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lunedì 23 maggio 2016

Spagna, il clero anti gender andrà alla sbarra
                     
    
di Andrea Zambrano                         23-05-2016
Gay pride a Madrid
Si avvicina la persecuzione per il clero spagnolo che non intende piegarsi alla dittatura gay. L’arcivescovo di Valencia Antonio Cañizares è finito nel mirino di diverse associazioni Lgbt e dell’ideologo di Podemos Juan Carlos Monedero. Il motivo? Aver parlato di “impero gay” a proposito dell’inculturazione di gender e omofobia in atto da tempo nella società spagnola.
Ormai vescovi e sacerdoti spagnoli sono costretti al martirio bianco, ma quello che è accaduto nel corso di una conferenza dell’Università cattolica di Valencia, dove ha sede la sezione spagnola dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sulla famiglia, rappresenta un deciso cambio di passo. Cañizares infatti rischia una denuncia penale alla corte spagnola per istigazione all’odio, causa intentata dalla lobby gay Lambda, collettivo valenciano per i diritti Lgbt retto da Mar Ortega.
Secondo quanto riferito dal portale cattolico religion y libertad, Cañizares ha tenuto una lectio magistralis sulla deriva odierna. Il cardinale ha denunciato «l’escalation contro la famiglia portata avanti dai politici, aiutati tra gli altri dai poteri lobbisti come l’impero gay e certe ideologhe femministe». Inoltre ha criticato le leggi che fomentano l’ideologia del gender definita «la più insidiosa che ci sia stata in tutta la storia dell’umanità», in riferimento alla legge che consente ai bambini di poter mutare genere a seconda delle circostanze.
Di contro ha denunciato la totale mancanza di aiuti alle famiglie. «La Spagna occupa uno degli ultimi posti in Europa in fatto di politiche famigliari. Insieme alla Grecia è il paese con il più basso indice di natalità e dove la popolazione giovanile è in decrescita costante. E soprattuto è il Paese in cui è aumentato maggiormente il numero di aborti, i divorzi e le unioni di fatto».
Apriti cielo. A rispondere minacciosamente a Cañizares è stato Monedero, che è considerato l’ideologo di Podemos, ma è anche membro di una commissione dell“Università Pontificia Comillas”, retta dai gesuiti, oltre ad essere stato membro del governo di Hugo Chavez in Venezuela.
Quando ascolto Cañizares quello che vedo è una persona traviata sessualmente, ha esordito l’ideologo dell’estrema sinistra mentre un coro di femministe, tra cui Isabel Lozano del collettivo dell’uguaglianza ha detto che le sue parole provocano odio e violenza.
Subito dopo è arrivata la lobby Lambda che ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia per istigazione all’odio ai danni di Cañizares. Che si troverà così in buona compagnia perché a fianco del cardinale, durante la lectio magistralis c’era anche il vescovo di Alcalà Juan Antonio Reig Pla, che è già finito nelle maglie del sistema giudiziario spagnolo proprio a seguito di denunce delle lobby gay, nel 2012 e nel 2014, fortunatamente archiviate.
Ma l’escalation di violenza verso chi denuncia la dittatura del pensiero gay fa pensare che prima a o poi potremo assistere ad un processo che veda sul banco degli imputati un vescovo della Chiesa cattolica, come nel peggiore dei totalitarismi, chiamato a rispondere di fronte ad un tribunale del popolo.
La campagna contro Cañizares non si è fermata. Monedero durante una trasmissione sulla tv Cuatro ha avanzato che Cañizares  abbia una «omosessualità repressa, e sarebbe bene che Chiesa cattolica toga i propri scheletri dagli armadi. Cañizares è una persona piena di ossessioni, che danneggiano e limitano la nostra democrazia e promuove un tipo di comportamento paragonabile a quello utilizzato dalla Chiesa durante la dittatura del franchismo». Con premesse di questo tenore, il clero spagnolo è avvertito

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