Messa e sacramenti, la lezione di un vescovo americano
- Editoriali
- 17-04-2020
“Dobbiamo annunciare la vita eterna in Gesù Cristo. A maggior ragione in questi tempi duri in cui il popolo ha bisogno di speranza e consolazione". Proprio la morte di due suoi amici preti per coronavirus ha fatto decidere il vescovo Peter Baldacchino a riprendere la celebrazione delle messe con popolo. Ragioni che servono da guida.
“Siamo stati chiamati da Cristo e ordinati per servire il popolo della diocesi di Las Cruces (New Mexico), per portare speranza e consolazione in questo tempo difficile”: con queste parole Peter Baldacchino, unico vescovo a farlo negli Usa, ha deciso di tornare a celebrare messe in pubblico e ha sollecitato i preti della sua diocesi a fare altrettanto, naturalmente nel rispetto delle precauzioni previste dallo stato.
Baldacchino non è un incosciente, un ingenuo sprovveduto, che non conosce il dolore distribuito a piene mani dal coronavirus. Tutt’altro. Nella lettera che ha scritto ai fedeli della diocesi, ha specificato che è stato proprio l’eroico sacrificio di due fra i suoi più cari amici preti, morti di coronavirus, a spingerlo a rivedere la sua precedente posizione.
“Mentre è certo che dobbiamo prendere ogni ragionevole precauzione per ridurre il contagio del coronavirus, è altrettanto certo che, come preti, dobbiamo offrire alla popolazione il servizio più importante ed essenziale di tutti. Le passate settimane hanno mostrato come siano molte le conseguenze non previste della politica dello stare a casa”: le richieste di aiuto ai servizi che si occupano di salute mentale sono aumentate dell’891%, mentre sono cresciute a livello esponenziale le violenze praticate all’interno delle mura domestiche. “Per parlare con schiettezza”, le persone chiuse in casa, con incerte prospettive di lavoro, col terrore di ammalarsi, “hanno soprattutto bisogno di una parola di speranza”.
“Dobbiamo annunciare la vita eterna in Gesù Cristo. È proprio l’urgenza di questa notizia che ha mosso gli apostoli ad evangelizzare, e questa urgenza non è certo diminuita ai nostri giorni. Cristo è vivo e noi siamo i suoi ambasciatori”. Le messe televisive, ha constatato, hanno rappresentato un tentativo per colmare un vuoto, “ma sono sempre più convinto che non siano sufficienti”.
Il vescovo della piccola diocesi di Las Cruces ha poi toccato un punto delicato che non riguarda il singolo stato del New Mexico e nemmeno i soli Stati Uniti: Baldacchino ha ricordato come recentemente lo stato del New Mexico abbia escluso le chiese dal novero dei “servizi essenziali”: “Io dissento con tutta la forza. A me sembra che mentre facciamo il conto giornaliero delle vittime dell’epidemia, ci dimentichiamo di quanti sono quelli che sono morti spiritualmente”. I preti “possono e debbono continuare ad esercitare il loro ministero. I fedeli non debbono essere privati dei sacramenti, in modo particolare quando sono in pericolo di vita”.
Da quando esiste, la Chiesa si confronta col potere temporale. Da quando esiste la Chiesa difende la sua libertà nei confronti del potere temporale. Da quando esiste la Chiesa espone la vita dei propri ministri (e non solo) in difesa della libertà religiosa. In difesa dell’annuncio della vittoria sulla morte.
I cristiani non possono piegarsi supinamente alle disposizioni di quanti considerano la realtà terrena l’unica di cui valga la pena di tenere conto.
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