Durante la messa a Santa Marta, papa Francesco ha esortato a "camminare alla presenza del Signore" e ad essere "irreprensibili"
Citta' del Vaticano, (Zenit.org) Luca Marcolivio | 203 hits
Pazienti e irreprensibili come il buon padre Abramo. Così devono essere i cristiani, nel loro cammino lungo i passi del Signore. In questi termini si è espresso papa Francesco, durante l’omelia della messa mattutina a Santa Marta, cui hanno assistito, tra gli altri, un gruppo di dipendenti della Direzione di Sanità e Igiene, accompagnati dal direttore, Patrizio Polisca.Traendo spunto dalla Prima Lettura (Gen 17,1.9-10.15-22) e dal Vangelo (Mt8,1-4) di oggi, il Santo Padre ha osservato come, in un modo o nell’altro, Dio è capace di penetrare “nella nostra vita”, ovvero “nella vita del suo popolo”. Sebbene ogni faccia-a-faccia tra Dio e l’uomo sia una storia a sé, alla fine c’è sempre “questo incontro tra noi e il Signore”.
Qualche volta Dio irrompe in modo improvviso, come fa con il lebbroso del Vangelo odierno ma, più spesso, si fa strada nelle nostre vite in modo lento ma inesorabile, talora mettendo alla prova la nostra pazienza. I fedeli in questa situazione sono tanti e sembrano dire: “Ma Signore, quando?”. E, nonostante la preghiera, Dio pare non intervenire nelle loro esistenze.
Persino Abramo, messo alla prova da anni di attesa, arrivò a nascondere il suo volto e a sorridere, domandandosi: “Ma come, io, a cento anni quasi, avrò un figlio e mia moglie a 90 anni avrà un figlio?”.