TORNARE CON CRISTO AL "PRINCIPIO" PER VIVERE OGNI RELAZIONE COME UN NUOVO INIZIO
TORNARE CON CRISTO AL "PRINCIPIO" PER VIVERE OGNI RELAZIONE COME UN NUOVO INIZIO
Vi sono domande che non cercano risposte, ma che sembrano piuttosto pistole puntate alla tempia. Come quella, subdola e perversa, di "alcuni farisei": "E' lecito.... ?". Di fronte al "mistero grande" del matrimonio, l'unico che sembra loro interessare è se sia "lecito ripudiare" la moglie. In essi affiora sempre l'approccio legalistico alle persone, che rinvia, scioglie (significato originale di ripudiare) l'amore nei confini del proprio tornaconto. In questo episodio è profetizzata l'ondata dei "è lecito?" che, dall'Illuminismo ai nostri giorni, ha stravolto l'umanità. Sempre in cerca di un "è lecito" per sfuggire il dolore e il sacrificio che, a causa del peccato, l'amore suppone. La domanda, retorica come lo fu sulla bocca di quei farisei, è la stessa che risuona nelle piazze, nei cinema e nelle televisioni, sui giornali e nelle aule parlamentari. E' lecito tutto ciò che dissolve l'amore, che, paradossalmente, diviene l'unico illecito. La questione posta da alcuni tra i farisei, infatti, non sarebbe mai posta da un cuore che ha conosciuto l'amore di Dio: un fariseo, conoscitore della Scrittura e della storia del suo Popolo, avrebbe dovuto ricordare quante volte Dio ha stornato la propria ira, rinunciando a ripudiare la sua sposa infedele: superando con il suo agire la sua stessa Legge, Dio ha rivelato mille volte che l'infedeltà del Popolo può essere sanata solo con un amore infinitamente più grande, che assuma la debolezza e la durezza senza condannare la persona, per trasformarne il cuore attraverso la gratuità della misericordia. Quei farisei, che portavano dentro questa esperienza dell'amore di Dio per il suo Popolo, non potevano aver dimenticato le parole e la vita dei profeti. Per questo, la loro domanda è maliziosa: avevano capito che era giunto Colui che sapeva e poteva smascherarne l'ipocrisia, dovevano quindi mettere alla prova Gesù per avere di che accusarlo, e così proteggere se stessi. Come facciamo noi, molte volte, e proprio quando si tratta del matrimonio, della famiglia, dei rapporti tra fratelli. Ma Gesù, conoscendo il loro cuore, risponde inaspettatamente con un'altra domanda, questa volta piena d'amore e ci ci annuncia di nuovo il Vangelo attraverso la Chiesa, la liturgia e la predicazione. Il matrimonio, infatti, tale come traspare dalle parole di Gesù, è la Buona Notizia dell'amore di Dio con il quale e per il quale ha creato l'uomo, maschio e femmina. Per parlare del rapporto tra Dio e l'uomo, la Scrittura usa immagini nuziali di rara bellezza e di sconosciuta misericordia. Dio ha sempre avuto misericordia del suo Popolo, anche nei momenti in cui ne è stato tradito più vergognosamente. Quando Gesù dice "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi", sta chiedendo a quei farisei se avessero mai letto queste parole alla luce della storia che Dio ha fatto con il loro Popolo. "Da principio" Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, "maschio e femmina" perché in essi, nella loro irriducibile diversità e complementarietà che "Dio ha congiunto in una carne sola", rifulgesse il mistero dell'amore e della comunione della Trinità: "la missione della famiglia è iscritta nel solco della Santissima Trinità. Non c’è, in questo mondo, un’altra immagine più perfetta, più completa di quello che è Dio: unità, comunione. Non c’è un’altra realtà umana più corrispondente, più umanamente corrispondente a quel mistero divino" (Giovanni Paolo II). "Da principio" Dio ha pensato la comunione e l'amore. Al "principio" di tutto, come una vocazione dell'universo e degli uomini, come una profezia dell'eternità. "Da principio", infatti, ap'archès, traduce la prima parola ebraica della Torah; come anche l'inizio del Vangelo di Marco e Giovanni. La prima parola della Bibbia è l'amore che crea e unisce un uomo e una donna. Sulla soglia della vita vi è la famiglia, così come Dio l'ha pensata, voluta e creata; il Vangelo parte da qui, e nessun annuncio può non partire dall'amore dal quale ogni uomo è stato generato, come lo stesso Figlio di Dio, la Parola del Padre che era al Principio e si è fatta carne nello Spirito Santo per riunire in sé stessa ogni carne dispersa e separata. Creando l'uomo libero, Dio sapeva, infatti, che questi avrebbe potuto "indurire il cuore" nella menzogna del demonio e separarsi da Lui e separare quello che Egli aveva unito; Adamo ed Eva, ingannati, caddero preda della "Sklerokardia", la durezza del cuore; si tratta di un termine rarissimo nel Nuovo Testamento, è usato solo qui (e nel parallelo di Mc) e nel finale di Marco, quando Gesù risorto, apparendo ai discepoli, li rimprovera per la loro incredulità e durezza di cuore: "dal principio" dunque, sino al mattino della resurrezione, e ancora più in là sino all'alba dell'Ascensione, da Adamo ed Eva sino ai discepoli di Gesù, la stessa malattia del cuore, la stessa incredulità. Quei farisei increduli vogliono ingannare Gesù per indurlo a dar loro ragione; per questo obiettano che "Mosè ha "ordinato" di dare l'atto di ripudio". Qualcosa che è "permesso" non è un obbligo o un comando da eseguire. Per riguardo alla "debolezza" si "permette" qualcosa di speciale. Ma Gesù li riporta alla verità; in effetti, Mosè non ha dato alcun ordine riguardo al ripudio: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli". Sino a quel giorno, quasi obbligato dalla durezza del cuore, era stato permesso qualcosa che non lo era "da principio".
Nessun commento:
Posta un commento