IL SEGNO DI GIONA ILLUMINA LA MISSIONE DEI CRISTIANI IN QUESTO TEMPO DOMINATO DAL COVID. RIFLESSIONI DEL CARD. RATZINGER
Il libro di Giona e la sua prosecuzione neotestamentaria è la più decisa negazione del relativismo e dell’indifferenza che si possa immaginare. Anche per i cristiani di oggi vale "Alzati... e annunzia quanto ti dirò". Anche oggi deve essere annunciato l’unico Dio. Anche oggi è necessario agli uomini Cristo, il vero Giona. Anche oggi deve esserci pentimento perché ci sia salvezza. E come la strada di Giona fu per lui stesso una strada di penitenza, e la sua credibilità veniva dal fatto che egli era segnato dalla notte delle sofferenze, così anche oggi noi cristiani dobbiamo innanzitutto essere per primi sulla strada della penitenza per essere credibili. (Joseph Ratzinger 24 gennaio 2003)
“Questa generazione cerca un segno”. Anche noi aspettiamo la dimostrazione, il segno del successo, tanto nella storia universale quanto nella nostra vita personale. Pertanto ci chiediamo se il cristianesimo abbia trasformato il mondo, se abbia dato quel segno del pane e della sicurezza di cui parlava il diavolo nel deserto (Mt 4,3s). Secondo l’argomentazione di Karl Marx, il cristianesimo ha disposto di un tempo sufficiente per dimostrare i suoi principi, per provare il suo successo, per dimostrare che ha creato il paradiso terrestre; secondo Marx, dopo tanto tempo, sarebbe ormai necessario appoggiarsi su altri principi. Questa argomentazione non manca di impressionare numerosi cristiani, e molti ritengono che sia per lo meno necessario inventare un cristianesimo molto differente, un cristianesimo che rinunci al lusso dell’interiorità, della vita spirituale. Ma proprio in questo modo, impediscono la vera trasformazione del mondo, che si origina in un cuore nuovo, un cuore vigilante, un cuore aperto alla verità e all’amore, un cuore liberato e libero. Alla radice di tale richiesta sviata di un segno, c’è l’egoismo, la mancanza di purezza di un cuore che non aspetta nulla di Dio se non il successo personale e un aiuto per affermare l’assoluto dell’io. Tale forma di religiosità è rifiuto fondamentale di conversione. Eppure, quante volte anche noi dipendiamo dal segno del successo! Quante volte chiediamo il segno e rifiutiamo la conversione! (Joseph Ratzinger, Ritiro predicato al Vaticano 1983)
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