Ma il grande numero, in mezzo agli Angeli, non ingenera la confusione, come accade spesso presso gli uomini, ed il più bell’ordine regna tra di loro; Dio, che la loro moltitudine glorifica, non è meno onorato dalla loro diversità nella quale Egli ha saputo mettere un’ammirabile armonia. Gli Spiriti celesti sono divisi in tre Gerarchie di cui ognuna è divisa essa stessa in tre Ordini differenti, che dalla loro riunione formano quello che si chiamano i nove Cori degli Angeli. La prima Gerarchia comprende i Serafini, i Cherubini ed i Troni. La seconda racchiude le Dominazioni, le Potenze e le Virtù. Infine la terza è composta dai Principati, dagli Arcangeli e dagli Angeli. Quanto al loro ordine di dignità, la Scrittura Sacra non facendolo conoscere, i Padri della Chiesa non hanno tutti adottato una classificazione uniforme di questi Cori celesti, ma i teologi si accordano a classificarli nell’ordine che noi abbiamo
indicato prima e che la Chiesa approva. Ogni Coro è distinto dagli altri da un ministero speciale e da un grado di eccellenza e di grazia che gli è proprio, ma in modo tale comunque, che la bellezza, le perfezioni ed i doni dei Cori inferiori si ritrovano ad un grado eminente nei Cori superiori.
La prima sfera – I Consiglieri divini:
1. Serafini
2. Cherubini
3. Troni
La seconda sfera – I Governatori celesti:
4. Dominazioni
5. Virtù
6. Potenze
La terza sfera – I Messaggeri celesti:
7. Principati
8. Arcangeli
9. Angeli
• I Serafini ai quali appartiene il primo posto in mezzo a tutti gli Spiriti celesti, oltre che possiedono in un grado più eminente, tutte le qualità e le virtù degli Angeli inferiori, sono caratterizzati soprattutto dall’ardente amore di cui essi bruciano per Dio, ed è per questo che sono chiamati Serafini, da una parola ebraica che significa brucianti.
• Nei Cherubini brilla la scienza e la conoscenza soprannaturale delle cose divine, da ciò deriva il nome di Cherubini, vale a dire pienezza di scienza. Se li si chiama così, non è per paragone con gli Angeli che sono loro inferiori, perché i Serafini che amano Dio più ardentemente, lo conoscono anche più perfettamente di tutti gli altri Spiriti beati, senza eccettuarne i Cherubini stessi.
• Quello che fa dare al terzo Coro della prima Gerarchia il nome di Troni è che Dio abita e riposa in essi in maniera speciale, come su di un trono dove Egli siede nella sua maestà serena e pacifica, per rendere i suoi editti e pronunciare i suoi giudizi; i Beati Spiriti, che compongono questo Coro hanno, come caratteristica particolare della loro virtù, la sottomissione più perfetta, e l’assoggettamento più intero nei confronti di Dio.
• Le Dominazioni compongono il Coro angelico che rappresenta il sovrano dominio di Dio su tutta la Creazione; per cui anche questi puri Spiriti sono animati da uno zelo immenso per l’estensione del Regno di Dio, non avendo niente di più a cuore che di vedere il sovrano Maestro di tutte le cose regnare pienamente su tutte le sue creature.
• Le Virtù sono la personificazione vivente della potenza infinita dell’Altissimo e gli servono da ministri e da esecutori nelle opere più difficili e nei miracoli più straordinari.
• Le Potenze, che formano l’ultimo ordine della seconda Gerarchia, sono destinate principalmente a controbilanciare la potenza naturale lasciata ai demoni, di cui essi sorvegliano l’esercizio, affinché questi disgraziati Spiriti, la cui malizia è senza limiti, non sorpassino i limiti che Dio ha fissato loro per mettere alla prova la nostra virtù.
• I Principati rappresentano la preminenza dell’Onnipotente sui re, sui principi, i monarchi ed i Capi del mondo; ed è a questi Spiriti che è confidata la custodia dei regni, degli imperi e, in generale, delle moltitudini.
• Gli Arcangeli, cioè i sovrani messaggeri, sono così chiamati perché Dio si serve di essi per eseguire i messaggi più importanti di quelli che Egli confida agli Angeli dell’ultimo ordine della terza Gerarchia. Essi sono impiegati nella custodia di quelli che governano, così come delle anime destinate a pervenire ad un alto grado di santità e di perfezione.
• L’ultimo Coro, infine, comprende gli Angeli propriamente detti, o messaggeri ordinari, ai quali sono affidati gli impieghi inferiori, la cura delle anime degli uomini e la carica di presiedere a tutte le cose inferiori all’uomo.
Sarebbe impossibile dunque, a meno di aver ricevuto, a tale riguardo, delle luci speciali, ci fa notare Sant’Agostino (Della Trinità. Libro 3, capitolo 9, n°18), dire qual è il potere naturale degli Angeli e fissare i suoi limiti.
Le nostre Sacre Scritture sono piene di fatti meravigliosi operati da questi Spiriti celesti e la vita dei Santi ne riportano di più stupefacenti ancora, se è possibile; ma noi ignoriamo se bisogna attribuirle al loro potere naturale, o ad un dono soprannaturale di Dio. Comunque sia, si può dire, senza timore, che la potenza ch’essi esercitano è grandissima e che essa sorpassa anche le nostre concezioni. L’intelligenza angelica è di molto superiore alla nostra. Gli Angeli sono degli Spiriti più eminenti e più nobili di noi, essi hanno dunque ricevuto da Dio delle facoltà superiori a quelle che noi abbiamo e, per conseguenza, un’intelligenza sublime, una stupefacente perspicacia.
La nostra intelligenza, ha bisogno di perfezionarsi nella conoscenza della verità, mentre quella degli Angeli è stata data loro perfetta. All’inizio noi sappiamo poche cose e per allargare il cerchio delle nostre conoscenze, bisogna discorrere penosamente, partendo da una verità nota, e deducendo le sue conseguenze come tante verità nuove: è quello che si chiama procedere per via di ragionamento; non è affatto così degli Spiriti beati, la loro operazione intellettuale è una semplice intuizione, d’un solo colpo d’occhio, per così dire, essi vedono gli effetti nelle cause e le cause nei loro effetti. Al primo aspetto dei principi, essi comprendono tutte le conseguenze. Questa differenza tra essi e noi viene dalla sproporzione delle luci intellettuali. La luce dell’intelligenza così flebile in noi, è stata data loro nella sua pienezza. Da ciò questa scienza universale ch’essi possiedono senza studio e senza alcun lavoro.
Fonte : Don Marcello Stanzione