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giovedì 23 novembre 2017




αποφθεγμα Apoftegma

  
Io mi chiedo se questo pianto di Gesù 
non si riferisca alla nostra Gerusalemme. 
Noi infatti siamo la Gerusalemme sulla quale Gesù ha pianto. 
Se dopo aver conosciuto i misteri della Verità, 
dopo aver ricevuto la Parola del Vangelo 
e gli insegnamenti della Chiesa, 
uno di noi pecca, vi saranno pianto e lacrime su di lui. 
Non si piange su quelli che non sono credenti, 
ma su quello che dopo aver fatto parte di Gerusalemme, 
smette di appartenerle. 
Si piange su questa nostra Gerusalemme, 
perché, dopo che ha peccato, 
la assedieranno i nemici, cioè le potenze avverse, 
gli spiriti malvagi e scaveranno attorno ad essa una trincea, 
l'assedieranno e non lasceranno pietra su pietra.

Origene





C'è una via della pace. Un cammino. Quando ancora non era che un pugno di uomini folgorati dagli occhi di Gesù e dalla predicazione dei suoi apostoli, il cristianesimo era chiamato semplicemente "la via". La via della pace appunto. La via del Messia che aveva portato la pace, dono messianico per eccellenza. Gesù risorto apparendo ai discepoli tramortiti di paura e di stupore socchiude le labbra per annunciare, semplicemente, "Pace a voi". Un po' di pace cerca il nostro cuore, e la nostra povera esistenza. Non è così?

La pace è un cammino, una via che attraversa il mare che ci separa dalla libertà, l'ambiguo cumulo di acque che ogni giorno seppellisce i nostri propositi, le intenzioni, i desideri. La pace è un cammino che percorre le tracce del Signore fin dentro la morte, per uscirne vittoriosi. Lui e noi, ogni giorno. Anche oggi è il tempo, il kairos della sua visita. Anche oggi il Signore indossa le sembianze del marito, della moglie, dei figli, dei colleghi, e viene a visitarci. E sembra impossibile che la via della Pace passi proprio per questa umiliazione, per questo rifiuto, per questo fallimento. Eppure le lacrime segnano la visita del Signore.

Dobbiamo imparare a non disprezzarle le nostre lacrime; a leggerne il sale che portano dentro, la sofferenza che non si può mai minimizzare. E' il sale che dà "sapore" alle lacrime, al dolore che, come un fiume, portano alla luce. Le lacrime, qualunque guancia solchino, recano il sapore di Cristo, della sua sofferenza con la quale ha salvato il mondo. Lacrime profetiche e di compassione, sempre. "Piangete con quelli che piangono": così ha fatto Cristo, perché ogni lacrima è raccolta dalla sua mano, nessuna scenderà invano. 
Le lacrime dei figli, della moglie, dell'amico, sono sempre lacrime sante, immerse in quelle benedette del Signore. Il dolore per qualcosa che non si comprende, per una presa in giro, per un'offesa, per un tradimento, per la morte, qualunque lacrima, ha già solcato il volto del Signore quel giorno alla vista della tomba di Lazzaro, come quell'altro, alla vista di Gerusalemme. Le lacrime davanti a tutto quello che ancora non è stato visitato e salvato

E' Cristo che si fa presente nelle lacrime di chi ci è vicino, è Lui che piange in noi alla vista della sofferenza. E' Lui che anche oggi ci visita con amore immenso, con le lacrime di tenerezza e di misericordia. Anche oggi, in mille circostanze, Gesù scende alla nostra vita, lì dove siamo, quasi implorando d'essere accolto.

Geloso più di noi della nostra libertà, Gesù ha visto in quali pasticci abbiamo spinto le nostre vite. Freme di compassione fissando le rovine della nostra esistenza, i fumi delle distruzioni che ancora abbiamo negli occhi, le conseguenze funeste delle nostre decisioni lontane da Lui; i nemici, i peccati che hanno ferito i nostri sentimenti sino a paralizzarci. 

Eppure, anche i fallimenti, perfino i peccati sono dentro la profezia di Gesù. Non stupiamoci: è necessario che non resti "pietra su pietra" della Gerusalemme che ha rifiutato Gesù. Passa per la rovina dell'uomo vecchio il cammino della Pace, perché la risurrezione segue sempre il sepolcro. Se nella tua vita "i tuoi nemici ti hanno cinto di trincee, circondato e stretto da ogni parte" è perché non hai riconosciuto la "visita" di Gesù. Se il matrimonio ti sembra proprio una città sotto assedio, se con i tuoi figli non ti sembra di avere scampo sotto il fuoco delle incomprensioni reciproche, non ti meravigliare: nella storia ti cercava il Signore, ma lo hai rifiutato...

E hai sperimentato che "i nemici", i demoni che ci odiano, hanno "abbattuto te e i tuoi figli dentro di te". No, non è il carattere, non è la differenza di età; non è nemmeno la società. E' il demonio che prima ha abbattuto te, e poi i tuoi figli dentro di te, nel tuo cuore, perché è lì che si insinua e semina la morte. E' dentro di te che devi guardare, non in tuo figlio, tua moglie, o nel collega o negli eventi contrari. 

Guarda bene, e vedrai che nel fondo del tuo cuore sono già scese le lacrime di Gesù, come acque battesimali, piene di compassione. Lasciati visitare allora, permetti alla sua misericordia di avere ragione del tuo orgoglio. Lasciati ammaestrare dalla Chiesa, perché ogni sua Parola, ogni sacramento e liturgia è una lacrima d'amore di Cristo. 

I nostri dolori lo hanno commosso, straziato, ed ora eccolo qui, Lui il Re dei re, il Signore dei signori, che potrebbe essere adirato e potrebbe lasciar sfogo alla sua ira, e invece eccolo alla nostra porta, con le lacrime a segnargli il volto di un riga di dolcezza: "Ti amo, lo sai? Non ti rimprovero, sono qui per te. Pace a te, non aver paura". Spalanchiamo le porte a Cristo allora, anche oggi. Accogliamo il Principe della Pace, vittorioso sulla morte e il peccato, che viene a noi per condurci, amorevolmente, per il cammino della pace, l'iniziazione cristiana, come ogni percorso che ha donato alla sua Chiesa perché potessimo convertirci.

Entriamo nella nostra vita senza timore, percorrendo, con Lui, il cammino della conversione, seguendo le orme della pace che sgorga dal suo perdono, sino alle porte del Regno di pace, la Gerusalemme celeste sposa del Signore, senza macchia né ruga, il nostro destino preparato dall'amore del Padre.  

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