Meno due segna il conto alla rovescia per lo stravolgimento antropologico e giuridico della famiglia. Lunedì le unioni civili sono approdate in aula Camera. Oggi, o al massimo mercoledì, il governo porrà la questione di fiducia sul testo e, stando alla dichiarazioni di Renzi, giovedì 12 la legge sarà votata.
Il ddl arriva al traguardo finale senza mai essere stato dibattuto; partito come testo di iniziativa parlamentare è stato prima scippato alla Commissione Giustizia al Senato per essere approvato a Palazzo Madama attraverso la fiducia su un maxi-emendamento blindato, poi il Pd ha chiuso ad ogni confronto anche alla Commissione della Camera per farlo approdare a Montecitorio dove sarà posta un'altra questione di fiducia.
E proprio lo stravolgimento di tutte le prerogative dell’iter parlamentare è stato additato da Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family Day, facendo appello alla coscienza di tutti parlamentari e consegnando al presidente Mattarella un documento giuridico che evidenzia tutti i profili di incostituzionalità della legge sulle unioni civili.
I promotori del grande raduno del Circo Massimo sperano ancora che il Quirinale possa sollevare qualche rilevo di incostituzionalità e invitano il premier Renzi ad aprire un confronto con il popolo del Family Day. Due speranze appunto (tre, se si considera quella di ridestare le coscienze dei deputati catto-moderato-dem) che come tali vengono prese. La controffensiva infatti non si limita a questo. Durante una conferenza stampa alla Camera, Gandolfini ha spiegato le ragioni dell’impegno del Comitato in vista del referendum costituzionale di ottobre:
“Le Unioni civili sono una strategia dentro qualcosa di molto più grande. Già si parla di modificare la legge sulle adozioni dei bambini – la Legge 184 – sotto lo slogan ‘adozioni per tutti’. Non famiglia per tutti i bambini, no! ‘Adozione per tutti’. Poi c’è il tema dell’eutanasia; delle droghe leggere; del ‘divorzio express’; il divorzio rapido è già stato utilizzato… Allora è chiaro che questa è una strategia di governo”. Dunque, fa osservare neurochirurgo bresciano, “se è successo quello che è successo con le Unioni civili, in cui c’erano dei passaggi obbligati, che istituzionalmente potevano portare a delle modifiche, cosa accadrà domani, quando ci sarà un’unica Camera con una maggioranza assoluta da parte del partito del premier? Passeremo da una democrazia parlamentare a un premierato”.
Il ‘no’ alla riforma della Costituzione che diventa quindi la condicio sine qua non per porre un freno al progetto di Renzi di uniformare l’Italia sotto un grande partito radicale di massa. Renzi aveva detto che sarebbe andato nelle parrocchie a spiegare la legge sulle unioni civili. Ora si ritroverà un popolo pronto a smascherare la sua rivoluzione antropologica andando casa per casa, comunità per comunità.
La costituzione ufficiale del Comitato “Famiglie per il no al referendum” si terrà il 28 maggio a Roma presso l’Auditorium Antonianum. Anche da lì passerà l’opposizione ad un premier che dicevano essere espressione del mondo cattolico.
Il ddl arriva al traguardo finale senza mai essere stato dibattuto; partito come testo di iniziativa parlamentare è stato prima scippato alla Commissione Giustizia al Senato per essere approvato a Palazzo Madama attraverso la fiducia su un maxi-emendamento blindato, poi il Pd ha chiuso ad ogni confronto anche alla Commissione della Camera per farlo approdare a Montecitorio dove sarà posta un'altra questione di fiducia.
E proprio lo stravolgimento di tutte le prerogative dell’iter parlamentare è stato additato da Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family Day, facendo appello alla coscienza di tutti parlamentari e consegnando al presidente Mattarella un documento giuridico che evidenzia tutti i profili di incostituzionalità della legge sulle unioni civili.
I promotori del grande raduno del Circo Massimo sperano ancora che il Quirinale possa sollevare qualche rilevo di incostituzionalità e invitano il premier Renzi ad aprire un confronto con il popolo del Family Day. Due speranze appunto (tre, se si considera quella di ridestare le coscienze dei deputati catto-moderato-dem) che come tali vengono prese. La controffensiva infatti non si limita a questo. Durante una conferenza stampa alla Camera, Gandolfini ha spiegato le ragioni dell’impegno del Comitato in vista del referendum costituzionale di ottobre:
“Le Unioni civili sono una strategia dentro qualcosa di molto più grande. Già si parla di modificare la legge sulle adozioni dei bambini – la Legge 184 – sotto lo slogan ‘adozioni per tutti’. Non famiglia per tutti i bambini, no! ‘Adozione per tutti’. Poi c’è il tema dell’eutanasia; delle droghe leggere; del ‘divorzio express’; il divorzio rapido è già stato utilizzato… Allora è chiaro che questa è una strategia di governo”. Dunque, fa osservare neurochirurgo bresciano, “se è successo quello che è successo con le Unioni civili, in cui c’erano dei passaggi obbligati, che istituzionalmente potevano portare a delle modifiche, cosa accadrà domani, quando ci sarà un’unica Camera con una maggioranza assoluta da parte del partito del premier? Passeremo da una democrazia parlamentare a un premierato”.
Il ‘no’ alla riforma della Costituzione che diventa quindi la condicio sine qua non per porre un freno al progetto di Renzi di uniformare l’Italia sotto un grande partito radicale di massa. Renzi aveva detto che sarebbe andato nelle parrocchie a spiegare la legge sulle unioni civili. Ora si ritroverà un popolo pronto a smascherare la sua rivoluzione antropologica andando casa per casa, comunità per comunità.
La costituzione ufficiale del Comitato “Famiglie per il no al referendum” si terrà il 28 maggio a Roma presso l’Auditorium Antonianum. Anche da lì passerà l’opposizione ad un premier che dicevano essere espressione del mondo cattolico.
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