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giovedì 27 giugno 2013

"La Chiesa non è un intreccio di interessi, è opera dello Spirito Santo"

Durante l'Udienza Generale, papa Francesco dice ai fedeli: "tra noi nessuno è il più importante e io sono come ognuno di voi"

Citta' del Vaticano, (Zenit.org) Luca Marcolivio | 158 hits

Proseguendo il ciclo di catechesi sul Mistero della Chiesa, papa Francesco si è soffermato sul tema La Chiesa: tempio dello Spirito Santo. Attingendo alla Costituzione Dogmatica Lumen Gentium (n° 6), il Santo Padre ha menzionato la metafora del tempio.
Nell’Antico Testamento, il Tempio di Salomone era “il luogo dell’incontro con Dio nella preghiera”, all’interno del quale era presente “l’Arca dell’alleanza, segno della presenza di Dio in messo al popolo”, con le sue “Tavole della legge, la manna e la verga di Aronne”.
Il tempio, ha spiegato il Pontefice, è il segno del transito ininterrotto di Dio nella storia, pertanto ognuno di noi deve ricordarsi di questa storia, assieme alla propria storia, ovvero a “come Gesù mi ha incontrato, come Gesù ha camminato con me, come Gesù mi ama e mi benedice”.
Per un cristiano, il Tempio dove possiamo “trovare e incontrare il Signore” è proprio la Chiesa, che si compone di tutti i suoi fedeli, ha aggiunto il Papa.

L’antico Tempio rappresentava una “casa” per Dio, era un “segno visibile della sua presenza in mezzo al popolo”. Con l’incarnazione del figlio di Dio, tuttavia, è Dio stesso che “costruisce la sua casa” sulla terra, “per venire ad abitare in mezzo a noi” (cfr. Gv 1,14).
La nuova Casa di Dio, la Chiesa, non si compone tanto di pietre materiali, quanto di “pietre viventi”, ovvero di uomini. San Paolo, a sua volta, ricordava ai cristiani di Efeso di avere Gesù Cristo come “pietra d’angolo” (cfr. Ef 2,20-22).
In quanto “pietre vive dell’edificio di Dio”, i cristiani hanno Cristo come sostegno ma, al tempo stesso, si sostengono a vicenda. Ciò significa, ha proseguito il Santo Padre, che “il tempio siamo noi, noi siamo la Chiesa vivente, il tempio vivente e quando siamo insieme tra di noi c’è anche lo Spirito Santo, che ci aiuta a crescere come Chiesa. Noi non siamo isolati, ma siamo popolo di Dio: questa è la Chiesa!”.
C’è poi lo Spirito Santo,“con i suoi doni, che disegna la varietà” all’interno della Chiesa, che “unisce tutto e tutti”: per essa “non offriamo sacrifici materiali, ma noi stessi, la nostra vita”. La Chiesa, infatti, “non è un intreccio di cose e di interessi, ma è il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera”, e in cui “ognuno di noi con il dono del Battesimo è pietra viva”.
Nella Chiesa “nessuno è inutile”, anzi, siamo “tutti necessari per costruire questo Tempio”, ha affermato il Papa. “Nessuno è il più importante nella Chiesa, tutti siamo uguali agli occhi di Dio”, ha aggiunto. Persino il Papa non è diverso dagli altri fedeli. “Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali, siamo fratelli!”, ha detto Francesco.
Se qualcuno affermasse: “Io con la Chiesa non c’entro”, va a finire che “salta il mattone di una vita in questo bel Tempio”. Nessuno cristiano può abbandonare la Chiesa ma “tutti dobbiamo portare alla Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro lavoro”.
La vera domanda che i cristiani devono porsi è: “come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per così dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti?”. Un vero cristiano deve essere “vivo” e “gioioso” della propria fede. Deve, cioè, “vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che è la Chiesa”.
L’alternativa è, quindi, tra l’aprirsi all’azione dello Spirito Santo “per essere parte attiva nelle nostre comunità”, oppure chiudersi in se stessi, trovando il consueto alibi: “ho tante cose da fare, non è compito mio”.
Al termine dell’Udienza Generale, papa Francesco ha salutato il cardinale Salvatore De Giorgi, porgendogli i propri auguri per il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale e per il quarantesimo anniversario di ordinazione episcopale del porporato.
Questi sessant’anni dedicati alla Chiesa da parte del cardinale De Giorgi, sono stati “un bel servizio che lui ha fatto con cuore di padre, con bontà di padre, e con questo cuore di padre ha fatto tanto bene alla Chiesa”, ha commentato il Santo Padre, esortando i fedeli ad avere animo grato verso il porporato.

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