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sabato 2 maggio 2020

αποφθεγμα Apoftegma

San Paolo ha conosciuto più profondamente di tutti chi sia il Cristo e, 
dalle cose che sopportò egli stesso, 
dichiarò come deve essere colui che da Cristo riceve il nome: 
lo imitò infatti con tanta fedeltà da mostrare riprodotto in sé lo stesso Signore. 
Al punto che, per la diligentissima imitazione, 
trasformò talmente la sua anima nel divino modello 
da non sembrare più Paolo che parlava, 
ma Cristo, come dice egli stesso: 
«Dal momento che cercate una prova che Cristo parla in me», 
sappiate che «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». 
Se dunque la bontà del Signore ci ha comunicato 
il nome più grande e più divino che ci sia, 
tanto che, chiamandoci cristiani, siamo ornati col nome di Cristo, 
è necessario che tutti i nomi che lo definiscono si vedano espressi anche in noi, 
affinché non sembriamo esser falsamente chiamati cristiani, 
ma ne diamo testimonianza con la vita". 

San Gregorio di Nissa

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