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venerdì 27 novembre 2020

 L'appello di Clermont

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L’#ALMANACCO DEL GIORNO
Il 27 Novembre, si ricorda il celebre "Appello di #Clermont" pronunciato da papa Urbano II, al secolo Oddone di Lagery (1040-1099), nel 1095, nel corso del Concilio di Clermont-Ferrand, nel settimo anno del suo pontificato.
LA LETTERA
Urbano II a Clermont lesse la lettera inviatagli dall'imperatore Alessio I Comneno (1056-1118), che chiedeva soccorso poiché i #Turchi erano ormai a poche decine di miglia da #Costantinopoli, mentre i pellegrini in Terra Santa erano perseguitati, torturati, sterminati.
La Città Santa era caduta sotto il controllo di potenze musulmane sin dalla prima metà del VII Secolo, ma gli Arabi non avevano mai impedito i pellegrinaggi verso i luoghi sacri di #Gerusalemme, limitandosi a tassare i pellegrini. La calata dei Turchi, nell'XI Secolo, aveva invece peggiorato ogni cosa.
DEUS VULT
Alle parole latine "Deus vult", secondo la tradizione pronunciate dal pontefice, fece eco la folla, che rispose in occitano "Dieu lo volt", mentre iniziavano a cucire croci di stoffa sul petto dei primi volontari e lo stesso Papa prometteva la remissione dei peccati per chi si fosse armato per compiere un pellegrinaggio volto a soccorrere i cristiani di Costantinopoli e a liberare la Terra Santa dall'odioso dominio musulmano.
A seguito di questo appello, sarebbe stata organizzata la Prima Crociata (1096-1099).
La spedizione principale, la “Crociata dei Baroni”, sarebbe stata tuttavia preceduta dalla cosiddetta “Crociata dei Pezzenti”, i primi partiti immediatamente dopo l’appello di papa Urbano II, sotto la guida del predicatore Pietro l’Eremita (1050-1115) e del Signore di Boissy, Gualtiero Senza Averi (†1096). Essi sarebbero stati sterminati dai Turchi appena superato il Bosforo e Pietro l’Eremita avrebbe a stento unito i superstiti ai #crociati guidati dai baroni, che sarebbero sopraggiunti alcuni mesi più tardi.
LA PRIMA CROCIATA
La “Crociata dei Baroni”, partita nei mesi successivi, avrebbe messo in marcia oltre 30.000 persone verso la Terra Santa, al comando di importanti e carismatici baroni, ma nella totale assenza di sovrani, considerato che i due più importanti – l'Imperatore del Sacro Romano Impero e il Re di Francia – erano all’epoca in lite con il Papato. Il primo a causa della lotta per le investiture, il secondo per una contesa matrimoniale.
L'adesione popolare fu notevole, ma non altissima: si stimano venti milioni di abitanti nell'Europa cristiana dell'epoca, di cui, al netto di donne, vecchi e bambini, almeno quattro milioni di uomini potenzialmente abili alle armi, quindi partì meno di un centesimo di costoro. Non furono certamente solo poveri, cadetti o nullatenenti. Anzi, è stato stimato che, per finanziarsi il viaggio fino in Terra Santa, un uomo dovesse investire, tra armi, viveri ed equipaggiamento vario, circa quattro volte il proprio reddito annuale: molti furono infatti gli atti di alienazione di beni immobili o di preziosi, atti nei quali ampio spazio fu dato, più che alle clausole, alle sacre motivazioni del dante causa.
I PROTAGONISTI
I principali e più carismatici baroni della Prima Crociata furono: il Duca della Bassa Lorena Goffredo di Buglione (1060-1100), che dopo la presa di Gerusalemme sarebbe stato scelto dagli altri baroni come primo Difensore del Santo Sepolcro; suo fratello Baldovino I di Buglione (1058-1118), che sarebbe prima divenuto Conte di #Edessa e poi sarebbe succeduto al fratello, assumendo però il titolo di Re di Gerusalemme; il Conte di Boulogne Eustachio III di Buglione (1056-1125), fratello maggiore dei precedenti, che dopo la presa di Gerusalemme avrebbe fatto ritorno nelle Fiandre; il Conte di Tolosa e Marchese di Provenza Raimondo IV di Saint-Gilles (1045-1105), che sarebbe divenuto Conte di #Tripoli; il Principe di Taranto Beomondo I d’Altavilla (1054/1058-1111), che sarebbe divenuto Principe d’#Antiochia; il cugino di quest’ultimo, Tancredi d’Altavilla (1072-1112), che sarebbe diventato Conte di Galilea; il Duca di Normandia Roberto II Cosciacorta (1052/1054-1134), che dopo la presa di Gerusalemme e la battaglia di #Ascalona sarebbe rientrato in Normandia; il Conte delle Fiandre Roberto II di Fiandra (1065-1111), che dopo la battaglia di Ascalona avrebbe fatto ritorno nelle Fiandre; il Conte di Vermandois e di Valois Ugo I il Grande (1057-1101), che avrebbe abbandonato la Crociata per lo scoramento a causa delle difficoltà riscontrate ad Antiochia, ma poi – preso dal rimorso, soprattutto dopo aver saputo della presa di Gerusalemme – sarebbe ripartito per la Terra Santa, salvo rimanere ferito gravemente in uno scontro sul fiume #Halys e morirne poco dopo, a Tarso; il Conte di Blois, Châteaudun, Chartres e Meux Stefano II Enrico, meglio conosciuto come Stefano II di Blois (1045-1102), che sarebbe fuggito ignominiosamente con Ugo di Vermandois, poi sarebbe tornato per difendere il neonato Regno di Gerusalemme pur senza feudi in Terra Santa, salvo venire catturato e decapitato nella seconda battaglia di #Ramla; il Vescovo di Le Puy-en-Velay Ademaro di Monteil (†1098), partito con il ruolo di legato apostolico, ma ucciso da un’epidemia di tifo o di colera poco dopo la definitiva presa di Antiochia.
L'ESITO
Degli oltre 30.000 uomini partiti, che per alcuni furono fino al doppio, con al seguito anche monaci e donne, tra morti in battaglia, morti di fame, morti di sete, morti di malattie e diserzioni nei momenti di maggior scoramento, sotto le porte di Gerusalemme sarebbero arrivati meno della metà.
Il mondo musulmano, all'epoca lacerato da profonde divisioni interne e del tutto impreparato a ricevere un'invasione di questa portata, avrebbe visto la caduta delle principali città e fortezze della costa mediterranea di Siria e Palestina. Avrebbe inoltre dovuto constatare l'arretratezza delle proprie tecniche di combattimento, con la sola eccezione degli arcieri a cavallo turchi, e — almeno in questa prima fase, nel mondo arabo — la debolezza di quelle sacre motivazioni che quattrocento anni prima avevano reso invincibili le orde ismaelite.
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[Nell'immagine: in alto, papa Urbano II al Concilio di Clermont, in una miniatura tratta dal "Livre des Passages d'Outre-mer" di Jean Colombe (1430-1493); in basso, carta geopolitica raffigurante l'Europa e il Bacino del Mediterraneo al tempo della Prima Crociata, con indicazione del percorso seguito dai vari corpi di spedizione]
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