giovedì 17 settembre 2020
mercoledì 16 settembre 2020
DAGLI «ATTI PROCONSOLARI DEL MARTIRIO DI SAN CIPRIANO "IN UNA COSA COSÌ GIUSTA NON C'È DA RIFLETTERE"
Al mattino del 14 settembre molta folla si era radunata a Sesti secondo quanto aveva ordinato il proconsole Galerio Massimo. E così lo stesso proconsole Galerio Massimo ordinò che gli fosse condotto Cipriano all'udienza che teneva nel medesimo giorno nell'atrio Sauciolo. Quando gli
fu davanti, il proconsole Galerio Massimo disse al vescovo Cipriano: «Tu sei Tascio Cipriano?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sì, sono io».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Sei tu che ti sei presentato come capo di una setta sacrilega?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sono io».
Galerio Massimo disse: «I santissimi imperatori ti ordinano di sacrificare». Il vescovo Cipriano disse: «Non lo faccio».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Rifletti bene». Il vescovo Cipriano disse: «Fa' ciò che ti è stato ordinato. In una cosa così giusta non c'è da riflettere».
Galerio Massimo, dopo aver conferito con il collegio dei magistrati, a stento e a malincuore pronunziò questa sentenza: «Tu sei vissuto a lungo sacrilegamente e ti sei aggregato moltissimi della tua setta criminale, e ti sei costituito nemico degli dèi romani e dei loro sacri riti. I pii e santissimi imperatori Valeriano e Gallieno Augusti e Valeriano nobilissimo Cesare non riuscirono a ricondurti all'osservanza delle loro cerimonie religiose. E perciò, poiché sei risultato autore e istigatore dei peggiori reati, sarai tu stesso di esempio a coloro che hai associato alle tue scellerate azioni. Col tuo sangue sarà sancito il rispetto delle leggi». E dette queste parole, lesse ad alta voce da una tavoletta il decreto: «Ordino che Tascio Cipriano sia punito con la decapitazione». Il vescovo Cipriano disse: «Rendiamo grazie a Dio».
Dopo questa sentenza la folla dei fratelli diceva: «Anche noi vogliamo esser decapitati insieme a lui». Per questo una grande agitazione sorse fra i fratelli e molta folla lo seguì. E così Cipriano fu condotto nella campagna di Sesti e qui si spogliò del mantello e del cappuccio, si inginocchiò a terra e si prostrò in orazione al Signore. Si tolse poi la dalmatica e la consegnò ai diaconi, restando con la sola veste di lino, e così rimase in attesa del carnefice.
Quando poi questo giunse, il vescovo diede ordine ai suoi di dargli venticinque monete d'oro. Frattanto i fratelli stendevano davanti a lui pannolini e fazzoletti. Quindi il grande Cipriano con le sue stesse mani si bendò gli occhi, ma siccome non riusciva a legarsi le cocche del fazzoletto, intervennero ad aiutarlo il presbitero Giuliano e il suddiacono Giuliano.
Così il vescovo Cipriano subì il martirio e il suo corpo, a causa della curiosità dei pagani, fu deposto in un luogo vicino dove potesse essere sottratto allo sguardo indiscreto dei pagani. Di là, poi, durante la notte, fu portato via con fiaccole e torce accese e accompagnato fino al cimitero del procuratore Macrobio Candidiano che è nella via delle Capanne presso le piscine. Dopo pochi giorni il proconsole Galerio Massimo morì.
Il santo vescovo Cipriano subì il martirio il 14 settembre sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, regnando però il nostro Signore Gesù Cristo a cui è onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen
Gesù scaccia lo spirito immondo nella sinagoga di Cafarnao - Affresco XI Sec. |
SOLO LA PAROLA DELLA CROCE CHE CI ANNUNCIA LA CHIESA CI SALVA "SENZA FARCI ALCUN MALE"
Abbiamo bisogno dell'"autorità" e del "potere" della Parola di Gesù. Senza di essa i demoni e i loro inganni non si smascherano, e noi continuiamo a vivere profondamente insoddisfatti perché obbligati a frustrare la missione che dà senso alla nostra vita. Certo, ci fanno soffrire molte cose esterne a noi, ma non sono queste a "rendere impuro" il nostro cuore. Infatti, nonostante le lotte e gli sforzi, restiamo "impuri", incapaci cioè di vivere nella gioia e nella benedizione. In Israele la "purità" era proprio la condizione per celebrare il culto. Gli ebrei sapevano che il peccato che rende "impuro" è legato alla morte, entrata nel mondo per invidia del demonio. Scelto e "santificato", cioè separato dall'impurità del mondo, attraverso la "purezza" di una vita obbediente alla Torah, Israele era la primizia chiamata a mostrare i frammenti di quello che l'umanità ha perduto con il peccato. Ma anche Israele è stato infedele a causa della sua dura cervice sedotta dal demonio, e si trovava "impuro" nella sinagoga dove avrebbe dovuto celebrare il culto. Doveva venire il Messia, la cui "parola comandasse con autorità e potenza agli spiriti immondi". Doveva "discendere" Gesù a Cafarnao, la città dove giaceva "posseduto da uno spirito impuro" ogni figlio di Israele; doveva visitare di "sabato" la "sinagoga", il luogo che sostituiva il tempio per le liturgie settimanali, perché è proprio lì che satana attira nella sua impurità pervertendo la Parola di Dio. Satana è un angelo decaduto, conosce le liturgie celesti, figurati quelle celebrate sulla terra... "Sa chi è" Gesù e ce lo dice proprio mentre ascoltiamo la Parola e la predicazione, magari nella preghiera, a messa, durante le attività della parrocchia, presentandoci Gesù come il "santo di Dio”. E cadiamo nel tranello di una verità avvelenata dalla menzogna, perché il Gesù di satana è un Messia secondo il pensiero del mondo, un taumaturgo che deve risolvere i problemi e cambiare la storia. E siccome Gesù non compie la nostra volontà che ci condurrebbe alla rovina riservata ai superbi, ma la volontà d'amore del Padre che ci vuole salvi a tutti i costi, cominciamo a mormorare: “se Gesù è il Figlio di Dio non può permettere questa sofferenza, la deve eliminare e cambiare la storia e le persone”. Ci ribelliamo e non vogliamo "avere niente a che fare" con il Messia crocifisso perché il demonio ci ha convinto che Gesù, piantando la sua Croce nella nostra vita, “venga a rovinarci”. Per questo "gridiamo forte" prestando la voce al demonio che "possiede" il nostro cuore, e diciamo “basta!" alla volontà di Dio. Ma proprio questo grido di ribellione è il segno che Gesù è "disceso" alla nostra vita e ci sta salvando; attraverso la sua parola che ascoltiamo nella Chiesa, sta “intimando” al demonio con "autorità" e "potenza" di “tacere e di uscire da noi”. Gesù ci sta esorcizzando oggi attraverso la parola della Croce sulla quale ci attira e dove “si dirige” al demonio: è lui infatti il padre che ci ha generati all'impurità, sarebbe inutile parlare con noi. Proprio come accade in ogni esorcismo. E il demonio tace, perché ad ogni suo inganno, la Croce di Gesù oppone la verità dell'amore infinito di Dio. Coraggio allora, lasciamoci abbracciare da Cristo crocifisso, perché, al contrario di ciò che pensa il mondo, solo sulla Croce potremo sperimentare che il suo amore ci salva “senza farci alcun male”. La Croce, infatti, "getta a terra" il nostro uomo "impuro" per far nascere in noi l'uomo "puro" che entra nella storia benedicendo Dio, come un segno del suo amore "in mezzo a tutti".
martedì 15 settembre 2020
lunedì 14 settembre 2020
(Disc. 10 sull'esaltazione della santa croce;
PG 97, 1018-1019. 1022-1023)
La croce è gloria ed esaltazione di Cristo
Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell'albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l'inferno non sarebbe stato spogliato.
È dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perchè, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. È preziosa poi la croce perchè è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perchè con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell'inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l'universo.
La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui, e lo glorificherà subito» (Gv 13, 31-32).
E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5). E ancora: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12, 28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cristo, ascolta ciò che egli stesso dice: Quando sarò esaltato, allora attirerò tutti a me (cfr. Gv 12, 32). Vedi dunque che la croce è gloria ed esaltazione di Cristo.
sabato 12 settembre 2020
venerdì 11 settembre 2020
mercoledì 9 settembre 2020
martedì 8 settembre 2020