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lunedì 8 ottobre 2018


Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso…


Se entro in una parrocchia, ho la strana sensazione di entrare in una tomba. In tante nostre parrocchie Dio non è mai resuscitato, ma è perennemente in un sepolcro. L’abbiamo rinchiuso in un sarcofago e ce ne siamo dimenticati.
Dio è morto, diceva Nietzsche, e sono i cristiani ad averlo ucciso. L’hanno ucciso con i programmi, le regole, le direttive, gli orari. Se entri in una Chiesa la prima cosa che leggi è il biglietto degli avvisi, tutto così ben fatto e corredato di orari, da far invidia alle aziende della Silicon Valley. Quanto tempo nel redarre programmi e orari, così scrupolosamente perfetti. Quanto tempo nell’ideare i più fantasiosi progetti pastorali. Ma Dio, Dio dov’è finito?
A.A.A. CERCASI DIO
Siamo sprofondati in un ingranaggio infernale. Nella ricerca della pastorale perfetta, ci siamo dimenticati che tutto quello che dovevamo fare era applicare le semplici parole del Vangelo.
Ci siamo così concentrati sull’attirare l’altro, scordandoci che l’altro è li fuori che ci aspetta. Abbiamo rinchiuso Dio nel sepolcro delle nostre Chiese e abbiamo negato agli altri di poterlo conoscere.
SPALANCATE LE PORTE DEI SEPOLCRI
C’è un solo modo per resuscitare Gesù, fate rotolare le pietre dei sepolcri, e citando Giovanni Paolo II “aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. Bruciate i programmi pastorali, distruggete le catene che vi incatenano ai banchi delle parrocchie, fate rotolare le pietre dei vostri sepolcri, liberate lo Spirito Santo
Uscite dalle catacombe, annunciate Cristo alla gente, scendete nelle piazze, incontrate l’altro nelle periferie! Portate i feriti nelle Chiese, curateli con l’unguento dei sacramenti. Trasformiamo le parrocchie da aziende, dagli ingranaggi infernali, in ospedali da campo, sempre aperte e pronte ad accogliere il povero, la vedova, l’orfano, l’emarginato e tutti coloro che hanno perso ogni speranza e vivono nelle tenebre. Lì fuori c’è un mondo che aspetta Gesù, che aspetta Cristiani dal cuore aperto, pronti a perdonare, a non giudicare e farsi sinceramente prossimi a ogni Uomo e Donna, per restituire a tutti la dignità di figli di Dio.
Non perdiamo l’occasione di rinnovare la Chiesa, di restituirgli la freschezza dei primi anni, quando, ancora bambina, con la purezza e la sua semplicità, è riuscita a portare la Gioia di Cristo al mondo intero.
È in corso il sinodo dei giovani, si parlerà tanto di soluzioni, di idee… Ma forse la più grande delle idee è quella suggeriteci da Gesù: “Siate come bambini, perché di essi è il regno di Dio”
Come bambini, carichi di rinnovata speranza, andiamo per il mondo e annunciamo la Gioia di Cristo, annunciamo che dietro le nubi più nere c’è il sole della resurrezione. Abbiate coraggio fratelli, possiamo veramente cambiare le nostre comunità, se avremo il coraggio di recidere le catene che ci legano ai nostri preconcetti.
Che Dio ci benedica!

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