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sabato 31 gennaio 2015

La Slovacchia al referendum per dire no ai matrimoni gay, alle adozioni per le coppie omosessuali, al gender a scuola


«La Slovacchia ha un suo ruolo specifico nella costruzione dell’Europa del Terzo Millennio: siatene ben consapevoli! Con le sue tradizioni e la sua cultura, con i suoi martiri e confessori, con le forze vive delle sue nuove generazioni». Così Giovanni Paolo II disse il 9 novembre 1996 a un gruppo di pellegrini slovacchi giunti a Roma.
Quelle parole sono risuonate anche nelle ultime settimane in Slovacchia, chiamata  ora a una testimonianza importante per tutta l’Europa. Il prossimo sabato 7 febbraio i suoi cittadini sono infatti chiamati ad esprimersi in un referendum in materia di matrimonio e famiglia, promosso da laici - cattolici, protestanti, ortodossi, persone di buona volontà - che di fronte ai primi tentativi di importare nel Paese l’ideologia del gender non sono stati con le mani in mano, ma hanno deciso di reagire. Questi i quesiti referendari:
1. Matrimonio: sei d'accordo sul fatto che nessun'altra unione, se non quella di un uomo e una donna, possa essere definita matrimonio?
2. Adozione: sei d'accordo sul fatto che non sia permesso a coppie composte da persone dello steso sesso di adottare e crescere figli?
3. Educazione sessuale ed eutanasia: sei d'accordo sul fatto che le scuole non obblighino gli alunni a partecipare a lezioni in tema di comportamento sessuale ed eutanasia nel caso in cui i loro genitori non ne condividano i contenuti?

Anche la Chiesa non ha taciuto: domani, come ultimo atto di una vasta opera di sensibilizzazione, i parroci leggeranno dopo la Messa una lettera scritta dalla Conferenza episcopale, che invita tutti a fare la propria
parte. Perché il risultato del referendum sia valido, i partecipanti devono superare il 50% degli elettori: una sfida, in un Paese in cui l'affluenza ai seggi è tradizionalmente bassa. L’associazione che guida il fronte del “Sì” è Aliancia za rodinu, Alleanza per la famiglia, che ha svolto un lavoro coraggioso e indefesso e di cui presentiamo qui un esempio: si tratta di un video che tutti i canali televisivi del Paese si sono però rifiutati di trasmettere. Per comprendere meglio la scena: una donna, operatrice dei servizi sociali, si avvicina a un bambino che disegna dicendogli: “Piccolo Adam, sono venuti i tuoi nuovi genitori”; Adam li osserva e chiede: “E la mamma dov’è?”. “Deti v tom maju jasno” è il commento della voce in sottofondo, “I bambini lo capiscono benissimo”, con l’invito il 7 febbraio a votare tre “Sì” per difendere la famiglia.

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