ICONA DELLA SANTA SAPIENZA
Nell’immagine appare chiaro un asse verticale che si muove da Dio verso il creato, passando attraverso Cristo e giungendo alla Sua prima Creatura: la “Sofia”. E’ interessante notare come le figure del Cristo e della Sua Santa Madre siano separate dalla Sofia. La sapienza siede su un trono riccamente decorato e poggia i suoi piedi sul mondo. "A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono l'intelligenza, a me appartiene la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i magistrati emettono giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia."(Prov. 8,14-16)
Secondo i Padri greci, il cristiano scopre la posizione sovrastante della Sofia perché ne scorge un riflesso in tutti gli esseri che il Divino Amore ha voluto creare.
Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e come nube ho ricoperto la terra.
Io ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
Ho percorso da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
(Siracide 24, 3-6)
La Sofia è rappresentata come una creatura angelica "infuocata" dotata di grandi ali, spesso rosse, recante in una mano il "merillo" simbolo della sua dignità angelica, nell'altra il rotolo delle Sacre Scritture: la Parola di Dio. Il trono della Sofia riccamente adornato è sostenuto da ben sette colonne "La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne."(Prov. 9,1). Chiarissima l'allusione alla sua "nuova Dimora" nell'umanità: la Chiesa, la Gerusalemme Celeste. Il tutto è inscritto in una mandorla di luce chiara, che in alcune icone procedendo nello spazio si evolve in luce blu increata. La Sofia è dono di Dio all'umanità perché è porta d'accesso alla contemplazione di Dio. La Sofia designa la Chiesa, e la Madre di Dio come tramiti dell'intera umanità per la divinizzazione, che però può aver luogo soltanto attraverso il Cristo, da qui la posizione preminente di Gesù benedicente racchiuso nella mandorla di luce increata, sopra la Sofia. Sopra Gesù è rappresentata l'Etimazia, il trono preparato per Cristo nel giorno del Giudizio. Due gruppi, ciascuno di tre angeli, sono in adorazione del Santo Trono del Cristo.
La composizione generale dell'Icona è fortemente ispirata ai canoni della Deesis. Ai lati della Sofia in atteggiamento di intercessione, la tutta Santa Madre di Dio (Panaghia) dipinta in piedi, qualche volta anche con il modulo detto del "segno". Tutta la vita di Maria fu in effetti un continuo incontro tra il visibile corporeo e l'invisibile increato. Da un lato la Santissima Vergine vedeva, accarezzava e toccava il Dio fatto uomo, dall'altra parte nel suo animo fu sempre ben impressa la visione spirituale del Lògos. "Se tutta l'umanità è la Sofia, la Chiesa che è l'anima e la coscienza dell'umanità è la Sofia universale. Se la Chiesa dei santi è la Sofia, Maria è colei che intercede per tutte le creature presso il Verbo Divino..., è Sofia per eccellenza."(Pavel Florenskij)
Contemplando lo sguardo di Maria sembra quasi di udire i Suoi pensieri: "Dio ha scelto voi piccoli per realizzare i suoi grandi progetti. Figli miei, siate umili. Dio attraverso la vostra umiltà con la sua sapienza, delle vostre anime farà la sua dimora scelta. Pregate, cari figli, specialmente per i doni dello Spirito Santo, affinché nello spirito dell' amore ogni giorno ed in ogni situazione siate più vicini al fratello e nella sapienza e nell'amore superiate ogni difficoltà. Mettete Dio al centro del vostro essere cosicché possiate testimoniare nella gioia le bellezze che Dio vi dona continuamente nella vostra vita."
Dall'altro lato San Giovanni Battista: il primo testimone dell'Epifania. Il concetto stesso di Epifania è intimamente legato alla Conoscenza di Dio, la Sofia; in greco il termine epiphanein assume il valore semantico di mostrare, cioè rivelare l'essenza stessa e più intima di ciò che è stato creato. Ecco quanto si è rivelato a Giovanni sulla riva del Giordano: gli occhi di una creatura si posarono sul Creatore fattosi creatura, mentre lo spirito di Giovanni contemplava Dio. "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio"(Gv 1,32-34). La figura stessa di Giovanni è quindi una personificazione del riflesso della Sofia intesa come chiave, porta di accesso, alle realtà invisibili.
Ancora una volta ecco la rappresentazione della Sofia; la creatura angelica infuocata che siede in una chiara luce, comprensibile agli occhi delle creature, per progredire via via che ci si muove nello spazio dell'icona in una luce blu, simbolo della luce increata di Dio.
L'intera icona è continuamente ispirata ad uno schema trinitario: quattro gruppi di tre figure ciascuna. In alto due gruppi di tre angeli contrassegnano la parte divina dell'Icona (Dio Padre), al centro in modo verticale le tre visioni che colgono, rispettivamente, il Padre, il Lògos, la Sofia intesa come superficie delle cose. In basso le creature, spesso poggiate su una superficie verde, simbolo della terra, in atteggiamento di intercessione: la Santissima Vergine, il Battista e la personificazione della Sofia.
“Vi sono presentate le tre visioni, che colgono, rispettivamente, la superficie, le Idee e Dio Padre. Ma siccome avevano paura che questo fosse un panteismo, dicevano: «C’è dentro la sapienza divina. Invece di ritrarre Dio, dipingono un angelo in forma femminile, che rappresenta la sapienza che è dentro tutte le cose: la Sophia».” (T. Rupnik). Il numero trinitario simboleggia Dio, mentre quattro sono i bracci della croce cui fu attaccato il Dio fattosi uomo, quella stessa croce ove Gesù raccolse la sofferenza dell'intera umanità, ma che a noi ha procurato la salvezza, la divinizzazione, l'unione con Dio. La Sapienza, questo immenso dono di Dio, grande fondamento del Creato, indica la via verso il ponte che porta l'uomo verso l'invisibile, quel ponte costruito sull'abisso stesso della nostra esistenza. Scoprendo Dio, Cirillo, come abbiamo visto, esclamò: "Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen".
Ecco perché nel centro della cristianità d'Oriente a questa odigitria fu dedicata la più importante chiesa del mondo cristiano, patrocinata, guarda caso, dalla tutta Santa Madre di Dio: l'Odigitria.
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