricorda che il Papa si è espresso in maniera critica almeno otto volte.  
Il volantino, dice il vescovo, sostiene che “le teorie di genere sono un importante contributo al servizio dell’uguaglianza di tutti gli uomini, mentre l’ostilità che tali teorie esprimono verso la creazione divina è attribuibile solo alle esagerazioni di una piccola minoranza”; ma afferma il vescovo, “la teoria del genere implica una negazione della natura di uomo e donna”. E ha concluso: “L’essenza dell’uomo e della donna è il potenziale di diventare un padre e il potenziale di divenatre una madre, rispettivamente. Questi non sono ruoli scambiabili”. 
Se questo accade nella Chiesa centralizzata e controllata da Roma, sarà interessante vedere che cosa succederà nella Chiesa decentralizzata del futuro...

L'umiliazione è la mangiatoia che, sola, può accogliere l'Opera più bella di Dio




Natale è umiltà. E’ una Donna umile ebbra di gioia. Maria, immacolata sin dalla concezione, priva del veleno che ci distrugge la vita, la superbia che tiene Dio fuori dalla porta. L’inganno che ci fa credere d'essere quel che non siamo, e dilapidare tutte le nostre energie per diventare quello che non saremo mai. Immaginare futuri impossibili, cambi di marcia, le ore cucite sui sogni bambini che rincorrono professioni e mestieri da fare quando si diventerà grandi. Grandi, sempre più grandi, in amore, al lavoro, nello sport, ovunque e sempre. Anche quando non riusciamo, e il volto s'appesantisce di pensieri depressi, nell'acre malessere di chi non riesce a smaltire la sbornia dei sogni infranti, degli ideali spezzati, dei progetti falliti. Per questo Maria e Giuseppe per consegnare Gesù al mondo non hanno trovato se non una misera stalla. Meglio così, a Lui non si addice nessuna delle nostre torri di Babele lanciate in improbabili scalate alla divinità. Lui è la Verità, e cerca il vero. Cerca Maria, lo scrigno della Verità. Dio “ha guardato” alla sua “umiliazione”,

lunedì 21 dicembre 2015

DAGLI SCRITTI DI GEORGE BERNANOS


Immaginiamo che, per assurdo, nel giorno della festa di santa Teresa di Lisieux, uno di questi insopportabili chiacchieroni, al suo posto faccia salire sul pulpito un non credente, di media intelligenza.
Devoti e devote, io non condivido la vostra fede, ma la storia della Chiesa, della vostra Chiesa, è forse più familiare a me che a voi. Io l’ho letta, ma mi pare che non ci siano molti parrocchiani che potrebbero dire altrettanto. Mi sbaglio? Gli interessati alzino la mano! Fedeli, è bello che voi lodiate i vostri santi. È giusto che voi vi rallegriate per loro.
Ma scusatemi! Non posso credere che essi abbiano tanto sofferto e combattuto solo per permettervi di fare delle belle feste. E feste, peraltro, che restano solo vostre, giacché migliaia di poveri diavoli non hanno mai sentito parlare di questi eroi. E chi non conosce i santi, permettetemi, non può proprio contare su di voi!
Noi, i non credenti, non conosciamo i santi, ma, scusatemi, mi sembra che neppure voi li conosciate in modo serio. Chi di voi sarebbe capace di scrivere venti righe sul suo Santo protettore?
Ma scusatemi, che razza di fede è questa? Questi mediocri per noi sono infelici perché ipocriti. E questo ci procura tanta tristezza. Ed ecco una grande differenza tra noi e voi: voi non vi interessate dei non credenti, ma i non credenti s’interessano enormemente a voi.
Già noi ci interessiamo a voi, ma rimaniamo proprio delusi!
Vi studiamo, vi scrutiamo e che scopriamo? Molti fra voi agiscono per interesse; altri vivono una fede che non cambia nulla nella loro vita. Non c’è nulla di più grottesco che vedervi parlare, come tutti, delle vicende di questo mondo. E la vostra morale poi non differisce molto da quella comune.
Che mediocrità. E dove sta l’eroismo?
Léon Bloy affermava giustamente che un cristiano,se non è un eroe non è che un porco.
Devoti e devote, devo confessarvi che il vostro vocabolario ci fa sognare. Per esempio, quel termine misterioso: stato di grazia.
Quando uscite dal confessionale siete in “stato di grazia”. Stato di grazia. E che vi devo dire? Non si vede proprio. Noi continuiamo a chiederci:«ma che ne fate della grazia di Dio?» Ma dove diavolo la nascondete la vostra gioia?
Sì è vero, noi, come gli uomini del Vecchio Testamento, abbiamo il nostro vitello, noi sogniamo un Messia carnale che si chiama Progresso, Scienza. Potete dire quello che volete, ma non potete affermare che siamo stati noi ad aver crocifisso il Salvatore.
E com’è che non vi stupite che il Buon Dio abbia riservato le sue più dure maledizioni a dei

La danza della fede

Arriva il Natale, e viene a fare nuove tutte le cose. Anche ogni nostra relazione. La Visitazione della Vergine Maria ad Elisabetta è una profezia e un annuncio per tutte le coppie di sposi, per i fidanzati, per ogni relazione tra genitori e figli, tra fratelli, parenti, amici, colleghi di lavoro, vicini di casa. Dio si è fatto carne per mezzo di un Annuncio che ha catapultato Maria nello stesso zelo che avrebbe divorato il suo Figlio. Lo zelo per la "sua" casa, per la vita di ogni uomo. Maria corre verso Elisabetta nella fretta di vedere compiute in lei le parole che ha ascoltato, perché ogni annuncio è legato indissolubilmente ai segni che Dio offre come appoggio sicuro per credere. 
La "beatitudine" di Maria è svelata proprio da Elisabetta, il segno che l'Angelo le aveva annunciato. La fede autentica non è mai un salto nel buio, ma un cammino sulle orme disegnate da Cristo con le opere concrete che indicano la

Il coraggio di annunciare a tutti il Natale

di Angela Pellicciari                                 21-12-2015
La Natività del CaravaggioTempo di Natale, tempo di allegria, di pace, ma anche, di questi tempi, tempo di battaglia. Perché a Natale si fa festa? Perché è successo un evento inimmaginabile: Dio si è incarnato. È sceso sulla terra perché era l’unico modo per salvarci. Tempo in cui tutta la creazione si rallegra. Tutte le cose tornano nuove e rivivono dopo la morte che ci aveva regalato il peccato. In Italia, grazie alla presenza di Roma e alla scelta fatta da Dio in favore di Roma, la nostra storia, come popolo, come nazione, ha sempre celebrato con grandissima solennità il Natale. Con fede e con cultura. Con canti. Canti popolari, musica sacra, dipinti, statue, presepi meravigliosi. Con poesie, con educazione dei bambini, con catechesi.
Negli ultimi tempi ci siamo abituati a non disturbare. A non “imporre”, così si dice, la nostra identità. E quindi nelle scuole non si fanno più presepi né canti di Natale. Si canta altro. In inglese per lo più. Ma comunque altro. Facciamo silenzio. Non imponiamo la nostra storia. Non ingombriamo. Ci facciamo piccoli piccoli. Anzi, scompariamo. Non creiamo conflitti. Così quelli che ospitiamo a casa nostra non potranno che dire bene di noi e non ci faranno esplodere con le bombe. Non ci contesteranno.
Ma io mi chiedo: come facciamo a stare zitti? Come facciamo a non annunciare, a non gridare dai tetti per così dire, che è nato il Salvatore? Colui che ci salva. Ci salva dall’orrore della morte che ci terrorizza tutti durante tutta la vita. Come facciamo a stare zitti? Forse che i musulmani non hanno diritto di ascoltare anche loro questa notizia strabiliante, bellissima, di Dio che si fa bambino, che nasce da una Vergine, che prende la nostra carne per portarla in cielo?
Questo è il regalo. L’unico regalo. Il regalo più bello: la nascita di Gesù. Altro che babbo Natale. Bimbo che nasce, non

sabato 19 dicembre 2015

Tutto di noi è stato redento

Commento al Vangelo della IV domenica di Avvento 2015 (Anno C) -- 20 dicembre 2015

Don Antonello Iapicca | | Takamatsu           



Vetrata della Visitazione nella chiesa di Saint-Jacques a Liegi, BelgioIl Signore viene a visitarci sempre attraverso una carne concreta, il seno purissimo di Maria, tabernacolo della presenza di Dio. Ambasciatrice dell'amore di Dio, è sempre Lei che ci visita e ci dona il Signore, celato nelle Sue castissime viscere.
Lei è l'immagine più fedele della storia di salvezza che Dio ha preparato per ogni uomo, lo specchio fedele di quel che accade ogni giorno nelle nostre povere vite: Dio incarnato, adagiato nel seno d'una donna, disceso alla nostra vita, per impregnare del suo amore le nostre ore.
In noi è già seminato il miracolo d'una vita celeste, come lo fu Giovanni per Elisabetta. Proprio ora è vivo in noi qualcosa che le nostre forze, le nostre opere, i nostri desideri non hanno avuto il potere di generare. Sterili siamo, come ogni uomo, incapaci di darci vita, e di donarla. Sterili per accogliere la Grazia.
Come Elisabetta intuiamo e cominciamo a sperimentare la novità, ma abbiamo bisogno d'una visita perché il miracolo di Grazia si schiuda in un canto di lode. Viviamo l'amore di Dio dentro di noi, ne sentiamo spesso tutta la portata soprannaturale, proprio come una donna incinta vive ogni cosa in modo particolare, afferrata da una presenza interna, misteriosa che le appartiene e, allo stesso tempo, le sfugge.
Ma, con Elisabetta, abbiamo bisogno di Maria, immagine della Chiesa, e del “saluto” che il nostro

mercoledì 16 dicembre 2015

Il “miracolo” della Porta Santa di Zhengding: 10mila cattolici sotterranei celebrano il Giubileo senza arresti


zhd1Roma (AsiaNews) – “È un miracolo! È una protezione del Cielo!”: è il commento di alcuni cattolici della comunità sotterranea di Zhengding (Hebei) dopo quello che è avvenuto domenica 13 dicembre. Circa 10mila fedeli di Zhengding, Lingshou, Pechino, Baoding si sono radunati davanti alla cattedrale (v. foto) per celebrare insieme l’inizio del Giubileo e l’apertura della Porta santa. Il “miracolo” è che la polizia, sempre presente davanti alla chiesa, non ha fatto nulla per impedire il gesto e non ha arrestato nessuno. E (forse) un miracolo ancora maggiore è che a presiedere la liturgia, durata dalle 8.30 del mattino fino alle 12.30, vi era il vescovo mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo non riconosciuto dal governo, agli arresti domiciliari da anni perché si rifiuta di iscriversi all’Associazione patriottica, rimanendo fedele al papa. L’Associazione patriottica è l’organismo di controllo del Partito, che ha lo scopo di edificare una Chiesa cattolica indipendente dal pontefice.
Mons. Jia Zhiguo è controllato giorno e notte e vive affianco alla cattedrale di Zhengding. Spesso egli viene portato via per una o due settimane “in vacanza”, ossia per corsi di indottrinamento e di lavaggio del cervello per convincerlo ad aderire all’Associazione patriottica.
Nonostante ciò, “è stupefacente – commenta una suora – che così tante persone abbiano potuto radunarsi per così tanto tempo e nessuno sia stato arrestato. È probabile che vi fossero poliziotti in borghese, mescolati alla folla, ma non è successo nulla”.
L’apertura solenne della Porta santa a Zhengding è stata preceduta da una processione e poi da una serie di letture tratte dalla Misericordiae Vultus, la bolla di papa Francesco per l’indizione del Giubileo. Dopo l’apertura della Porta, si è svolta la cerimonia eucaristica. Per l’occasione, quel giorno vi era solo quella messa.
Da anni il governo cinese tenta di eliminare le comunità sotterranee, non registrate, che compiendo atti religiosi fuori controllo, si macchiano di azioni “criminali”. Per questo molto spesso i sacerdoti implicati sono imprigionati. Negli ultimi mesi si registra pure una forte pressione verso i sacerdoti e i vescovi sotterranei a iscriversi all’Associazione patriottica, anche dietro allettamenti e ricompense in denaro.
Pur essendo controllato a vista, mons. Jia Zhiguo è stimato dalla polizia e dalla popolazione. Per molto tempo, nella sua casa egli ha dato ospitalità a circa 200 bambini abbandonati e portatori di handicap, prendendosene cura personalmente, insieme ad alcune suore e fedeli

lunedì 14 dicembre 2015

L'inarrestabile deriva della Chiesa tedesca. Aperture al divorzio, ai gay e ora anche un po' di razzismo

L'inarrestabile deriva della Chiesa tedesca. Aperture al divorzio, ai gay e ora anche un po' di razzismoStrana Chiesa, quella tedesca. La punta di lancia della battaglia per ammettere i divorziati-risposati all’eucaristia senza se e senza ma, pronta a accettare nelle fila dei suoi numerosissimi dipendenti anche persone che contraddicono in maniera plateale l’insegnamento della Chiesa in tema di matrimonio, omosessualità ecc. ecc.  
E anche protagonista di qualche caduta di tono, rivelatrice di una mentalità.  
Per esempio, su Katholisch.de, il website ufficiale della Chiesa tedesca, ha scritto un articolo intitolato “La romantica, povera Chiesa”. Björn Odendahl nel suo articolo scriveva: “Così anche in Africa. Naturalmente la Chiesa sta crescendo laggiù. Cresce perché le persone sono socialmente dipendenti e spesso non hanno nient’altro se non la fede”. Da notare che la Chiesa in Germania sta soffrendo di un’emorragia di fedeli senza precedenti. Al contrario la Chiesa in Africa sta vivendo un’espansione di grande rilievo, tale da far apparire il continente come il reale serbatoio di cattolici del mondo, mentre ovunque altrove , compresa l’America Latina, le cifre sono in discesa.  
Sempre riferendosi alla Chiesa in Africa Katholisch.de scrive: “Cresce perché la situazione

Confermata l’esistenza del re Ezechia. Per chi pensa che l'Antico Testamento sia solo una «favola»

Confermata l’esistenza del re Ezechia. Per chi pensa che l'Antico Testamento sia solo una «favola»Fino a pochi decenni fa molti storici e studiosi concordavano sul fatto che le narrazioni bibliche che descrivono il tempo prima dell’esilio babilonese sarebbero state frutto della fantasia di scribi pii, mossi dall’obiettivo di giustificare le loro preoccupazioni sull’esilio attraverso la creazione di un passato a cui far riferimento.

E’ stata anche messa in dubbio l’esistenza di figure come i re Davide e Salomone, mentre alcuni studiosi oggi affermano che sarebbero esistiti ma soltanto come piccoli capi tribali, oggetto di successiva glorificazione. E’ stata l’archeologia a smentire queste convinzioni.

Proprio in questi giorni è stata annunciata la scoperta a Ophel, ai piedi della parete meridionale del Monte del Tempio, di un sigillo reale del re biblico Ezechia. Gli scavi, condotti dall’Università

Mons. Semeraro: fodamentale passare dalla morale della legge a quella della persona


semeraro franescoMons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, è stato padre sinodale di nomina pontificia, nonché, sempre per nomina pontificia, membro della Commissione incaricata di redigere il documento finale del Sinodo. La sua, quindi, è una posizione privilegiata per poter dare una lettura del lavoro svolto.
Come informa l’agenzia SIR monsignor Semeraro ha dato alle stampe un libretto – “Il Sinodo sulla famiglia raccontato alla mia Chiesa” – da lui redatto a pochi mesi dalla conclusione del Sinodo.
Nello scritto, che riprende un discorso tenuto dal vescovo al presbiterio diocesano alla fine di ottobre, viene analizzata soprattuto la Relatio finale. In particolare si mettono in rilievo alcuni punti importanti rispetto al dibattito che ha attraversato il cammino sinodale in questi ultimi due anni.
Secondo Semeraro è fondamentale il “passaggio dalla morale della legge alla morale della persona”. “A me pare”, dichiara il vescovo, “che sia tra le cose più rilevanti di questo Sinodo; fra quelle su cui

Se anche i sacerdoti non sanno più parlare di Cristo

di Peppino Zola                                                          14-12-2015
La Messa, un gesto troppo forte da proporre a tutti?Caro direttore,
tra tutte le castronerie dette e fatte a proposito di presepi, preghiere e gesti natalizi, forse la più grave è quella avvenuta a Monza, dove un prete responsabile di una scuola dichiaratamente “cattolica” ha detto che nel suo istituto non verrà celebrata la Santa Messa nel periodo prenatalizio, perché essa costituisce «un gesto troppo forte». Pazzesco!
Una cosa è vera: la Messa cattolica è effettivamente un gesto molto forte, anzi moltissimo forte, visto che durante la celebrazione un pezzo di pane diventa addirittura il Corpo di Cristo ed un poco di vino si trasforma nel Sangue di Cristo e noi siamo chiamati ad inginocchiarci di fronte a questo straordinario evento e ad adorare quel Pane e quel Vino. Si tratta, proprio, di un gesto non solo forte, ma assolutamente straordinario. Ed allora? Un prete cattolico si rifiuta di celebrare un gesto solo perché esso è straordinario?
Questa decisione scandalosa mette in luce come il vero problema sia, ancora una volta, quello di cattolica, sottolineare che ci troviamo, anche in casa di fronte ad una sempre più grave emergenza educativa. Il problema di questo prete non è di negare che la Messa sia un gesto molto forte, ma è quello di spiegare ai suoi ragazzi le ragioni di questa straordinarietà.

sabato 12 dicembre 2015

Santa Lucia, la luce cattolica che rischiara per una notte l'inverno del Nord Europa protestante

Santa Lucia, la luce cattolica che rischiara per una notte l'inverno del Nord Europa protestanteCi sono luoghi nel nord del mondo che in questo periodo dell’anno non vedono mai, o quasi mai, la luce del giorno e se la notte si dirada è solo per una manciata di ore. A illuminare le tenebre il 13 dicembre è santa Lucia, la giovane martire di origini siciliane, che nei Paesi nordici è particolarmente amata e celebrata proprio perché porta la luce in questo buio che avvolge ogni cosa.

Dalla Svezia agli altri Paesi. La “notte di Lucia” secondo il calendario giuliano coincideva con il solstizio d’inverno (che invece il calendario gregoriano colloca al 21 dicembre), la notte più lunga dell’anno, popolata nelle tradizioni nordiche di spiriti maligni, per cui non bisognava uscire di casa e si doveva concludere entro quella notte tutto il lavoro all’aperto. In quelle tenebre si sono poi confusi il folklore pagano, le storie legate al Natale che raccontavano di gnomi e troll che passavano di casa in casa per verificare che tutto fosse pronto per l’imminente nascita del Bambino Gesù, e la venerazione cattolica di Lucia, la giovane siracusana del terzo secolo martire per la sua fede in Cristo Gesù, la cui fama, chissà come, era arrivata fin dai tempi antichi nel

venerdì 11 dicembre 2015

Leoni e pinguini Facciamo luce su quelle ombre

di Stefano Fontana                                             11-12-2015
La basilica di San Pietro illuminata dalla immagini di animaliLa proiezione sulla facciata della Basilica di San Pietro di pesci, scimmie e tigri ha infastidito molti. Il direttore Cascioli si è chiesto chi, nella Curia vaticana, abbia avuto questa strabiliante idea da attuarsi, tra l’altro, proprio nella festa dell’Immacolata Concezione. Senza nulla togliere all’importanza della domanda, vorrei spostare però l’attenzione su alcune cause culturali di simili atteggiamenti. Per farlo è necessario un passo indietro.
Il 19 gennaio 2013, Benedetto XVI aveva tenuto un discorso al Pontificio Consiglio Cor Unum che, come si sa, si occupa di carità. Egli aveva detto che «la giusta collaborazione con istanze internazionali nel campo dello sviluppo e della promozione umana non deve farci chiudere gli occhi davanti a queste gravi ideologie» fino al punto «da dover rifiutare finanziamenti e collaborazioni che, direttamente o indirettamente, favoriscono azioni o progetti in contrasto con l’antropologia cristiana».
Il cardinale Robert Sarah, allora presidente di quel dicastero pontificio, aveva rincarato la dose, come in seguito è anche emerso dai suoi recenti libri: purtroppo si impone «la constatazione che alcuni membri della Chiesa che lavorano nel campo della carità si sono lasciati sedurre e inquadrare dall’etica puramente laica delle agenzie di aiuto della governance mondiale, fino a fare dei partenariati incondizionati e adottare gli stessi obiettivi di destrutturazione antropologica». «In gradi

L'annuncio

L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo 11,16-19.

Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio.
E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere».


La Giustizia che prepara l'abbraccio della Misericordia


Mai sazi. Mai contenti. Mai sereni. Mai come questa una generazione perduta. Gadget d'ogni foggia, accessori sempre più miniaturizzati. Non manca praticamente nulla. Ma della felicità neanche l'ombra. Energie e creatività profuse nella ricerca della migliore qualità della vita, mentre la vita scorre senza nessuna qualità. Mentre i Profeti che ce lo ricordano sono messi in ridicolo; ai nostri occhi appaiono tutti “indemoniati”, fondamentalisti, integralisti come va di moda dire oggi. Le grida di Giovanni, ieri come oggi, sono il segno che di certo era posseduto da un demonio, perché tutto quel rigore è come una passata di carta vetrata sulla pelle levigata dal vizio. E la misericordia paziente di Gesù seduta in compagnia dei malvagi? Roba di un “mangione e beone”, un rammollito politicamente corretto, incapace di radicalità, che con i suoi gesti e le sue parole mette a rischio la tradizione e i fondamenti della religione e, di conseguenza, del vivere civile, come purtroppo alcuni oggi dicono di Papa Francesco. Mica come noi che,

mercoledì 9 dicembre 2015

L’ONU dice alla Polonia di consentire l’aborto su richiesta in nome dei diritti dell’infanzia

09dic
polonia(lucechesorge.org) VARSAVIA, 24 novembre 2015 (LifeSiteNews) – Un ente delle Nazioni Unite ha ufficialmente richiesto che la Polonia tolga le restrizioni all’aborto ed elimini le “finestre della vita” grazie alle quali si possono abbandonare i bimbi in un luogo sicuro. La richiesta, avanzata proprio nel nome dei diritti dell’infanzia, ha suscitato derisione in quel Paese di salda fede cattolica.
Il giornale Spoleczenstwo (Società) osserva che l’ONU non ha autorità per obbligare la Polonia a conformarsi, e aggiunge: “Si ha l’impressione che il documento sia stato scritto su richiesta di politici di sinistra”. Il Partito Legge e Giustizia, socialmente conservatore e a favore della vita, ha ottenuto la maggioranza nelle recenti elezioni nazionali.
Dopo aver esaminato il comportamento della Polonia, il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia ha inviato al governo polacco una nota rigida e verbosa segnalando numerose violazioni della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Quello che causa la reazione negativa è il richiamo al governo

San Pietro caduta nelle mani dei neo-pagani

di Riccardo Cascioli                                                    09-12-2015
Fiat LuxTutti preoccupati per un possibile attacco dei fondamentalisti islamici al cuore della cattolicità, a Roma, non ci si è resi conto che nel frattempo San Pietro sta cadendo nelle mani di un altro nemico, quella lobby ecologista e anti-natalista che controlla le agenzie dell’ONU. E ieri sera, in quell’oltraggioso quanto noioso spettacolo di immagini proiettate sulla facciata della Basilica di San Pietro (Fiat Lux), se ne è avuta chiara evidenza.

Era stata presentata come una sorte di lode al Creato, legata all’enciclica Laudato si’ ma anche al presunto problema dei cambiamenti climatici, e già così aveva destato perplessità e preoccupazioni. Ma lo spettacolo – se così si può chiamare – è stato ben peggiore delle aspettative: uno scorrere lento di immagini e animazioni accompagnate dai “rumori” della natura; un’ora di noia mortale e sconcerto con uccelli, tigri, leoni, scimmie, delfini che si sovrapponevano alla facciata di San Pietro, una visione idealizzata della natura che ci ha portato in una atmosfera neo-pagana. Uno spettacolo inconcepibile in piazza san Pietro, uno sfregio alla basilica simbolo della cattolicità.
Sarebbe interessante sapere chi è il responsabile vero e l’organizzatore di questa farsa, che oltretutto – per le polemiche che è destinata a suscitare – rischia di oscurare l’inaugurazione dell’Anno Santo.
Il problema non è solo nel contenuto dello spettacolo, ma anche in ciò che ci sta dietro. È stato infatti un “regalo” della

lunedì 7 dicembre 2015

Giubileo della Misericordia




Leggo tante strampalaggini sul Giubileo che si apre domani. Aleggia un equivoco: presumere che la Misericordia rinneghi la Verità per scegliere la strada diplomatica, facile, del generico quieto vivere. Non è così, la misericordia è in primis un giudizio, anzi, è la forma più alta di giudizio perché presuppone afflato di compassione verso la miseria altrui (morale o spirituale) intesa come presupposto su cui opera la pietà.
Risultati immagini per logo del giubileo della misericordia
La misericordia non è strategia buonista ma resurrezione, necessita di pentimento e quindi di un buon confessore - magari anche "duro" come deve essere un buon prete visto che esiste anche l'ira di Dio - e non dello sguardo autoassolutore su se stessi.
La Misericordia è quel mezzo che permette l'incontro tra la Verità e il peccatore, e allora il punto non è sull'essere perfetti ma se un mondo che sputa sulla Verità è disposto a riconoscere i propri peccati o se, al solito, non ha capito nulla anche stavolta e si gioca la carta della misericordia ora per giustificare la sua affezione al peccato, ora per godere dei propri peccati come se il disarmo debba essere unilaterale.

Gennaro Rossi

7 dicembre 2015

8 dicembre. Solennitá della Immacolata Concezione della Vergine Maria






Il mistero dell’Immacolata Concezione è fonte
 di luce interiore, di speranza e di conforto. 
In mezzo alle prove della vita 
e specialmente alle contraddizioni
 che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, 
Maria, Madre di Cristo, ci dice
 che la Grazia è più grande del peccato, 
che la misericordia di Dio è più potente del male
 e sa trasformarlo in bene.

Benedetto XVI, Angelus, 8 dicembre 2010


Lc 1,26-38 

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.


IL COMMENTO

Un appuntamento fissato prima che il mondo fosse. Quel giorno a Nazaret non fu tutto per caso. La Vergine Maria era stata concepita senza peccato, Immacolata Concezione, perchè

Peccato, confessione e misericordia: ecco come entrare nella Porta santa e vivere il Giubileo

di Lorenzo Bertocchi                              07-12-2015
Monsignor Francesco Cavina, vescovo di CarpiEra il 1983 quando monsignor Alessandro Maggiolini (1931-2008), appena nominato vescovo di Carpi, dava alle stampe un libro curiosamente intitolato “Apologia del peccato”. Nei tempi moderni, sosteneva monsignor. Maggiolini, un buon vescovo si trova a dover difendere il peccato, perché senza una cosciente categoria di peccatori un povero pastore può chiudere bottega.
Ora si apre il Giubileo della Misericordia e l'attuale vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, ci ricorda che la testimonianza dell'amore divino è data da un Avere un cuore libero e presso Dio. É il titolo della sua Lettera Pastorale pubblicata per l'occasione, dove ci parla del sacramento della Confessione. Così da Carpi hanno chiuso il cerchio: peccato e misericordia, o si tengono insieme, oppure il Giubileo rischia di scivolare via come l'olio. Per i lettori della Nuova Bussola quotidiana offriamo la Lettera Pastorale (clicca qui) di monsignor Cavina, un utile e agile (20 pag.) libretto che può aiutarci a vivere bene il Giubileo. Abbiamo incontrato il vescovo di Carpi e abbiamo parlato di misericordia, peccato e confessione.
Monsignor Cavina, si apre il Giubileo della Misericordia che sicuramente vede al centro il sacramento della Penitenza. Un sacramento in crisi, sopratutto in occidente. Dove sono, a suo giudizio, le cause di questa crisi?
«Papa Francesco nella Bolla di indizione dell’Anno Santo della Misericordia ha ricordato che la Chiesa è chiamata a rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. Ciò avviene specialmente attraverso il

domenica 6 dicembre 2015

La laicità del presepe


Il presepe resta la nostra carta d'identità. Ad essa siamo figli. Possiamo rinnegarla solo perché implicitamente riconosciamo che è lei ad averci formata.
Esporre il presepe è laico perché quel fatto scrive la nostra civiltà, in quella capanna c'è la rivoluzione della umanità, c'è vera eguaglianza, c'è il rispetto pieno per ogni essere umano: valore ad ogni persona, riconosciuti per la prima volta i diritti dei bambini, riconosciuta la dignità della donna, abolizione della schiavitù, l'importanza del corpo in un unione con l'anima.
Mettere in discussione la dimensione pubblica della fede, che si sostanzia nella esposizione del presepe così come c'ha insegnato san Francesco - guarda un po', il santo che ispira il pontefice regnante, perché i cerchi si chiudono sempre per chi usa la ragione - significa involvere la nostra civiltà, rinnegare le sue conquiste.
Chi non è credente deve sentirsi rassicurato da questa storia e non minacciato. E chi è credente non deve cedere al dogma di abbassare il livello medio della nostra civiltà allo scopo di "integrare" in nome della tolleranza laicista.
Chi lo fa è un sradicato, non un emancipato.
E uno sradicato, di fatto, è solo un ignorante fiero di esserlo e quindi obtorto collo avulso a qualsiasi processo di emancipazione. Un umanoide posseduto dal vuoto di senso.
Un barbaro (ancorché da salotto).
Gennaro Rossi

Intercomunione: al non cattolico resta proibita

di Lorenzo Bertocchi                                       06-12-2015
I non cattolici non possono ricevere l'eucaresti«L’intercomunione non è permessa tra cattolici e non cattolici. É necessario confessare la fede cattolica. Un non cattolico non può ricevere la comunione. Questo è molto, molto chiaro. Non è questione di seguire la propria coscienza». Sono parole del cardinale Robert Sarah, prefetto del dicastero vaticano del Culto divino, al portale web Aleteia, interpellato rispetto ad una spinosa questione sollevata dopo la visita di papa Francesco alla chiesa luterana di Roma. All’inizio di novembre papa Bergoglio si è recato in visita nella Christuskirche luterana di Roma e ha parlato a braccio, rispondendo anche ad alcune domande che gli sono state rivolte dai presenti. Tra queste, quella della signora Anke de Bernardinis, di fede luterana, sposata con un italiano cattolico romano.
«Ci duole assai», disse la signora de Bernardinis al Papa, «l’essere divisi nella fede e non poter partecipare insieme alla Cena del Signore. Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la comunione su questo punto?». Seguì una lunga e audace risposta del Pontefice che sollevò qualche perplessità. In alcuni punti del lungo intervento papa Francesco sembrava ammettere la possibilità per i due coniugi di partecipare alla stessa eucaristia, in altri, invece, sembra dire no (ricordiamo che la Chiesa cattolica non ammette l’intercomunione con i protestanti, cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n°1400).
Specialmente il finale del discorso del Papa risultava poco chiaro. «…mi diceva un pastore amico:Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le

«Caro Enzo Bianchi, Fatima non fu solo per i cattolici»

di Vittorio Messori                                         06-12-2015
Ipotesi su MariaVittorio Messori torna alla carica con nuove «Ipotesi su Maria». Il fortunato volume pubblicato da Ares per la prima volta nel 2005, approda in libreria in una veste tutta nuova, in edizione interamente rivista dall’Autore e ampliata di 13 capitoli (150 pagine in più, per un totale di 672, al prezzo di 21,50 euro). Di seguito riportiamo, in anteprima, alcune spigolature tratte dal penultimo capitolo, in cui lo scrittore difende la veridicità di Fatima dalle critiche avanzate dal teologo Enzo Bianchi sulla scorta del padre domenicano Jean Cardonnel. 
Mi càpita di rivedere in rete l’articolo apparso su Le Monde nel maggio del 2000, quando Giovanni Paolo II fece rivelare al mondo quello che chiamano «terzo segreto» di Fatima. Il pezzo del giornale francese su questo evento è firmato da Jean Cardonnel, il domenicano morto alcuni anni fa, per tutta la vita l’intrattabile leader di ogni contestazione sia clericale sia politica, uno dei vedovi inconsolabili degli anni di piombo della Chiesa e della società. Uno per il quale non solo i soliti Mao, Che Gue­vara, Ho Chi Minh ma anche lo sterminatore del popolo cambogiano, Pol Pot, erano da venerare nell’Olimpo delle sacre rivoluzioni.
A Cardonnel si deve tra l’altro un precedente giuridico inedito e pericoloso. Era già molto vecchio, più vicino ai novanta che agli ottanta, insopportabile per la maggioranza dei confratelli per questa sua ossessione contestatrice, per il suo culto del «no» previo a tutto, ma si continuava a ospitarlo – data l’età – nel convento domenicano di Montpellier. Alla fine, il superiore di quella casa religiosa, non potendone più dei suoi costanti malumori, approfittò di uno dei suoi viaggi per sgomberare la sua cella, impacchettare con cura le cose e trovargli un posto in una casa di riposo per anziani. Al ritorno, l’ira di Cardonnel (egli pure, come da copione di ogni prete «adulto» che si rispetti, vietava a chiunque di chiamarlo «padre») esplose clamorosa e, dicendosi vittima di una violenza intollerabile, non pensò neanche un momento a confrontarsi con la legge della Chiesa, il diritto canonico.

Si rivolse invece alla legge della laicissima Repubblica francese, chiamando la Gendarmerie e denunciando il superiore

sabato 5 dicembre 2015

Chiamati a un battesimo di penitenza


Commento al Vangelo della II Domenica di Avvento. Anno C -- 6 dicembre 2015

La Parola di Dio scende nel deserto, mentre la storia sembra incedere attraverso i capi delle nazioni, e le coordinate spazio-temporali sono quelle delineate dall'incipit del Vangelo di questa domenica. I grandi governano, ma la Parola di Dio sembra non curarsene, e scende nei bassifondi della storia, lontana dagli abbagli di chi crede di orientare gli eventi con la sua sola forza e intelligenza. La Parola plana nel deserto, nel luogo meno probabile secondo la sapienza della carne.
Ma Israele ne aveva già fatto esperienza. La Parola è scesa su Mosè nel deserto mentre sfuggiva alle guardie egiziane, ed era la risposta al grido di afflizione del Popolo. La Parola scende come lingue di fuoco e si fa Alleanza nel deserto, sul Monte Sinai, e sarà alleanza eterna, una promessa che nulla avrebbe mai potuto cancellare.
Nel deserto Dio ha parlato al suo Popolo, rincorrendo le sue mormorazioni e i suoi indurimenti. Perché il deserto è la verità sull'uomo, è la storia, e la storia, anche quando sembra innalzarsi superba, resta bene inchiodata ai suoi bassifondi.
Con il peccato Adamo ed Eva si sono infilati nella storia dalla porta della morte, della solitudine, dell'angoscia. Basta rileggersi il capitolo 3 della Genesi per rendersene conto, le Parole di Dio sono inequivocabili; esse dicono del dolore e del sudore, del dominio e della lotta, di una storia che si fa deserto per l'invidia del diavolo, di cui ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. 
"Vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il

«Non tacete, non sostenete chi ci uccide, incalzate i vostri governi». I cristiani iracheni chiedono aiuto

di Andrea Zambrano                                     05-12-2015
Anderious Oraha, iracheno cristiano e la copertina del suo libroLa nostalgia ha il sapore degli involtini di foglie di vite. Anderious Oraha ne va ghiotto, ma qui in Italia, dove si trova dal 2007 come rifugiato politico, il sapore non è quello del formaggio di pecora «il migliore di tutto l’Iraq» che mangiava nella sua Al Qosh. É qui, nella “valle del monastero”, fertilissimo lembo di terra oggi ad appena 5 km da Isis che si infrangono i ricordi di Oraha. In Italia Anderious è pressoché sconosciuto, nonostante le origini greche del suo nome, Andrea, lo dovrebbero rendere famigliare. Così come sono volti sconosciuti il milione e passa di profughi cristiani che hanno lasciato l’Iraq e la Siria dopo che le bandiere nere del Califfo hanno iniziato a sventolare in una delle culle del cristianesimo mediorientale.
Ad Al Qosh fino agli Anni ’70 non c’era nemmeno una moschea. Solo gli insegnanti e i governatori lo erano. Sembra impossibile anche solo pensarlo oggi eppure è così, perché la tradizione cristiana qui è bimillenaria e i cristiani sono stati i primi ad abitare questa terra. I primi dopo Sumeri Assiri Amorrei, inquilini della Terra dei fiumi, Tigri ed Eufrate. Ma comunque primi di sicuro rispetto agli islamici. Anche le bande nere del Califfo lo ammettono, ma questa primogenitura ormai non conta più nulla. Oggi, dei due milioni di caldei-cattolici presenti in Iraq da quasi 2000 anni, resta un piccolo drappello che resiste vegliando di notte e facendo i turni, in perenne e tremenda attesa che le bandiere nere del Califfo entrino nelle case buie al buio della notte. Sono appena 250mila. Gli altri? Uccisi, massacrati o deportati. Come Anderious.
Lui, i suoi fratelli rimasti a Baghdad o ad Al Qosh e Mosul li sente ogni giorno al telefono. «Tre o quattro volte», spiega

Quei traditori che dicono che il presepe è "tradizione"

di Camillo Langone | 05 Dicembre 2015
San Francesco, la parola tradizione piace molto ai traditori. Quando qualcuno definisce il tuo presepe “tradizione” significa che al tuo presepe non crede più. Poi pretende che il presepe lo difenda, ad esempio dalla barbarie coranica, nonostante sia il primo a non crederci, nonostante lo abbia piazzato in coda all’albero, al grassone con le renne, al panettone, e calpesti il Bambino andando a fare spesa la domenica. “Non importa se ci credi” canta Luciana Littizzetto, il volto della nostra estinzione, in “Eccolo qua il Natale”, il video delle masse atee e antiestetiche che bramano il dicembre per mettersi in testa il berretto rosso, floscio e patetico come un preservativo dopo l’uso. San Francesco, sembra che al tuo presepe credano davvero solo i suoi nemici, i presidi presepicidi: per loro non è affatto tradizione museificata e morta, per loro è acqua santa che scotta e quando lo vedono cominciano a dare in smanie come indemoniati davanti all’aspersorio. San Francesco, la grandezza della tua invenzione è provata dalla sua crescente necessità: il presepe nel 1223 era una poetica biblia pauperum, nel 2015 è ancora di più, è segno di contraddizione ed esorcismo.