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domenica 31 maggio 2015

Provocazione davanti al Duomo di Lodi: "Venite a provare il velo islamico"

A tutti i lodigiani, poi, venivano offerti dolcetti tipici della cucina araba mentre i musulmani gli facevano scivolare in mano volantini per "sponsorizzare" l'islam

Un open day di cultura islamica in piazza della Vittoria, proprio di fronte al Duomo di Lodi.
I Giovani Musulmani hanno allestito un gazebo per dare la possibilità a tutte le donne occidentali di provare il velo islamico e di farsi fare un tatuaggio all’Hennè. A tutti i lodigiani, poi, venivano offerti dolcetti tipici della cucina araba mentre i musulmani gli facevano scivolare in mano volantini per "sponsorizzare" l'islam.
"È una vera e propria provocazione islamica", ha sbottato Riccardo De Corato, vice presidente del consiglio Comunale di Milano, condannando apertamente l'iniziativa dei Giovani Musulmani di Lodi. Iniziativa che fa seguito a un altro appuntamento dall'ironico titolo 50 sfumature di velo organizzato solo alcuni giorni fa a Barcellona, in provincia di Messina, per "promuovere il dialogo e l’integrazione". Oggi il bis a Lodi. Un appuntamento, tenutosi provocatoriamente davanti al Duomo della città lombarda, per invitare le donne occidentali a vestire il velo islamico, proposto in venti diverse varianti, e per diffondere il credo in Allah. "Vogliamo solo far conoscere le nostre idee", ha dichiarato Hala Hibraim, 18enne nata a Lodi. "Le adesioni sono state moltissime - spiegano i Giovani Musulmani d’Italia su Facebook - le persone sono curiose di provare il velo o un vestito tipico arabo. Per trasmettere il vero messaggio dell’Islam basta davvero poco".
Durissima la reazione derl centrodestra. "Ci vorrebbero colonizzare - tuona il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Nancy Capezzera - ma non ce la faranno". Il consigliere regionale della Lega Nord, Pietro Foroni, ha invece attaccato il sindaco di Lodi Simone Uggetti e il Pd che hanno autorizzato la manifestazione dei Giovani Musulmani: "Si sono di fatto resi complici di tutto questo che solo loro chiamano integrazione ma che altro non è che un’invasione autorizzata". Nei prossimi giorni De Corato presenterà una interrogazione in Regione per capire come possa essere stata organizzata e con quali permessi l'iniziativa dei Giovani Musulmani a Lodi. "Un'iniziativa - fa notare l'esponente di Fratelli d'Italia - che è durata tutta la giornata e che, perlopiù, si è tenuta provocatoriamente davanti al Duomo

Quel Dio in tre persone fondamento della realtà

di Angelo Busetto                                         31-05-2015

SS. Trinità di RublevPur se lo diceva Kant, si tratta di un’affermazione sbagliata: “Dal dogma della Trinità, preso alla lettera, non si potrebbe assolutamente ricavare nulla per la prassi, anche nel caso in cui si credesse di capire… Che dobbiamo onorare tre o dieci persone della divinità, non si può trarre da questa differenza, alcuna regola diversa per la condotta della vita”.

L’onda lunga del grande protagonista dell’illuminismo ha percorso i secoli travolgendo l’arida formula del catechismo che proclamava ‘un solo Dio, essere perfettissimo’. A Kant avrebbe potuto rispondere già Origene, il più grande erudito dei primi secoli cristiani: “La formula battesimale trinitaria è la triplice fune che non si spezza, alla quale è sospesa tutta la Chiesa, che in essa ha il suo sostegno”.

Per grazia, continuiamo a credere in un solo Dio in tre persone, fondamento della realtà e principio di ogni persona e dell’intera società. Sarà significativo ricordare che nei secoli delle controversie trinitarie, imperatori e capi ‘cristianizzati’ appoggiavano l’arianesimo. Perché? L’arianesimo, eliminando la divinità di Gesù Figlio di Dio e abolendo la struttura trinitaria, faceva del Dio solitario il patron del potere assoluto.  
Dalla Trinità trae origine la struttura della persona, costituita di intelligenza e amore perché creata ‘a immagine e somiglianza’ del Dio trinitario, come ricorda Sant’Agostino. La Trinità è il fondamento di ogni relazione esistente al mondo. L’unico Dio non è un sasso, ma una catena montuosa di conoscenza e amore: il Padre trova la propria immagine nel Figlio

sabato 30 maggio 2015

L’uomo fatto dall’uomo, immagine di una società senz’anima

Tagliato il cordone ombelicale con il cielo, l’uomo si sente il padrone assoluto della terra

Catanzaro,                          Egidio Chiarella      

Risultati immagini per immagini di adamo ed evaUn vero credente non deve certo mai portare con sé l’ansia distruttrice di chi teme ogni giorno che ci sia dietro l’angolo una tragedia. La paura è una cattiva compagna, perché non solo alimenta l’ansia di ognuno, ma getta le basi per perdere l’autonomia personale, sollecitando i cuori a consegnarsi alla vera o presunta sicurezza altrui. In queste condizioni la strada per dimenticare la verità della propria natura si presenta agevole, scorrevole e purtroppo di facile percorrenza. L’errore macroscopico che ci sta scivolando sotto il naso, senza che nessuno se ne accorga, sta nel valore che oggi ha assunto la parola “Cambiamento”. Per molti cambiare significa aprirsi tout court al nuovo, anche se sprovvisti di una qualsiasi regola o di un qualsivoglia fondamento naturale che tuteli la bellezza dell’origine di ogni cosa. Rinnovarsi è un sacro dovere dell’uomo. Il vecchiume della società è un mostro a cinque teste, che serve solo a conservare una visione immobile della vita, garante di interessi di parte e di filosofie tese a manomettere la libertà degli individui. Trasformare il mondo, se si legge con saggezza la storia che passa, non può mai palesare la demolizione dell’essenza vitale e originaria di ogni essere umano. Su quest’ultima, fino ad oggi, si è fondato il progresso sociale, civile ed economico di ogni comunità, piccola o grande che sia. Il mondo, denuncia Papa Francesco, rischia la deriva del pensiero unico e con essa lo strappo fatale dal suo rapporto soprannaturale con Dio.
Tagliato il cordone ombelicale con il cielo, l’uomo si sentirà il padrone assoluto della terra ed ogni

lunedì 18 maggio 2015

Stefan Oster, il vescovo salesiano di Passau che sfida la deriva protestante della chiesa tedesca

Stefan Oster, il vescovo salesiano di Passau che sfida la deriva protestante della Chiesa tedescaIl vescovo tedesco di Passau, Stefan Oster, ha pubblicato un lungo intervento sul suo profilo Facebook per rispondere alle richieste di “rinnovamento” e di adeguamento ai valori culturali e sociali della scoietà attuale contenute nelle risposte al formulario da parte del Comitato Centrale dei cattolici tedeschi (ZdK). Anche se in alcune diocesi le risposte al formulario sono state quantitativamente molto esigue, e inferiori al numero delle firme raccolte dalla “Supplica filiale” rivolta a papa Francesco affinché non cambi la dottrina sul matrimonio, esse hanno avuto una larga eco mediatica, in appoggio alle tesi propugnate dal card. Kasper e dal card. Marx, punte di lancia della Chiesa tedesca. 
Mons. Oster, un giovane vescovo salesiano nominato in diocesi da papa Francesco nell’aprile del 2014, ha risposto alle richieste di adeguamento (benedizione per le coppie omosessuali, e per i divorziati risposati) affermando che la tesi dei “valori vissuti” o dei “segni dei tempi” non è sufficiente a rovesciare un insegnamento di 2000 anni che si basa sulla Rivelazione. “Gesù Cristo”, ricorda il vescovo, “non è un “valore”, ma la stessa Parola di Dio”. Nel settembre scorso settembre mons. Oster scritto contro quelli che usando alcune frasi di papa Francesco in maniera indebita o ambigua oppongono direttamente la legge alla misericordia.

Adesso mons. Oster non è più solo; cinque vescovi tedeschi hanno preso posizione con una lettera di sostegno a quanto scritto dal salesiano. Konrad Zdarsa (Augsburg), Gregor M. Hanke OSB (Eichstätt), Rudolf Voderholzer (Ratisbona), Friedhelm Hofmann (Würzburg) e il vescovo di Görlitz Wolfgang Ipolt scrivono: “Viviamo oggi in Germania in una società altamente secolarizzata. Questo fatto non deve scoraggiarci e farci cercare l’avvicinamento alla corrente principale, ma deve essere compreso come un’occasione di riscoprire l’unicità della vocazione cristiane nel mondo di oggi. Siamo dunque convinti che numerosi credenti ti sono straordinariamente riconoscenti per le tue parole chiare”. 

Non è solo la legge Cirinnà, è una battaglia per il cuore dell'uomo. Le sentinelle in piedi in 100 piazze d'Italia

Se non ora, quando? Se non qui, dove? Se non tu, chi?
23 maggio 100 piazze per la famiglia
no alle “unioni civili”
Nell’indifferenza generale e nel silenzio complice del mainstream mediatico, il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge che equipara le unioni fra persone dello stesso sesso al matrimonio. Infatti, due uomini o due donne che vivono insieme saranno giuridicamente equiparabili a due coniugi, il che significa che un bambino potrà essere cresciuto da due persone dello stesso sesso, dunque deliberatamente privato del papà o della mamma, grazie all’istituto della Step Adoption Child. E significa che la strada per la

Libretti per studenti trans. Gara gender tra gli atenei

di Luigi Santambrogio                                     18-05-2015
L'università adotta la cultura genbderNell’elenco mondiale delle Università più quotate e prestigiose, quella di Genova non figura neppure a volerla cercare in fondo alla lista, cioè tra il 900 e il 1000 posto. Del resto, nessuna italiana compare tra le 150 migliori università al mondo e per trovarne una bisogna arrivare tra il 151° e il 200° posto dove si piazzano Bologna con Milano, Padova, Pisa, Roma, La Sapienza e Torino. Dell’ateneo genovese, insomma, neppur l’ombra. Questo almeno fino a oggi. Tra pochi giorni, infatti, le cose potrebbero cambiare e l’università di Genova balzare inaspettatamente nei primi posti di una speciale lista delle accademie più queer e Lgbt friendly del mondo. Venerdì 22 maggio, alle ore 15, nell’Aula Magna verrà presentato "Il doppio libretto universitario. Riconoscimento delle identità di genere e percorsi di transizione", organizzato dal Comitato per le pari opportunità. Questo consentirà alle studentesse e agli studenti in transizione di genere di ottenere, prima dell’eventuale emanazione della sentenza di rettifica di attribuzione di sesso, il rilascio di un libretto elettronico sostitutivo, recante il nome d’elezione corrispondente alla identità di genere del o della richiedente. Basta l’autocertifcazione del voler cambiare sesso e a Marco sarà rilasciato il suo desiderato trans-badge col nome di Maria, Giovanna o Samantha.
Se è vero che nelle università si prepara il futuro, beh quello che gli emeriti docenti genovesi ci stanno cucinando non è

L'Occidente diventa persecutore dei cristiani

di Massimo Introvigne                                  18-05-2015
Pubblichiamo la relazione di apertura di Massimo Introvigne alla seconda conferenza internazionale dell’OSCE (Organizzazione sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa) sul tema «Prevenire e combattere l’intolleranza e discriminazione contro i cristiani», che si apre a Vienna oggi,  18 maggio 2015
Scritta anti-cristianaNel 2011 sono stato Rappresentante dell’OSCE per la lotta al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza e discriminazione contro i cristiani e i seguaci di altre religioni. Il 12 settembre 2011 l’OSCE ha organizzato a Roma la prima conferenza internazionale sui «Crimini e incidenti di odio contro i cristiani». Sono grato all’OSCE per avere voluto dare seguito a quell’evento con una seconda conferenza, quattro anni dopo la prima.
Quello di Roma fu un evento di successo, ricco di speranze e seguito da numerosi media in Italia e in Europa. Lo si ricorda in particolare per quello che più tardi è stato chiamato il «Modello di Roma», il quale prevede un piano inclinato che porta dall’intolleranza alla discriminazione e dalla discriminazione ai crimini di odio. Il Modello di Roma fu proposto in materia di crimini di odio contro i cristiani, ma può essere applicato a tutti i casi dov’è all’opera una «spirale dell’intolleranza».
1. L’intolleranza è un fenomeno culturale: un gruppo è messo in ridicolo attraverso stereotipi, rappresentato come malvagio, corrotto, un ostacolo alla felicità e al progresso. Ovviamente, la libertà di espressione e la libertà dell’arte sono importanti. Ma alcune opere d’arte possono diventare strumento d’intolleranza: pensiamo all’immagine degli ebrei nell’arte nazista. Non tutte le opere d’arte che criticano la religione sono intolleranti. Ma alcune lo sono. Un esempio è l’opera dello statunitense Andres Serrano «Piss Christ» (1987), una fotografia di un crocifisso immerso nell’urina dell’artista. Un altro esempio è costituito da alcuni lavori dell’artista postmoderno argentino Léon Ferrari (1920-2013) – peraltro uno dei più notevoli pittori argentini della sua generazione –, i quali presentano rappresentazioni di Gesù Cristo che nel 2004 il cardinale Bergoglio, l’attuale Pontefice, definì «una vergogna» e «blasfemi», appoggiando un’azione presso i tribunali argentini per impedire che fossero esposti.
Questi casi possono sembrare oggi minori se paragonati alla controversia su Charlie Hebdo e ai tragici fatti del 2015. Non

sabato 16 maggio 2015

Ascensione

La Solennità odierna esprime il paradosso più grande, quello che caratterizza l'intera nostra vita. Cielo e terra, Spirito e carne, potenza e debolezza, già e non ancora. "È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe.Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società." (Gaudium et Spes, n. 10).  L'Ascensione di Gesù è il ponte tra la sua Pasqua e la Pentecoste della discesa dello Spirito Santo, esattamente come il Sabato Santo ha unito il Venerdì della Passione alla Domenica della resurrezione. Il Signore è sceso nella tomba con la nostra carne e con essa è risuscitato. Oggi, con la nostra carne ascende al Cielo, per assidersi alla destra del Padre. Oggi trova compimento il cammino intrapreso con l'Incarnazione, proseguito con la vita pubblica ed il suo esito drammatico della Croce e del sepolcro. Oggi Gesù risorto schiude a tutti noi la via di ritorno al Padre, ed in lui tutti noi, figli prodighi e perduti, possiamo rientrare in noi stessi e convertirci, ritornare a casa, da nostro Padre: "il vostro ritorno sulla via del cielo è qualcosa che va preparato, in un luogo un tempo inaccessibile, da spianare. Il cielo infatti era assolutamente irraggiungibile per gli uomini, e mai prima di allora la natura umana era penetrata nel puro e santissimo luogo degli angeli. Cristo per primo ha inaugurato per noi quella via di accesso e ha dato all'uomo il modo di ascendervi, offrendo se stesso a Dio Padre quale primizia dei morti e di quelli che giacciono nella terra, e manifestandosi primo uomo agli spiriti

X° anniversario dell'ordinazione Episcopale

Deve essere così anche il rapporto che dobbiamo avere con la vita cristiana nella sua quotidianità, nel suo svolgersi lungo la storia. Nel mondo, nella battaglia per la vita sicuramente dovremo affrontare tristezza. In ogni esistenza umana si creano le condizioni di un parto, si prova tristezza per una attesa che sembra infinita, per una speranza che sembra svanire, per un male che sembra sopraffarci, ma, Gesù dice, la gioia che proverete a stare con me, a incontrare di nuovo me, alla mia venuta definitiva non ha paragoni. Siamo chiamati alla gioia. Papa Benedetto continuava a ripeterlo a tutti: siamo fatti per la gioia e Gesù è la nostra gioia.
Per questo diventerà sempre più importante per un cristiano saper attendere, vivere di speranza, avere

venerdì 15 maggio 2015

Insulti islamici alla processione. Non si può dire «So' ragazzi»

di Andrea Zambrano                                15-05-2015
Conselice, chiesa di San MartinoL'errore più grande è quello di chiuderla a tarallucci e vino dicendo che, alla fine, “so' ragazzi”. Interrompere al motto di “andate via di qui” e “questa è casa nostra” una processione religiosa non era riuscito neanche ai bravi di Peppone per i quali l'affronto massimo poteva essere non togliersi il cappello al passaggio della statua della Madonna o staccare la corrente all'altoparlante mentre il prete parlava.
Che il sindaco del comune di Conselice, in provincia di Ravenna, avesse voglia di chiudere la questione per non esacerbare gli animi era chiaro già dal comunicato che giovedì ha pubblicato sulla home page del sito dell'amministrazione: “Mi risulta che i ragazzi siano stati rimproverati”. È in quel mi risulta che alberga la spia che l'episodio di domenica debba essere considerato come un incidente di percorso, e nulla più, nell'ambizioso percorso di integrazione che i comuni sperano di costruire con le tante comunità islamiche sparse nel territorio.
I fatti però delineano scenari un po' più inquietanti, a cominciare dal luogo in cui sono avvenuti.
Domenica. Ore 10.30, come riporta l'edizione ravennate del Resto del Carlino. Al termine della messa della parrocchia di San Martino parte la processione con la statua della Madonna. Siamo a maggio, mese dedicato al Rosario e alla Vergine.
In processione c'è la comunità parrocchiale, ci sono le autorità civili, ci sono i bambini di prima comunione. Al passaggio

giovedì 14 maggio 2015

La famiglia vince, Pisapia resta con un pugno di gay

di Luigi Santambrogio                                14-05-2015      
Leghisti inbavagliati per protesta in Consiglio comunale a MilanoAlla fine no pasaran e così l’omofascismo rosso-Sel del sindaco Pisapia ha dovuto innestare un’umiliante retromarcia. Il convegno organizzato a Milano dalla Lega Nord su “La famiglia, fondamento della società” si farà e proprio nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino, la “Casa dei milanesi” che il sindaco e il suo entourage di piccoli Torquemada in tonaca arancione volevano negare. In nome della lotta all’omofobia e alla libera espressione di opinioni e idee diverse dalle loro. Ci aveva provato, il capo di gabinetto, a imporre il diktat al consiglio comunale che non aveva trovato nulla di disdicevole a concedere l’aula al convegno, inventandosi inesistenti pericoli di razzismo sessista e infamando i relatori come pericolosi vampiri assetati di sangue gay (clicca qui).
In realtà, personaggi di spicco nel mondo accademico, come il professor Massimo Gandolfini, primario neurochirurgo, membro della Società italiana di Bioetica, vicepresidente di Scienza & Vita e presidente dei medici cattolici lombardi. O come l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, consulente legale di organizzazioni internazionali e collaboratore di diverse riviste italiane ed estere. E poi il giornalista Marco Invernizzi, esponente di Alleanza cattolica. Tutta gente, secondo la polizia segreta di Palazzo Marino, indegna di calpestare il sacro suolo comunale perché di convinzioni diverse dal padrone di casa. A rimette le cose a posto ci ha pensato di nuovo la presidenza del consiglio comunale che ha rispedito le accuse al mittente, cioè al sindaco e al suo staff di inquisitori. Dopo la protesta leghista (si erano presentati in

mercoledì 13 maggio 2015

Cresce e preoccupa la moda di disperdere al vento le proprie ceneri. La Chiesa dice no, i massoni invece...

Cresce e preoccupa la moda di disperdere al vento le proprie ceneri. La Chiesa dice no, i massoni invece...E’ stata diffusa a fine marzo e subito ha fatto rumore la nota, con cui il consiglio permanente della Cei ha preannunciato come imminente la messa a punto da parte della Commissione Episcopale per la Liturgia di una lettera pastorale avente per oggetto la cremazione, fenomeno purtroppo in crescita grazie anche al «grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche», come ha precisato la stessa Conferenza episcopale. In effetti, il problema esiste ed i fedeli sembrano troppo sbadati o superficiali in merito.
Ma in crescita è anche e soprattutto la dispersione delle ceneri in natura: a Cremona il Comune la consente con tanto di delibera ed, a richiesta, consente anche il loro «affidamento ai familiari per la conservazione». Non a caso. Qui la Socrem è attivissima: conta quasi 1.200 iscritti ed ha un bilancio che sfiora i 325 mila euro. All’ultima assemblea, svoltasi nelle scorse settimane, ha auspicato la costituzione in tempi rapidi del «giardino dei ricordi», proprio per spargervi le ceneri. Non solo. Spera di divenire presto associazione di promozione sociale, punta alla seconda linea per la cremazione, all’istituzione di un «cerimoniere», nonché ad ottenere la gestione dell’antico forno, di grande valenza storica, per allestirvi una sorta di museo del cimitero.
Lo stesso a Bologna, dove dal 2006 nella Certosa è stato allestito su di un’area di 400 metri quadri il

martedì 12 maggio 2015

10° Anniversario dell'ordinazione episcopale di S.E. Monsignor Domenico Sigalini

Venerdì 15 maggio 2015, ricorrendo il decimo anniversario della sua Ordinazione Episcopale e dell’inizio del Ministero Pastorale in Diocesi, Sua Ecc.za Mons. Domenico Sigalini, presiederà una solenne Concelebrazione Eucaristica, presso la Basilica Cattedrale di Sant’Agapito, alle ore 20.30.
I Rev.di Sacerdoti, che desiderano concelebrare con il Vescovo, vorranno trovarsi per le ore 20 nella sagrestia della Cattedrale, dove indosseranno le vesti sacre; portino con sé amitto, camice e cingolo
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Martedì della VI settimana del Tempo di Pasqua


αποφθεγμα Apoftegma

Se il peccato ha generato la sofferenza, 
ora il dolore di Dio in Cristo crocifisso 
acquista per mezzo dello Spirito Santo la sua piena espressione umana. 
Si ha così un paradossale mistero d'amore: 
in Cristo soffre un Dio rifiutato dalla propria creatura: 
«Non credono in me!». 
ma, nello stesso tempo dal profondo di questa sofferenza 
- e, indirettamente, dal profondo dello stesso peccato «di non aver creduto» - 
lo Spirito trae una nuova misura del dono fatto all'uomo e alla creazione fin dall'inizio. 
Nel profondo del mistero della Croce agisce l'amore, 
che riporta nuovamente l'uomo a partecipare alla vita, che è in Dio stesso.

Giovanni Paolo II, Dominum et vivificantem

Con il Signore si può essere opportunisti; è Lui stesso che ci invita a guardare alla sua morte come al nostro bene. Senza di essa, senza il passaggio di Gesù attraverso l'angusto pertugio della Croce, la nostra vita come quella del mondo, resterebbe avvolta nel buio più fitto, e non saremmo "convinti" della verità. E chi vive senza certezze è come un cadavere che si lascia trascinare dalla corrente. Il mondo, anche se vive è morto, afferrato dalla violenza della menzogna che sradica le radici acerbe di fragili certezze, come accade al seme nella parabola del seminatore: "tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto". E' la nostra esperienza quotidiana, quando ci ritroviamo senza forze di fronte a eventi che ci sorprendono e impauriscono. Non "comprendiamo" che cosa ci accade, siamo "incostanti" e ci "scandalizziamo" della Croce, siamo "soffocati" dalla "preoccupazione" e dall' "inganno" della carne, e la "tristezza riempie il nostro cuore". E' come se ogni volta che ci visitano il dolore, la precarietà, le contrarietà, vedessimo il Signore "andare via", e con Lui sparire la speranza dall'orizzonte, mentre proprio la sua morte è l'unica nostra possibilità, per non restare

lunedì 11 maggio 2015

I cattolici praticanti spariscono, le chiese diventano moschee

L’ultimo caso nella Loira francese. Da Amsterdam a Londra, centinaia di edifici cristiani trasformati in luoghi di culto islamici
Roma. L’oriente è pieno di chiese trasformate in moschee, come la Omayyade di Damasco, la Ibn Tulun del Cairo e la cattedrale di Santa Sofia a Istanbul. Anni fa una profezia dello scrittore franco-romeno Emil Cioran gettò una luce sinistra anche sull’Europa: “I francesi non si sveglieranno fino a che Notre Dame non sarà diventata una moschea”. Si è tornati a citare Cioran ora che la chiesa di Saint-Eloi a Vierzon, fra la Loira e la Borgogna, diventerà un luogo di culto islamico. La diocesi di Bourges, in mancanza di fondi e fedeli, l’ha messa in vendita e l’offerta più significativa, oltre a quella di aziende e commercianti, è arrivata dall’Association des Marocains. La “scristianizzazione” della regione ha spinto a dismettere la chiesa. Su 27 mila abitanti soltanto trecento sono praticanti e vanno a messa una volta alla settimana. Il quotidiano Berry Républicain rivela che siano stati i fedeli, in accordo con la diocesi di Bourges,
ad appoggiare la scelta di trasformarla in moschea. Recentemente sono usciti i dati sul cosiddetto “sorpasso islamico in Francia”, dove si costruiscono più moschee, e più di frequente, di chiese cattoliche, e ci sono più praticanti musulmani che cattolici. Il più noto leader islamico, Dalil Boubakeur, rettore della gran moschea di Parigi, ha ipotizzato che il numero delle moschee dovrà raddoppiare, fino a quattromila, per soddisfare la domanda. Al contrario la chiesa cattolica ha chiuso più di sessanta edifici sacri, molti dei quali sono destinati a diventare moschee secondo una ricerca del quotidiano Le Croix. Da anni gruppi musulmani stanno chiedendo ai cattolici il permesso di usare le chiese vuote, anche senza acquisirle, per risolvere i problemi di traffico provocati da migliaia di musulmani che pregano in strada.
Un fenomeno, quello della conversione delle chiese in moschee, comune a tutto il centro e nord d’Europa. In Olanda 250 edifici dove per oltre un secolo hanno pregato cattolici, luterani e calvinisti hanno

Anche dalla diocesi di Vicenza arriva un segnale al sinodo: aprite all'amore omosessuale

di Gianfranco Amato
Anche dalla diocesi di Vicenza arriva un segnale al Sinodo: aprite all'amore omosessualeSono tranquillamente seduto in un comodo scompartimento del Frecciargento in partenza dalla Stazione Termini. Destinazione Vicenza, per la consueta conferenza serale su gender, educazione, “diritti gay”, famiglia e affini. Mi dicono che Vicenza sia una piazza particolarmente difficile, soprattutto per quanto riguarda il mondo soi-disant cattolico. Me ne accorgo subito leggendo una surreale iniziativa che la Diocesi di Vicenza ha inteso organizzare per mercoledì 6 maggio, a ridosso del mio incontro. Si tratta della presentazione di un libro di Beatrice Brogliato e Damiano Migliorini intitolato “L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi” (Cittadella Editrice, 2014). Il luogo della presentazione non si può certamente considerare neutro: è il celebre Palazzo delle Opere Sociali in piazza Duomo, edificio di proprietà della diocesi di Vicenza, e attuale sede di uffici diocesani e associazioni cattoliche.
La locandina dell’evento descrive senza ipocrisie il contenuto del saggio da presentare: «Un’occasione per porsi alcuni interrogativi sul tema al centro del Sinodo e per condividere con varie realtà, ecclesiali e non, i risultati dei questionari raccolti nelle parrocchie del vicentino, che interpellano la nostra Chiesa; il libro vuole essere un punto d’incontro, che corrisponde all’invito di Papa Francesco ad “uscire”, a porsi in ascolto, con

Biennale di Venezia, una chiesa (non sconsacrata) trasformata in moschea. Per spo(r)t

Biennale di Venezia, una chiesa (non sconsacrata) trasformata in moschea. Per spo(r)tUna chiesa, quella di santa Maria della Misericordia, chiusa da tempo. Un padiglione della 56esima Biennale d’Arte (quello dell’Islanda) e un artista irriverente, Christoph Büchel, noto per i suoi lavori dal forte profilo politico-sociale che ha deciso di trasformare quel luogo (non sconsacrato) in una moschea curandone ogni dettaglio. E “cedendola” poi per sette mesi alla comunità musulmana di Venezia ad uso religioso. Quello che ha preso forma a Venezia, sotto i flash dei quotidiani di mezzo mondo è, oltre che una clamorosa trovata pubblicitaria da parte dei curatori, la messa a nudo di uno dei nuclei più complessi del dibattito veneziano. La città di Venezia, che conta ventimila musulmani ma non ha mai dato la possibilità alla comunità locale di costruirsi una nuova moschea, nonostante sia stato chiesto più volte (in alcuni casi anche con i finanziamenti alla mano). E nonostante siano state proposte “location” differenti. La risposta è sempre stata negativa e ad oggi i fedeli in una stanzetta ricavata in un capannone industriale.
«Una lezione di civiltà» l’ha definita Hamad Mahamed, siriano, teologo, da anni imam della comunità di

La marcia dei 40mila per dire sì alla vita

di Andrea Lavelli                      11-05-2015


Marcia per la vitaQuarantamila volte sì alla vita senza se e senza ma. Tanti sono stati infatti per gli organizzatori e le agenzie di stampa i partecipanti alla V Marcia Nazionale per la Vita che si è svolta a Roma nel caldissimo pomeriggio di ieri.
Una manifestazione che ancora una volta ha visto la partecipazione di gruppi Pro life provenienti da tutta la penisola e che si sono dati appuntamento a Roma per lanciare un messaggio chiaro: sì alla vita senza compromessi, no all’aborto, alla legge 194 che permette la soppressione di un bambino nell’utero materno e alle pratiche dell’eutanasia e della fecondazione artificiale che sviliscono la vita umana. A mezzogiorno era arrivato anche il saluto e l’incoraggiamento del Santo Padre, che a margine del Regina Caeli aveva ricordato che “è importante collaborare insieme per difendere e promuovere la vita umana”.
Ma cosa spinge quarantamila persone, tra cui tantissimi giovani e giovanissimi, a impiegare una domenica di sole macinando ore di pullman per sopportare il caldo e la sete pur di essere presenti a questa Marcia per la Vita? Sarebbe bello chiederlo a ciascuno di loro per scoprire come sia nato in ciascuno il desiderio di dare il proprio tempo e le proprie energie per una causa giusta e buona, come lo è quella a favore dei bambini non nati.
“Abbiamo affrontato un viaggio faticoso ma siamo spinti dalla voglia di dare la nostra testimonianza su un tema di cui

domenica 10 maggio 2015

Cammino Neocatecumenale: 120 rabbini alla Domus Galilaeae in dialogo con vescovi e cardinali

Concluso giovedì in Israele l'incontro internazionale, guidato da Kiko Argüello, per il 50° anniversario della Nostra Aetate. Il Papa: "Spero che l'incontro rafforzi i vincoli di fraternità che condividete"

Vatican City, Salvatore Cernuzio | 561 hits


È stato un evento senza precedenti quello che si è svolto dal 4 al 7 maggio nella Domus Galilaeae, in Israele. Nella "casa" di spiritualità gestita dal Cammino Neocatecumenale sul Monte delle Beatitudini, 120 rabbini da tutto il mondo, 7 Cardinali e 20 Vescovi si sono ritrovati fianco a fianco a danzare, cantare insieme lo Shema, ascoltare una parola e rinforzare i reciproci rapporti.
L'occasione è stato il primo incontro internazionale che il Cammino Neocatecumenale, guidato da Kiko Argüello, ha voluto organizzare in occasione del 50° anniversario della Nostra Aetate e in ricordo del 70° anniversario della fine della Shoah. L'iniziativa ha ricevuto l'incoraggiamento della Santa Sede e lo stesso Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza attraverso un messaggio in cui ha esortato i due popoli a proseguire sulla via della ritrovata fraternità.
“Porgo i miei saluti a tutti voi che partecipate a questo incontro, e vi assicuro della mia vicinanza spirituale. Spero che il vostro incontro sarà un’occasione per rafforzare i vincoli di fraternità che condividete, e per approfondire il vostro impegno per far conoscere il grido degli innocenti attraverso il linguaggio della musica", ha scritto il Pontefice.
Proprio la musica è stata il fulcro del grande raduno, con l’esecuzione de “La sofferenza degli Innocenti”, la

venerdì 8 maggio 2015

"Io, ex mujaheddin, vi spiego che dalla Libia sta partendo la guerra contro i cristiani"

di Stefano Magni                                         08-05-2015 

Noman Benotman“Stanno lanciando una guerra contro i cristiani, ovunque nel mondo, in Libia così come contro il Vaticano e dobbiamo trovare un interesse comune nel combattere questi fanatici, ma farlo ora, prima che possano diventare troppo potenti”. A parlare così è Noman Benotman, libico, ex jihadista e attualmente presidente della Quilliam Foundation, un’associazione britannica che studia e contrasta i processi di radicalizzazione nel mondo islamico.
Lo abbiamo incontrato nella tavola rotonda “Libia e il futuro della sicurezza nel Mediterraneo”, tenutasi ieri a Roma e organizzata dal Comitato Atlantico Italiano (in collaborazione con Abhath e Mediterranean-Gulf Forum). La Libia è certamente l’argomento prioritario della politica estera italiana, specie quando sono aumentati a dismisura gli sbarchi di immigrati clandestini. Fra i rappresentanti del nostro mondo politico erano invitati a parlare, alla tavola rotonda di Roma, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e l’onorevole Cicchitto (commissione Esteri alla Camera), molti gli ospiti arabi fra cui l’ex mediatore per l’Onu in Libia, Abdul Ilah Khatib, Mohammed Dahlan, uno dei leader più famosi di Al Fatah, Mohammed el Orabi, diplomatico egiziano e già ministro degli Esteri. Noman Benotman, con il suo passato, ha dato un taglio particolarmente sentito e combattivo al suo intervento. E’ l’unico che abbia visto dall’interno come è nata e cresciuta la violenza dei nuovi totalitari.
Cinquantenne libico, oppositore di Gheddafi fin dalla tenera età ed esule politico, ha iniziato la sua “carriera” in

giovedì 7 maggio 2015

Anche la malata Chiesa svizzera chiede al Sinodo di potersi suicidare. Dissolvendosi nel mondo

Mentre nel pomeriggio di ieri giuravano in Vaticano 32 nuove Guardie svizzere, la Conferenza episcopale elvetica metteva online la sintesi delle risposte arrivate al questionario in preparazione del prossimo Sinodo. Di seguito il resoconto che ne ha fatto l'agenzia Sir.

di Maria Chiara Biagioni
Anche la malata Chiesa svizzera chiede al Sinodo di potersi suicidare. Dissolvendosi nel mondoSi allarga il fossato tra i fedeli cattolici svizzeri e il Sinodo sulla famiglia. Nel Rapporto che la Chiesa svizzera ha stilato (consultabile sul sito della Conferenza episcopale svizzera - www.ivescovi.ch) presentando ai padri sinodali le risposte al questionario, si parla addirittura di un “dialogo tra sordi”, a voler sottolineare quanto i presupposti dottrinali e le realtà vissute siano distanti. Il percorso sinodale ha trovato larga eco in Svizzera e in 6mila hanno partecipato ai dibattiti presinodali organizzati dalle chiese locali per rispondere al questionario proposto dal Sinodo. Ma la critica verso “Roma” è totale e i punti critici presenti nel testo dei Lineamenta sono numerosi e condivisi praticamente dalla stragrande maggioranza dei cattolici svizzeri. Nel Rapporto si fa notare che esiste una minoranza che chiede alla Chiesa fedeltà alla tradizione, ma si fa subito notare che questi raggruppamenti appartengono piuttosto alle cerchie tradizionaliste della Chiesa. Alcuni addirittura aderiscono alla Fraternità sacerdotale San Pio X e cioè ai lefebvriani. Dunque, la maggioranza dei cattolici in Svizzera dissente e si posiziona su un fronte di pensiero e prassi familiare molto distanti da quelli delineati e pensati dai padri sinodali.

La critica parte dal presupposto e cioè dal “modello della Santa Famiglia” che i Lineamenta propongono alle

Clamoroso: il nome del Papa usato per diffondere l'ideologia di genere tra i bambini

di Gabriel Ariza          07-05-2015

Diversità«Ci sono bambini che hanno un padre e una madre. Uno di ciascuno. Altri, due di ciascuno. Altri, uno e due; o due ed uno; o solo uno; o una. O nessuno». Questo é il messaggio dedicato ai più piccoli attraverso un racconto infantile della collezione “Con Francesco vicino a me”, venduta ogni domenica dal giornale spagnolo El mundo: ci sono diversi tipi di famiglie e sono tutte accettabili. La frase, che induce il lettore a pensare che sia del Papa, è accompagnata da un disegno di alcune bambine prese per mano da due madri.
La fiaba si chiama “Diversità” ed appartiene ad una serie di racconti infantili promossi dal giornale argentino Clarín con la collaborazione speciale di “Scholas Ocurrentes”, lente educativo promosso e fondato da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires, con il quale continua a mantenere un rapporto stretto.
La pubblicazione di questi racconti in Spagna è curata dal giornale El Mundo, che ogni domenica vende un episodio della raccolta con l´obbiettivo di «avvicinare le delicate parole del Papa ai bambini» così come annunciato dalla pubblicità.
Tra le idee che ipoteticamente il Santo Padre trasmette ai bambini, c’è quella di non farsi condizionare dalle nostre

Via la Croce e la statua del Papa, offendono la laicità

di Matteo Matzuzzi                                             06-05-2015 

La Croce e la statua del Papa a  PloërmelPare non esserci tribunale francese capace di bocciare un ricorso della Federazione Nazionale Libero Pensiero, associazione che appare in grande spolvero, oltralpe. L'ultimo successo, legittimamente festeggiato con tanto di comunicati a salutare «la nuova vittoria», è legato a quanto stabilito da una corte amministrativa di Rennes, in Bretagna. Ploërmel, ridente cittadina di quella regione, da nove anni ospita in una delle sue piazze una statua che ricorda Giovanni Paolo II. Non certo un capolavoro dell'arte moderna, ma pur sempre un monumento che rende omaggio a un Papa fatto santo. Ieri è giunto l'ordine (sei mesi di tempo per darne esecuzione) di rimuoverla. Il motivo è semplice: contrasta con la Legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa. Nello specifico, recita la sentenza, il problema sta nell'arco che sovrasta il monumento, e in particolare nella croce che «ha un carattere ostentato». La soluzione, insomma, non è troppo dissimile da quella praticata dai miliziani jihadisti al soldo del cosiddetto Califfo Abu Bakr al Baghdadi: mettere in moto il bulldozer e radere al suolo le croci.
É l'ultimo esempio della campagna laicista che da tempo pare aver conquistato la Francia. Ormai è una sequela che s'allunga di settimana in settimana, con episodi al limite del grottesco. Lo scorso inverno, a La Roche-sur-Yon, in Vandea,

mercoledì 6 maggio 2015



In memoria del diacono permanente Cristiano Franceschi

Sabato 9 maggio 2015, alle ore 18,30, sarà celebrata nella Cattedrale di Sant'Agapito una messa in suffragio del nostro fratello Cristiano nella ricorrenza del primo anno dalla sua salita al cospetto del Padre. I fratelli diaconi permanenti della Diocesi di Palestrina invitano tutti coloro che lo hanno conosciuto ad unirsi  per  partecipare alla memoria.

diacono Giulio Sbardella

Il matrimonio è una “missione” e la Chiesa ha bisogno di sposi “coraggiosi”

Durante l’Udienza Generale, papa Francesco esorta i mariti e le mogli ad amarsi “senza riserve e senza misura”, sull’esempio di Cristo    

Citta' del Vaticano,         Luca Marcolivio

Risultati immagini per foto  matrimonio  cristianoIl matrimonio cristiano non può limitarsi a “una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto”, essendo, innanzitutto, un “sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare”. Lo ha detto papa Francesco durante l’Udienza Generale di oggi, proseguendo il ciclo di catechesi dedicato alla famiglia.
Il Pontefice ha citato San Paolo, secondo il quale “l’amore tra i coniugi è immagine dell’amore tra Cristo e la Chiesa” (cfr Ef 5,32) ed è carico di una “dignità impensabile” che è “inscritta nel disegno creatore di Dio” e che molte coppie cristiane hanno realizzato, pur con i loro “limiti” e “peccati”.
L’Apostolo delle genti parla anche della natura della relazione sponsale, in cui i coniugi sono “sottomessi gli uni gli altri” (Ef 5,21), ovvero reciprocamente a servizio l’uno dell’altro. Il rapporto tra marito e moglie, ha spiegato il Santo Padre, presenta una “analogia imperfetta” con il rapporto tra Cristo e la Chiesa.
Il marito, infatti, è chiamato ad amare la moglie, così come Cristo “ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei” (Ef 25), afferma San Paolo. “L’effetto di questo radicalismo della dedizione chiesta all’uomo, per l’amore e la dignità della donna, sull’esempio di Cristo, dev’essere stato enorme, nella stessa comunità

Dalla «Lettera a Diogneto» (Capp. 5-6; Funk, pp. 397-401)


I cristiani nel mondo
 
   I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita. Infatti non abitano città particolari, né usano di un qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è stata inventata per riflessione e indagine di uomini amanti delle novità, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filosofico umano.
   Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è per essi terra straniera. Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il talamo.
   Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, sono superiori alle leggi.
   Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Sono sconosciuti eppure condannati. Sono mandati a morte, ma

martedì 5 maggio 2015

Marcia per la Vita: adesioni significative di Cardinali e Vescovi

05  maggio 2015
vescovi-1(di Giuseppe Rusconi su Rossoporpora.org) Si svolgerà a Roma domenica 10 maggio, con partenza alle 14.00 da Castel Sant’Angelo, la quinta edizione della ‘Marcia per la Vita’. Tra  le numerose adesioni quelle di diversi cardinali e vescovi, non solo italiani. Al convegno internazionale di sabato 9 maggio, nella sala san Pio X,  parlerà nel pomeriggio anche il cardinale George Pell su “I genitori come migliori educatori”
Domenica 10 maggio alle 14.00 partirà da Castel Sant’Angelo – concludendosi a piazzale Bocca della Verità – la V edizione della ‘Marcia nazionale per la Vita”. La marcia – il cui comitato è presieduto da Virginia Coda Nunziante – verrà preceduta come l’anno scorso da un convegno di impronta internazionale che si svolgerà presso la Sala San Pio X in via dell’Ospedale e sarà caratterizzato nel pomeriggio (dopo la mattinata a porte chiuse, presenti un’ottantina di associazioni pro-vita di tutto il mondo) dalle relazioni del cardinale George Pell – su “I genitori migliori educatori” – e di John Henry Westen, caporedattore del noto portale LifeSiteNews, sui problemi-chiave in discussione al Sinodo della famiglia. Lunedì 11 maggio, poi, presso l’Università europea di via degli Aldobrandeschi si svolgerà un altro convegno – promosso dall’Università e dall’Ufficio pastorale

lunedì 4 maggio 2015

L'embrione a chi lo do? Dove porta la vita Frankenstein

di Tommaso Scandroglio                                   04-05-2015 

Congelatore per embrioniLei si chiama Sofìa Vergara e fa l’attrice nella serie Tv Modern family. Nella vita reale era fidanzata con il milionario Nick Loeb. I due tentarono di avere un figlio tramite la fecondazione artificiale e poi per mezzo della pratica dell’utero in affitto. Non ci riuscirono e poi arrivò la rottura del fidanzamento. Capita che a volte gli ex si restituiscano i regali che si sono fatti: orologi, videocamere e naturalmente l’anello di fidanzamento. Il problema di Sofìa a e Loeb però stava nel fatto che i due si erano regalati vicendevolmente anche due embrioni che, con termine da ragioniere, i tecnici di laboratorio chiamano soprannumerari. Cioè embrioni prodotti per essere impiantati nell’utero della donna, ma poi abbandonati in azoto liquido. Infatti l’addio della Vergara al suo milionario ha spinto la star a dire addio anche a questi due bambini. Loeb invece voleva che i due embrioni vedessero la luce ed ha trascinato la ex in tribunale. La soluzione della neofilastrocca procreativa “Questo embrione a chi lo do?” è quindi ora in mano ai giudici.
Dal punto di vista legale sia negli Usa – dove solo nove Stati hanno una legislazione che indica cosa fare nelle controversie di questo genere -  che in giro per il mondo, i tribunali nella maggior parte dei casi danno ragione a chi, padre o madre che

domenica 3 maggio 2015

Cinque (più una) buone ragioni per marciare per la vita

di Tommaso Scandroglio                            03-05-2015
La Marcia per la Vita di RomaDomenica 10 maggio a Roma si svolgerà la V edizione della Marcia per la Vita (su questo sito tutte le informazioni necessarie per partecipare: www.marciaperlavita.it). Altre benemerite iniziative – ricordiamo tra le molte la marcia di Biella e Palermo – chiamano a raccolta credenti e non da tutta Italia per difendere la vita, dal momento in cui l’essere umano viene a esistenza al momento in cui la sua parabola terrena si conclude in modo naturale. Ma di certo la Marcia per la Vita di Roma rappresenta un unicum sia per numero di partecipanti – parecchie migliaia – sia per l’eco massmediatico che suscita, sia per il suo carattere internazionale, sia per la capacità di coinvolgere anche il mondo ecclesiale ai più alti livelli.
Ma perché si marcia? I motivi sono molteplici. In primo luogo occorre suscitare un sano rigetto nell’italiano medio verso aborto, eutanasia, fecondazione artificiale. Tutti strumenti di morte venduti al popolino come conquiste civili. Il primo maggio scorso il Corriere della Sera scriveva che la decisione di tenere un bambino oppure no oggi non è più un problema: «in un’ottica laica il problema non si pone: la scelta spetta alla donna». L’aborto non è più un problema. Se prima della 194 l’aborto era un reato, nei primi anni dal varo di questa norma veniva considerato come un’eccezione da tollerare in alcuni casi, negli anni successivi come un fatto né buono né cattivo – in sé neutro moralmente – ed oggi addirittura un

sabato 2 maggio 2015

La tavola del Signore / 4

La tavola escatologica


Quando l’Apostolo Paolo ammaestra i cristiani di Corinto sull’eucaristia voluta da Gesù e comanda loro come deve essere celebrata, scrive: “Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga (donec veniat)” (1Cor 11,26). In tal modo pone un limite alla celebrazione eucaristica e le dà un orientamento decisivo: sarà celebrata fino a che il Signore venga, fino alla venuta nella gloria del Cristo Signore, fino a quando il regno di Dio sarà instaurato in modo definitivo e pieno.
Ecco l’orientamento escatologico della celebrazione eucaristica, ecco perché al suo cuore cantiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta (donec venias). Ecco perché le antiche eucaristie prevedevano, dopo l’anamnesi dell’istituzione eucaristica, l’invocazione: “Marana tha!” (Didaché 10,6; 1Cor 16,22), “Vieni, Signore Gesù!” (Ap 22,20), “Vieni presto!”.
Alla fine dei tempi l’eucaristia non sarà più celebrata con pane e vino, ma sarà celebrata da tutta l’umanità, che farà il suo ringraziamento a Dio per averla creata e salvata. L’immagine che noi umani possiamo tenere davanti è sempre quella di un “pane del cielo” (Es 16,4; Sal 78,24; Gv 6,31.32; cf. anche 6,41.50-51), di un “vino nuovo” (cf. Mc 14,25; Mt 26,29).
Ma pane e vino saranno nel Regno la comunione inebriante all’amore di Dio: noi

venerdì 1 maggio 2015

Anche i sacerdoti americani chiedono al sinodo sulla famiglia di confermare la dottrina cattolica

di Marco Tosatti

Anche i sacerdoti americani chiedono al Sinodo sulla famiglia di confermare la dottrina cattolicaAnche negli Stati Uniti un numero crescente di sacerdoti, seguendo l’esempio dell’Inghilterra e del Galles stanno firmando un documento in cui si chiede al Sinodo dei Vescovi, previsto per l’ottobre prossimo, di emettere “una proclamazione chiara e ferma sull’insegnamento morale della Chiesa sul matrimonio che non cambia”.
Un piccolo gruppo di sacerdoti negli USA, afferma Catholic Culture , ha organizzato una campagna tesa a confermare l’insegnamento della Chiesa, “così che la confusione possa essere rimossa”. E’ un documento breve , quattro paragrafi, in cui i firmatari esprimono il loro impegno e “incrollabile fedeltà” all’insegnamento della Chiesa.
Padre Jerry Pokorsky, un sacerdote di Arlington, una diocesi della Virginia, riporta che in meno di una settimana quattrocento preit hanno aggiunto il loro nome alla lista. Padre Daniel O’Mullane di patersone, New Jersey, ha cominciat a reclutare volontari che chiameranno i sacerdoti nelle loro diocesi, per incoraggiarli a firmare. Ha creato un contatto in questo senso a familysynod@gmail.com.    
“Come preti cattolici ci impegniamo di nuovo nel compito di presentare l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio in tutta la sua pienezza, mentre cerchiamo di raggiungere con la compassione del Signore quelli che lottano per rispondere alle richieste e alle sfide del Vangelo in una società sempre più secolarizzata. Inoltre affermiamo l’importanza di mantenere la disciplina tradizionale per ciò che riguarda la ricezione dei sacramenti e la convinzione millenaria che la dottrina e la pratica rimangano fermamente e inseparabilmente in armonia”.