«L’universo è chiamato ad entrare nella Chiesa». Perle di spiritualità ortodossa per cattolici
Settembre nelle nostre latitudini è il mese del rientro dalle vacanze e del re-inizio: della scuola, del lavoro, della vita ordinaria della famiglia, del campionato di calcio, dell’anno pastorale in parrocchia e di molto altro ancora.
Il cristiano, ovvero l’essere umano battezzato che crede nella Rivelazione di Cristo, deve tendere, secondo la saggezza dei padri, alla formazione permanente e perfettiva. Non basta il diploma, la laurea o il master
per essere degni di essere annoverati tra i seguaci del Verbo fatto carne. Ci vuole imperativamente l’approfondimento dei contenuti del Vangelo sia per giungere ad un vero discernimento che per saggiare una beatificante quiete interiore.
Oggi poi, in tutti i paesi ex cristiani dell’universo come l’Italia, la cultura ha smesso di essere ispirata alle fonti della luce: sempre più la cultura la politica la società si sono fatte oscure quasi quanto il buio che alberga nell’anima dell’ateo.
Un tempo (à peu près da Costantino al Concilio) poteva essere forse sufficiente la predica del parroco alla domenica e nelle altre feste comandate. Per il resto, si tirava a campare e si seguiva la società, la quale era formata più o meno secondo i canoni di santa madre Chiesa.
Oggi non più. Anzi seguire la società e le mode è il modo più semplice, e il più praticato, per voltare le spalle a Cristo, al Vangelo e ai santi, i nostri più puri maestri di vita interiore (e sociale).
C’è bisogno allora di libri, blog, giornali e riviste che dicano la verità e ci aiutino a mantenerci sulla retta via, la via del bene della giustizia della pace dell’amore e della speranza (cf. Salmo 1).
Ultimamente abbiamo avuto accesso a due magnifici testi della spiritualità orientale e ortodossa. Diciamo subito che non siamo tra quelli che mettono tutte le chiese e le confessioni cristiane sullo stesso piano e crediamo fermamente in quanto sancito dalla Dichiarazione Dominus Iesus (2000) e nella sacra Tradizione (Bolla Unam sanctam).
Tuttavia non crediamo neppure che ogni opera di un non cattolico sia automaticamente un peccato o un errore (contro Baio). E affermiamo, con s. Tommaso, che ogni uomo che dice il vero è almeno in quel momento ispirato dalla prima Verità. Neppure satana poi mente sempre, come è provato da numerosi esorcismi…
Come dunque ci sono delle verità espresse per esempio da Lutero, l’eretico per eccellenza (come l’esistenza dell’inferno e dei dannati), così anche nei pagani e negli stessi sistemi filosofici degli atei possiamo rinvenire delle verità e degli elementi costruttivi.
Il primo di questi testi che consigliamo è quello del teologo russo Pavel N. Evdokimov, Teologia della bellezza (San Paolo, 2017, pp. 354, 20 euro). Il senso del libro sta nel riscoprire e nel riattualizzare, attraverso l’icona e il culto delle immagini, una visione teologica della realtà e della storia, all’insegna del detto, luminosamente accresciuto: La bellezza (divina) salverà il mondo!
Scrive Evdokimov: “Dentro la Chiesa le energie deificanti conducono all’unione con Dio. E’ dunque all’interno del mistero pre-stabilito della Chiesa, alla luce della sua azione santificante che si potrà decifrare più profondamente la natura” (p. 122). Senza il sovrannaturale insomma, come insegnava il grande Chesterton, resta solo ciò che NON è naturale!
Ancora: “L’universo è chiamato ad entrare nella Chiesa, a passare dalle cose profane alle cose sacre, a divenire elemento della storia sacra” (p. 122). Altro che secolarizzazione necessaria e infondo infondo benedetta! Essa, la secolarizzazione, è una maledizione in senso stretto. De-secolarizzare il mondo, ricristianizzarlo da capo a fondo: ecco il programma per gli apostoli del XXI secolo, sacerdoti e laici assieme (cf. i vari discorsi di Pio XII sull’apostolato dei laici, definiti dal Pontefice come “collaboratori dell’apostolato gerarchico”).
Il secondo libro è più semplice e più affascinante ancora. L’autore è l’archimandrita russo Tichon [nella foto] e si intitola Santi di tutti i giorni (Rubbettino, pp. 514, euro 19,50).
In pratica un alto personaggio della Chiesa ortodossa russa racconta la sua lunga esperienza monastica, fin fa quando negli anni 80 del secolo scorso era ancora vivo e vegeto il peggiore regime della storia mondiale: il comunismo.
Attraverso tante pagine intense e di piacevole lettura, l’autore ci restituisce la storia recente della Russia, gli sviluppi notevoli del monachesimo ortodosso e in qualche modo il passaggio, davvero epocale, dal sovietismo ateo all’attuale rinascita cristiana dei popoli slavi est-europei.
Molto belle sono le descrizioni dei personaggi incontrati dall’abate: certe figure possono sicuramente indurre i giovani italiani più saggi a porsi i giusti quesiti sul senso della vita e sulla nocività della società consumista edonista e pornografica di oggi.
Ovviamente, mentre brilla lo zelo e la ricerca di perfezione di archimadriti, starec, igumeni, ierodiaconi e namestinik attraverso la penna leggerissima di padre Tichon, si nota in controluce la carenza della cattolicità universalità e sintesi tra vecchio e nuovo che solo nella santa Chiesa di Roma si riscontra. L’unità di fede e di culto con l’Oriente ortodosso e in particolare con russi e bizantini, sarebbe una grazia che si può immaginare realistica in parallelo con il recupero della vera ortodossia nel seno dell’unica arca di salvezza…
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