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domenica 14 aprile 2019

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Lo spettacolo che in questi giorni stanno offrendo al mondo molti di noi che siamo i "suoi" di oggi, è identico a quello offerto duemila anni fa a Gerusalemme dai "suoi" di allora mentre accoglievano il Signore agitando palme e ulivi al suo passaggio. Tutti convinti di stare dalla parte giusta, del papa giusto, della fede autentica, e per questo gli unici ad accogliere Cristo come Re, identificando identità e regalità ciascuno dalla propria prospettiva assolutamente infallibile. Osanna di qua, osanna di là, parole e distinguo, indignazioni e polemiche, tutti in curva a tifare per il Messia con la maglietta dei nostri colori, invincibili ovviamente. Peccato per un piccolo eppure determinante particolare: questi occhi che credono di vedere, leggere e capire tutto di testi, interventi, magistero, pastorale, liturgia, storia e concili, Papi e non-papi, tradizioni e tradimenti, ortodossia ed eresia, Verità e menzogna, sono invece chiusi nell'orgoglio che, mentre illude di acclamare il Messia, contemporaneamente arma le mani con martello e chiodi, quelli da usare domani per crocifiggere quello che si ritiene il falso Messia della parte avversa, mentre si uccide quello autentico inviato dal Padre e che si fa carne nel fratello divenuto nemico. Perché il Messia, l'unico, ha un solo segno di riconoscimento, le stigmate della Croce che, nella Passione, un solo uomo è stato capace di vedere, capire e accogliere, Disma, il ladrone pentito, colui cioè che le portava impresse, identiche, nella sua carne. Disma, l'unico che in quel tumulto, avendo viste le sue ferite in quelle di Cristo sanguinanti per amore suo, per far sovrabbondare la Grazia laddove era abbondato il suo peccato, abbia fatto la cosa giusta, implorare umilmente pietà per la propria anima, nella consapevolezza di aver pensato e vissuto sino ad allora "senza sapere quello che faceva", quella cioè capace di attirare il perdono del Padre nel sangue del Figlio, e spalancare così le porte del Paradiso. In questa Domenica di Passione e in questa settimana santa preghiamo il Signore perché doni ad ogni figlio della Chiesa la stessa umile consapevolezza di avere nella carne le piaghe dei nostri peccati, di non essere migliori di nessuno, e per non provocare scandali e divisioni che vengono sempre dal demonio, chiedere la Grazia del silenzio di fronte a parole ed eventi da accogliere e custodire nel cuore, come e con la Vergine Maria, la Madre fedele che ha accompagnato il Figlio sino alla tomba. E implorare pietà, per noi, per ogni fratello, e per il mondo ingannato - come purtroppo molti di noi - dalla suadente e subdola menzogna del nemico, che potremo esorcizzare solo se saremo crocifissi con Cristo, e sapremo vivere mossi dalla Sapienza della Croce.
"Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».
Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? ... Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore" (1 Corinzi 1, 10 -21)

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