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martedì 9 giugno 2020

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OGGI È LA MEMORIA DI S. EFREM. ECCO UN TESORO DI RARA BELLEZZA, UNA DELLE COSE PIÙ ALTE CHE UN UOMO ABBIA SCRITTO.
SANTA PASQUA DI RESURREZIONE

La Morte aveva finito il suo beffardo discorso
e la voce di nostro Signore risuonò fragorosamente nello Sheol, aprendo ogni tomba una per una.
Terribili spasimi afferrarono la Morte nello Sheol; dove la luce non era mai stata, raggi brillarono dagli angeli che erano entrati
per far uscirei morti a incontrare
il Morto che ha dato vita a tutto.
La morte di Gesù è un tormento per me (dice la Morte),
vorrei averlo lasciato vivo:
sarebbe stato meglio per me che la sua morte.
Qui c’è un morto la cui morte trovo detestabile; alla morte di ogni altro io gioisco, ma la sua morte mi tormenta, e aspetto che torni alla vita: durante la sua vita egli ha fatto rivivere e portato di nuovo alla vita tre morti.
Ora attraverso la sua morte i morti che sono venuti di nuovo alla vita mi calpestano alle porte dello Sheol quando vado per trattenerli.
Correrò e chiuderò le porte dello Sheol davanti a questo Morto
la cui morte mi ha rapinato.
Chi sentirà ciò si meraviglierà
della mia umiliazione, perché sono stata sconfitta da un Morto venuto da fuori:
tutti i morti vogliono andare fuori,
e lui insiste per entrare.
Un farmaco di vita è entrato nello Sheol e ha riportato i suoi morti indietro alla vita.
(Sant’Efrem il Siro, Inni sulla Risurrezione)

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