Un fiume umano ha raggiunto Washington tra mercoledì e giovedì scorso, quello dei partecipanti alla Marcia per la vita. Giunta alla sua edizione numero 42, la Marcia si è confermata anche quest’anno come l’iniziativa più rappresentativa ed “ecumenica” di tutto il grande mondo pro-life statunitense.
Mercoledì sera, alla vigilia dell’evento, il cardinale Sean O’Malley ha celebrato una Messa presso la Cattedrale della Santa Croce. Nell’omelia ha sottolineato come negli Usa sia sta verificando un sorprendente cambiamento dell’opinione pubblica riguardo all’aborto, nel silenzio dei media. Un fenomeno «generazionale» che il porporato attribuisce appunto ai «giovani», oggi « il segmento pro life più importante». E ha aggiunto una serie di considerazioni ispirate, di cui riportiamo qui uno scampolo:
[…] Nella storia del nostro Paese, persone di fede hanno lavorato insieme per sconfiggere il razzismo e l’ingiustizia. Ora anche noi siamo qui per difendere la vita innocente, quella vulnerabile degli anziani e quella coloro che la vedono minacciata. Noi vinceremo (we shall overcome).
In realtà stiamo già trionfando, ma è un segreto molto ben custodito. […]
Dobbiamo lavorare incessantemente per cambiare le leggi ingiuste, ma dobbiamo lavorare ancora di più per cambiare i cuori, per costruire una civiltà dell’amore. Solidarietà e comunità sono gli antidoti all’individualismo e all’alienazione che porta sulla strada dell’aborto e dell’eutanasia.
Il giovane ricco se ne andò scoraggiato perché quello che Cristo gli chiedeva era difficile. Le sfide che affrontiamo sono grandi e lo scoraggiamento è il nostro maggiore nemico.
Ma sappiate che Gesù ci sta guardando con amore. Il suo amore deve darci energia e unirci. Nessun sacrificio è troppo grande, non dobbiamo guardare i costi, ma insistere, convinti che vinceremo […].
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