cosa, ogni momento e ambito della nostra vita è una "perla" che anticipa il Cielo. Il matrimonio e la famiglia, l'amicizia e il fidanzamento, la scuola e il lavoro, tutto di noi costituisce come un filo di perle che il suo amore e la sua Grazia ci fa indossare perché chi ci è accanto possa vedere Lui e il destino eterno a cui è chiamato. Siamo nel mondo ma non siamo del mondo: per questo il combattimento che ci attende ogni mattina è serio, e ci chiama a non scendere dalla Croce che ci unisce a Cristo, a scegliere la porta stretta e la via angusta che ci fa donare la vita per amore. Il Signore oggi ci chiama a rimanere nel suo amore che ci santifica, che ci purifica, che fa della nostra vita una liturgia di santità per il mondo. I porci erano gli animali immondi, che si rotolano nel loro vomito. Toccarli e mangiarli rendeva immondi, incapaci a celebrare il culto di Israele che era segno della presenza e della vita di Dio. Gettare le perle ai porci significa dunque buttar via l'intimità con Dio, uscire dalla comunione del Popolo Santo, disprezzare la primogenitura e la missione speciale alla quale Israele è chiamato. E' il pericolo che incombe anche su di noi, dimenticare la nostra identità per mondanizzarci: il risultato sarà sempre quello di chiuderci nel nostro egoismo e voltare le spalle ai fratelli. Il Signore ha fatto a noi quello che avrebbe voluto fosse fatto a Lui: sulla Croce ci ha accolti e amati così come siamo. E' questa la santità vera, il Cielo sulla terra, la presenza viva e autentica di Dio tra gli uomini. La porta stretta del sacrificio e della sottomissione, dell'obbedienza e del perdono, la via angusta dell'amore che la Chiesa e i cristiani sono chiamati a percorrere per attirare e condurre ogni uomo alla Vita vera, eterna, salvata.
martedì 21 giugno 2016
Nulla anteporre a Cristo per difendere la primogenitura che ci fa testimoni autentici del suo regno nel mondo
cosa, ogni momento e ambito della nostra vita è una "perla" che anticipa il Cielo. Il matrimonio e la famiglia, l'amicizia e il fidanzamento, la scuola e il lavoro, tutto di noi costituisce come un filo di perle che il suo amore e la sua Grazia ci fa indossare perché chi ci è accanto possa vedere Lui e il destino eterno a cui è chiamato. Siamo nel mondo ma non siamo del mondo: per questo il combattimento che ci attende ogni mattina è serio, e ci chiama a non scendere dalla Croce che ci unisce a Cristo, a scegliere la porta stretta e la via angusta che ci fa donare la vita per amore. Il Signore oggi ci chiama a rimanere nel suo amore che ci santifica, che ci purifica, che fa della nostra vita una liturgia di santità per il mondo. I porci erano gli animali immondi, che si rotolano nel loro vomito. Toccarli e mangiarli rendeva immondi, incapaci a celebrare il culto di Israele che era segno della presenza e della vita di Dio. Gettare le perle ai porci significa dunque buttar via l'intimità con Dio, uscire dalla comunione del Popolo Santo, disprezzare la primogenitura e la missione speciale alla quale Israele è chiamato. E' il pericolo che incombe anche su di noi, dimenticare la nostra identità per mondanizzarci: il risultato sarà sempre quello di chiuderci nel nostro egoismo e voltare le spalle ai fratelli. Il Signore ha fatto a noi quello che avrebbe voluto fosse fatto a Lui: sulla Croce ci ha accolti e amati così come siamo. E' questa la santità vera, il Cielo sulla terra, la presenza viva e autentica di Dio tra gli uomini. La porta stretta del sacrificio e della sottomissione, dell'obbedienza e del perdono, la via angusta dell'amore che la Chiesa e i cristiani sono chiamati a percorrere per attirare e condurre ogni uomo alla Vita vera, eterna, salvata.
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