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lunedì 18 giugno 2018



Cristo, che è il nuovo Adamo, 
proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore 
svela anche pienamente l’uomo all’uomo 
e gli fa nota la sua altissima vocazione.

Gaudium et spes, n. 22

L'AMORE SOPRANNATURALE DI CRISTO CI ABBRACCIA POLVERIZZANDO LE NOSTRE MALVAGITA'



Ecco un nuovo lunedì da vivere come figli della Domenica, il giorno nel quale, il Signore ci ha accolto nel suo Regno. Lo abbiamo sperimentato, vero? Abbiamo cioè creduto alla predicazione e, camminando per crescere nella fede, stiamo assaggiando il perdono dei peccati? Se sì, sapremo ascoltare umilmente e senza difenderci queste parole, e vedremo apparire Gesù Cristo compierle nella nostra vita. Solo allora diventeranno un Vangelo, la Buona Notizia che dà frutto in noi perché sia annunciata e offerta al mondo. Altrimenti queste parole resteranno una follia incomprensibile, contraria ad ogni buon senso. Anche per i cristiani, infatti è necessaria una seria Iniziazione Cristiana nella quale il cuore ferito dal peccato sia trasformato in un cuore capace di amare. Perché il Vangelo parla al cuore dell'uomo rivelando il cuore di Cristo; solo nella Chiesa, attraverso un approfondito e lungo cammino di fede, questa rivelazione giunge alla concretezza della nostra vita; in esso, infatti - guidati dai pastori e dai catechisti, ascoltando e meditando la Parola di Dio, nutrendoci dei sacramenti, sperimentando con fratelli concreti il miracolo della comunione e dell'amore - possiamo essere rigenerati e ricevere la natura di figli di Dio che vivono, naturalmente, secondo il Discorso della Montagna. Per questo, il Vangelo di oggi è un annuncio destinato a risvegliare il battesimo in ciascuno di noi. Non sono una nuova legge da compiere, e neanche un moralismo. Sono la Parola compiuta in coloro che sono di Cristo, che vivono in Lui: l'amore che descrivono è l'amore di Cristo che vive nei cristiani, secondo le parole di San Paolo: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me" (Gal. 2,20). Quante volte abbiamo sfidato a duello Gesù per lavare nel sangue il tradimento che crediamo ci abbia fatto non compiendo le nostre volontà, e lo abbiamo schiaffeggiato come fece nel Sinedrio il servo del sommo sacerdote? E come ti ha risposto? E’ restato muto e non ha mai resistito, si è lasciato uccidere per lavare nel sangue i nostri peccati. Sì, per ricondurci nel Paradiso e ricominciare con noi dal “principio” nel quale Dio ci ha creati per amare, Gesù ha camminato molto più di “due miglia” prendendo su di sé l’ingiustizia più grande, i peccati che lo hanno spogliato della vita perché noi avessimo proprio la sua vita. Addormentandosi nudo sulla Croce "prima del tramonto", ha restituito al Padre il nostro pegno, ovvero la natura divina che avevamo disprezzato e perduto; si è, infatti, lasciato togliere la sua “tunica” per coprire la nostra nudità rivestendoci con il suo “mantello” che ci ridona l'immagine e la somiglianza con Dio.

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