Clamoroso appello di più di 350 medici contro il testamento biologico. Segnali di vita nei Paesi Bassi
Più di 350 medici hanno firmato un appello in Olanda perché si cessi di «porre fine alla vita di esseri umani indifesi». I dottori vogliono che venga abolita l’ultima estensione dell’eutanasia, che permette anche alle persone dementi in stato avanzato di essere uccise, purché abbiano firmato un testamento biologico (le Dat tanto discusse anche in Italia).
UCCISA CONTRO LA SUA VOLONTÀ. L’appello è stato scritto dopo la diffusione a fine gennaio di uno dei casi più scandalosi di eutanasia mai venuto a conoscenza dell’opinione pubblica. In Olanda, una donna anziana affetta da demenza che aveva chiaramente fatto intendere di non desiderare la morte, è stata uccisa dopo essere stata drogata di nascosto dal medico. Svegliatasi nonostante il sonnifero, si è ribellata invano all’iniezione, praticata dal medico mentre i familiari la tenevano ferma bloccata. La Commissione di controllo dell’eutanasia per la prima volta ha passato il fascicolo ai magistrati, chiedendo però di «non punire il dottore».
«NOI CI RIFIUTIAMO». Nel paese dove la buona morte è legale dal 2002, 34 medici hanno lanciato un sito internet e raccolto firme contro l’eutanasia per malati di demenza. Poi il 10 febbraio hanno pubblicato un appello, definito localmente «senza precedenti» su Nrc. L’appello è stato firmato già da 350 medici: «Fare un’iniezione mortale a un malato di demenza in stato avanzato, solo sulla base di una dichiarazione anticipata? A qualcuno che non è in grado di confermare se vuole morire? No, noi ci rifiutiamo. La nostra reticenza morale a porre fine alla vita di un essere umano indifeso è troppo grande».
ANCHE MEDICI PRO-EUTANASIA. Tra i firmatari ci sono anche molti medici di Scen, associazione che offre consulenza, sostegno e aiuto pratico e legale a chi vuole morire. Il dibattito è stato aperto ma il risultato è incerto, dal momento che i sostenitori dell’eutanasia, di fronte al caso dell’anziana uccisa contro la sua volontà, hanno già risposto affermando che «si tratta di un caso isolato».
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