Contro l'opinione pubblica e perfino contro il parere della commissione da lui stesso scelta, Paolo VI, con l'enciclica Humanae Vitae, condannò i mezzi contraccettivi ribadendo l'insegnamento di sempre della Chiesa sulla sessualità
di Lorenzo Bertocchi
Si dice spesso che la vita è fatta di scelte, e di sorprese. Una di queste inaspettate "novità" che irrompono nel quotidiano è stata sicuramente l'enciclica Humane Vitae del Beato Paolo VI. La pietra di scandalo per tutti coloro che chiedevano alla Chiesa Cattolica di rivedere la sua posizione in materia di contraccezione e, più in generale, sulla sessualità e sulla morale famigliare.
LA VICENDA DELL'HUMANE VITAE
La vicenda dell'Humane Vitae è drammatica e avvincente, al punto che l'associazione "Vita è" ha pensato di produrre un docu-film affidato alla giovane regista Domitia Caramazza.
Era il 1968, anno mitico per la rivoluzione sessuale, anno bollente per le rivendicazioni di piazza, anno significativo anche per la Chiesa che da poco aveva concluso il Concilio Vaticano II. Proprio in quell'anno il Beato Paolo VI, contro tutti e contro tutto, promulgò l'enciclica Humane Vitae che ribadiva la dottrina cattolica in materia di contraccezione e sessualità.
La commissione appositamente costituita per trattare questi temi si era, invece, espressa a maggioranza per
un'apertura. Il professor Bernardo Colombo, membro di quella commissione e fratello del teologo di fiducia di Montini, ha scritto: "Mi è parso che gran parte dei teologi era entrata [in commissione] con posizioni precostituite... I più partivano da posizioni maturate in astratto". Si intravede un disegno per ribaltare il tavolo e piegare la legge alle mode, in ossequio ad uno storicismo evolutivo che ancor oggi si alimenta di presunte "verità" scientifiche. Alla stampa, guarda caso, venne consegnato uno solo dei dodici rapporti presentati al Papa; era il rapporto della maggioranza che venne fatto trapelare in anticipo, nell'aprile del 1967, per mettere pressione. Lo pubblicarono Le Monde, The Tablet e il National Catholic Reporter, una forte aspettativa per il cambiamento era stata creata nell'opinione pubblica.
Ma la responsabilità nei confronti della dottrina ecclesiale ebbe per il Beato Paolo VI un'importanza decisamente maggiore di quella di sessanta esperti e dei media interessati, di fronte a lui stava, come scrisse Ratzinger, "il peso della tradizione". E così venne, inattesa, l'ultima enciclica di Paolo VI.
INATTESA: IL DOCU-FILM SULL'ULTIMA ENCICLICA DI PAOLO VI
"Inattesa" è anche il titolo che si è voluto dare al docu-film che tratteggia e sottolinea, in video, i passi più significativi dell'enciclica. Quello che potete vedere qui è il trailer, l'associazione Vita è si rende disponibile per proiezioni in tutta Italia. Il film sarà presentato ufficialmente al Policlinico Gemelli di Roma, nell'occasione dell'inaugurazione degli ambulatori dell'Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI.
Dicevamo che la vita è fatta di scelte e di sorprese, di cose inaspettate con cui il corso del vivere prende un'altra piega. Anche l'Humanae Vitae è uno spartiacque, tra il prima di una presunta rivoluzione da compiere dentro la Chiesa, e il dopo, quello di una vera profezia che dice all'uomo il senso profondo dell'amore umano. Con coraggio, con fermezza, con misericordia, il Beato Paolo VI indica ancora oggi all'uomo che si può sublimare l'amore nella purezza. Non è facile, ma con l'aiuto di Dio è possibile. A noi la scelta: lasciarci travolgere dalla incommensurabile novità del Vangelo e passare dalla via stretta, oppure buttarsi sulla via larga, talmente facile che, in effetti, sembra ingannare ancor prima di esser partiti.
"Si può ricordare – scriveva Paolo VI nell'enciclica – che questo insegnamento non sarà forse da tutti facilmente accolto: troppe sono le voci, amplificate dai moderni mezzi di propaganda, che contrastano con quella della Chiesa. A dir il vero, questa non si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin Fondatore, "segno di contraddizione", ma non lascia per questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale, sia naturale, che evangelica. Di essa la Chiesa non è stata autrice, né può quindi, esserne arbitraria; ne è soltanto depositaria e interprete, senza mai poter dichiarare lecito quel che non lo è per la sua intima e immutabile opposizione al vero bene dell'uomo" (HV, n°18)
Per informazioni sul docu-film e prenotazioni scrivere a vitae.prolife@gmail.com
Nota di BastaBugie: vogliamo ricordare Paolo VI con le drammatiche parole che pronunciò il 29 giugno 1972 denunciando che "il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza".
LA VICENDA DELL'HUMANE VITAE
La vicenda dell'Humane Vitae è drammatica e avvincente, al punto che l'associazione "Vita è" ha pensato di produrre un docu-film affidato alla giovane regista Domitia Caramazza.
Era il 1968, anno mitico per la rivoluzione sessuale, anno bollente per le rivendicazioni di piazza, anno significativo anche per la Chiesa che da poco aveva concluso il Concilio Vaticano II. Proprio in quell'anno il Beato Paolo VI, contro tutti e contro tutto, promulgò l'enciclica Humane Vitae che ribadiva la dottrina cattolica in materia di contraccezione e sessualità.
La commissione appositamente costituita per trattare questi temi si era, invece, espressa a maggioranza per
un'apertura. Il professor Bernardo Colombo, membro di quella commissione e fratello del teologo di fiducia di Montini, ha scritto: "Mi è parso che gran parte dei teologi era entrata [in commissione] con posizioni precostituite... I più partivano da posizioni maturate in astratto". Si intravede un disegno per ribaltare il tavolo e piegare la legge alle mode, in ossequio ad uno storicismo evolutivo che ancor oggi si alimenta di presunte "verità" scientifiche. Alla stampa, guarda caso, venne consegnato uno solo dei dodici rapporti presentati al Papa; era il rapporto della maggioranza che venne fatto trapelare in anticipo, nell'aprile del 1967, per mettere pressione. Lo pubblicarono Le Monde, The Tablet e il National Catholic Reporter, una forte aspettativa per il cambiamento era stata creata nell'opinione pubblica.
Ma la responsabilità nei confronti della dottrina ecclesiale ebbe per il Beato Paolo VI un'importanza decisamente maggiore di quella di sessanta esperti e dei media interessati, di fronte a lui stava, come scrisse Ratzinger, "il peso della tradizione". E così venne, inattesa, l'ultima enciclica di Paolo VI.
INATTESA: IL DOCU-FILM SULL'ULTIMA ENCICLICA DI PAOLO VI
"Inattesa" è anche il titolo che si è voluto dare al docu-film che tratteggia e sottolinea, in video, i passi più significativi dell'enciclica. Quello che potete vedere qui è il trailer, l'associazione Vita è si rende disponibile per proiezioni in tutta Italia. Il film sarà presentato ufficialmente al Policlinico Gemelli di Roma, nell'occasione dell'inaugurazione degli ambulatori dell'Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI.
Dicevamo che la vita è fatta di scelte e di sorprese, di cose inaspettate con cui il corso del vivere prende un'altra piega. Anche l'Humanae Vitae è uno spartiacque, tra il prima di una presunta rivoluzione da compiere dentro la Chiesa, e il dopo, quello di una vera profezia che dice all'uomo il senso profondo dell'amore umano. Con coraggio, con fermezza, con misericordia, il Beato Paolo VI indica ancora oggi all'uomo che si può sublimare l'amore nella purezza. Non è facile, ma con l'aiuto di Dio è possibile. A noi la scelta: lasciarci travolgere dalla incommensurabile novità del Vangelo e passare dalla via stretta, oppure buttarsi sulla via larga, talmente facile che, in effetti, sembra ingannare ancor prima di esser partiti.
"Si può ricordare – scriveva Paolo VI nell'enciclica – che questo insegnamento non sarà forse da tutti facilmente accolto: troppe sono le voci, amplificate dai moderni mezzi di propaganda, che contrastano con quella della Chiesa. A dir il vero, questa non si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin Fondatore, "segno di contraddizione", ma non lascia per questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale, sia naturale, che evangelica. Di essa la Chiesa non è stata autrice, né può quindi, esserne arbitraria; ne è soltanto depositaria e interprete, senza mai poter dichiarare lecito quel che non lo è per la sua intima e immutabile opposizione al vero bene dell'uomo" (HV, n°18)
Per informazioni sul docu-film e prenotazioni scrivere a vitae.prolife@gmail.com
Nota di BastaBugie: vogliamo ricordare Paolo VI con le drammatiche parole che pronunciò il 29 giugno 1972 denunciando che "il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza".
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