Oppresso da un nugolo di colpe,
ho superato il pubblicano per eccesso di malizia,
e ho assunto per giunta la boria millantatrice del fariseo,
rendendomi da ogni parte privo di qualsiasi bene.
Signore, usami indulgenza.
Aprimi le porte del pentimento,
Datore di vita,
perché fin dall'alba si leva il mio spirito,
si volge in preghiera al tuo santo tempio,
portando con sé il tempio contaminato del mio corpo.
Ma nella tua compassione purificami,
per la tenera benevolenza della tua misericordia.
Guidami sulla via della salvezza,
o Madre di Dio,
perché ho profanato la mia anima con peccati vergognosi
e ho dissipato la mia vita nella negligenza.
Ma per la tua intercessione liberami da ogni impurità.
Tropari della domenica del fariseo e del pubblicano della liturgia bizantina
Conversione è umiliarsi
Il pubblicano, invece, peccatore dei peggiori, impuro e per questo abituato a essere tenuto "a distanza", è entrato nel Tempio sperando l'impossibile di cui sapeva non avere diritto. “Non osava neanche alzare lo sguardo”, che invece posava sulla terra che definiva la verità su se stesso. Per questo tende la mano a "percuotersi" il cuore, la fonte di ogni malvagità. In lui rinveniamo le sembianze del Signore Gesù che non è mai rivolto verso se stesso, ma perennemente rivolto verso il seno del Padre. Umiliato, sulla Croce è sceso all'ultimo posto, "a distanza" da tutti per abbracciare tutti i peccatori "distanti". Gesù si è fatto pubblicano tra i pubblicani, si è fatto te e me così come siamo oggi! Lo troveremo sempre là dietro, dove non te lo aspetti e non lo cercheresti: in chiesa, a casa, al lavoro, con gli amici, in quel mucchio di spazzatura che sono i nostri peccati. E’ lì che si prega, perché non abbiamo altro posto che l’ultimo. Dietro tua moglie che hai giudicato, dietro tuo marito che non sai perdonare, dietro tuo figlio che non accetti, dietro ogni uomo che hai disprezzato. La Quaresima è il cammino che, dall'alto dove l'inganno del demonio ci ha "esaltati", ci fa "umiliare" sin dentro la verità, ripetendo "Signore, abbi pietà di me che sono un peccatore" per entrare nudi nelle viscere di misericordia della Chiesa; qui la vittoria di Cristo cancella il peccato per "esaltarci" con Lui alla destra del Padre. Silvano del Monte Athos lo aveva compreso bene: "Signore, insegnami che cosa devo fare perché la mia anima diventi umile. E nel suo cuore, riceve questa risposta: Tieni il tuo spirito agli inferi, e non disperare! E subito trova la pace, e lo Spirito gli testimonia la sua salvezza". Facciamolo e sperimenteremo la gioia di chi è stato "graziato"; non sapremo più giudicare nessuno, ma in tutti cercheremo il fratello al quale assomigliamo rendendo, come dice il Papa, "feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo" e ci è accanto, perché trovi in noi il Tempio dove conoscere la "giustificazione". Coraggio, non scappare dall'inferno che diventa la storia macchiata dal peccato e attendi la misericordia. Non vai più d'accordo con qualcuno? Le persone che ti sono accanto hanno problemi? Concentrati su te stesso, inginocchiati, tritura il cuore davanti a Cristo, e chiedi pietà per te. Perché se ti converti tu e accogli il perdono saprai perdonare; è proprio attraverso questa tua preghiera che giungerà agli altri la giustificazione. Arriverà nel tuo sguardo trasfigurato di misericordia, umile e semplice che non difende nulla e offre l'amore di Cristo che lo ha giustificato come una roccia su cui gettare ogni male.