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lunedì 12 novembre 2018



SCANDALI E FEDE. IL VANGELO DI OGGI ILLUMINA LA REALTA
CONTEMPORANEA DELLA CHIESA

L'UNICO ANTIDOTO AGLI SCANDALI NELLA CHIESA E' LA FEDE CHE GENERA LO ZELO PER IL VANGELO, FONTE DELL'INNOCENZA SPESSO PERDUTA
Gli scandali a cui purtroppo assistiamo in questi tempi, non diversi da quelli che hanno ferito la Chiesa durante la sua storia, sono gravissimi. E certo, guai a chi li ha provocati. Ma non esiste peccato che non possa essere perdonato! Lo scandalo più grande è un altro, è una Chiesa dove si sia smarrito il perdono. Una Chiesa senza Cristo... Una Chiesa dove lo scandalo non possa essere gettato nel mare, sepolto nel sacrificio di Cristo, trapiantato in esso perché possa essere trasformato nella vita nuova donata dalla sua resurrezione; una Chiesa senza la fede che operi nella carità, che schiuda le viscere della misericordia per ridare la vita ai morti. Infatti, "solo il perdono, il fatto del perdono, permette la franchezza di riconoscere il peccato" (Benedetto XVI) e ispira la decisione di convertirsi. "Non è certamente un caso che nelle tre tappe decisive del formarsi della Chiesa la remissione dei peccati giochi un ruolo essenziale. La Chiesa non è una comunità di coloro che «non hanno bisogno del medico», bensì una comunità di peccatori convertiti, che vivono della grazia del perdono, trasmettendola a loro volta ad altri" (Card. J. Ratzinger). Tutti noi abbiamo scandalizzato, tutti ci siamo scandalizzati di Cristo. Con Pietro e i discepoli siamo scappati e abbiamo trascinato tante persone nel nostro tradimento: coniugi, figli, amici. Tutti noi, con san Paolo, abbiamo perseguitato la Chiesa. Ma in essa possiamo oggi ripetere con lui la parola "sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna" (1 Tim. 1, 15-16). Tutti noi, come Pietro, possiamo incontrare ogni giorno nella Chiesa, il volto misericordioso del Signore che ci viene a cercare sulla riva dei nostri fallimenti, e sperimentare il suo amore che ci spinge ad amarlo, nonostante tutto. Laddove questo è smarrito in favore di criteri mondani, ai piccoli non rimane altro che inciampare e scappare dal moralismo asfissiante che condanna il peccatore pretendendo di estirpare il peccato. Ed è l'esperienza delle nostre famiglie, chiese domestiche, dove così spesso regnano il moralismo freddo o il lassismo buonista, tentativi carnali di aggiustare le cose eludendo l'unica possibilità autentica, il perdono, la misericordia. In essa e solo in essa siamo rigenerati e allevati, le viscere materne dove possiamo accogliere il seme della fede. Nella Lettera inviata ai fedeli d'Irlanda in merito agli scandali della pedofilia nel clero, il Santo Padre scriveva che "Nell’affrontare la presente crisi, le misure per occuparsi in modo giusto dei singoli crimini sono essenziali, tuttavia da sole non sono sufficienti: vi è bisogno di una nuova visione per ispirare la generazione presente e quelle future a far tesoro del dono della nostra comune fede". Alla radice degli scandali vi è sempre il non aver fatto tesoro del dono della fede. Esiste uno scandalo che dà ad ogni altro scandalo una tragica definitività, che si frappone come ostacolo al miracolo della rinascita, della conversione, alla missione stessa della Chiesa. Un prete pedofilo ferisce la Chiesa e rivela il baratro del male e dell'iniquità che tutti ci lambisce, giorno dopo giorno. Ma una donna che, in silenzio e nel segreto delle quattro mura domestiche, riaccoglie e perdona un marito adultero schiude il Cielo sulla terra, e la sua luce potente - la luce della Pasqua - è capace di trasfigurare e redimere anche il peccato più grande. Per perdonare occorre la fede che si incarna nella carità, primizia della vita celeste. Per ricevere il dono della fede occorre poter ascoltare l'annuncio del Vangelo e poter crescere in esso, perché la fede viene dalla stoltezza della predicazione. Lo scandalo più grande è dunque privare la Chiesa della sua missione specifica, imprescindibile, l'annuncio del Vangelo. E' inevitabile che avvengano scandali, perché siamo liberi e possiamo sempre cedere agli inganni del demonio. Il Signore conosceva chi aveva scelto, sapeva della debolezza dei membri della Chiesa. Quanti scandali durante la sua storia, eppure, anche tra quelli più dolorosi, non si è mai spento lo zelo per l'annuncio del Vangelo e la custodia fedele del deposito della fede. Chi crede di sfuggire agli scandali cambiando e adeguando le strutture è solo un superficiale e un mondano, che dal mondo e dai suoi criteri crede di poter attingere per riformare e rinnovare la Chiesa. Chi pensa così non conosce l'uomo e neanche il potere dell'elezione divina. La Chiesa ha sempre vissuto borderline, toccando le cose del mondo se ne è più volte contaminata. Ma i carismi, i santi, il fuoco dello Spirito non ha mai smesso di assisterla per farle compiere la sua missione essenziale di annunciare il Vangelo sino ai confini della terra. Per questo è da evitare e combattere innanzi tutto lo scandalo che spenga lo zelo alla Chiesa, che silenzi la proclamazione della Buona Notizia in favore di strategie mondane, invenzioni umane, succedanei sterili della predicazione. "Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa.. Quanta superbia, quanta autosufficienza!" (J. Ratzinger, Via Crucis, 2005). Non esiste altro antidoto agli scandali che la stoltezza della predicazione, seguita da una seria iniziazione cristiana. Solo chi ascolta e si apre alla Parola creatrice può sfuggire, unito a Cristo, ai lacci del demonio: un ragazzo può rispettare la sua fidanzata; una moglie può aprirsi alla vita e non appropriarsi del suo corpo; un commerciante può trafficare senza eludere le tasse; un presbitero può custodire la castità e la parresia senza cedere ai compromessi; solo la Parola e i sacramenti possono donare la fede audace che permette di vivere tra le fiamme della fornace del mondo senza scottarsi, amando oltre il fuoco delle passioni, perdonare infinite volte, anche il nemico. Siamo chiamati dunque, come scrive il Santo Padre nell'indire l'Anno della Fede, a tenere sempre aperta "La "porta della fede" (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa... E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita... per tenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, "colui che dà origine alla fede e la porta a compimento": la gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel suo mistero" (Benedetto XVI, Motu Propio "Porta Fidei"). La vita infatti ci crocifigge ogni giorno con il Signore, per vivere in Lui e vivere la vita nella carne nella sua fede. La fede del Servo che prende ogni peccato su di sé. Lui guarda ogni uomo con fede, con amore, con misericordia. Lui offre la sua vita gratuitamente, nelle certezza che essa può cambiare il cuore dell'uomo più indurito. Il suo amore può cambiare il più grande peccatore. Lui perdona settanta-volte-sette, cioè sempre, perché sino all'ultimo istante per ogni uomo c'è speranza. Chi di noi ha fatto l'esperienza di questo amore, non può non amare, perdonare infinitamente. Chi è stato graziato settanta-volte-sette dal Signore, ha fede, guarda tutto e tutti con fede. Il suo unico giudizio è la misericordia. La propria presunta giustizia basata sulla carne e che fa gli altri a fettine è lo scandalo, l'inciampo più grande. Che Dio ce ne liberi e ci faccia conoscere sempre più profondamente il Suo amore, scandaloso per i giustizialisti e giustizieri d'ogni tempo, stoltezza per gli intelligenti d'ogni cultura; potenza e salvezza per i piccoli, i poveri, i peccatori. L'amore crocifisso, scandalo e stoltezza, unica salvezza. Di chi non ne ha proprio nessuna in questo mondo.


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