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mercoledì 6 settembre 2017

Muore il card. Caffarra. Il suo appello: “L’Occidente ha toccato il fondo"





Il cardinale  Carlo Caffara è morto oggi, 6 settembre 2017, a Bologna. Di quella città fu pastore per 12 anni dal 2003 al 2015.  Fu il primo presidente del “Pontificio Istituto Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia. Alla famiglia, alla sua difesa e custodia, dedicò molte battaglie. Nel marzo 2006 fu creato cardinale da Papa Benedetto XVI.
Il 28 giugno, pochi mesi prima di morire, commentando sulle pagine de Il Giornale il doloroso caso del piccolo bambino inglese Charlie Gard, denunciò con durezza e senza piegarsi allo spirito del “mondo” l’affermarsi di una “cultura della morte” dilagante in un Occidente che ha rifiutato Dio.
Le sue parole pesano come un macigno, non solo su chi ha sentenziato la morte di un neonato per “motivi etici”, ma anche su chi, per piacere al mondo o semplicemente per comodità, si è reso complice tramite un omertoso silenzio.
Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie. Siamo figli delle istituzioni, e dobbiamo la vita ad esse? Povero Occidente: ha rifiutato Dio e la sua paternità e si ritrova affidato alla burocrazia! L’ angelo di Charlie vede sempre il volto del Padre. Fermatevi, in nome di Dio. Altrimenti vi dico con Gesù: «Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino e vi gettaste nel più profondo del mare».
Anche all’ideologia “gender” sposata e imposta da tutti i governanti d’Europa, il cardinale ha riservato inequivocabili parole di fuoco:

È l’ultima sfida che il satana lancia a Dio creatore, dicendogli: “Io ti faccio vedere che costruisco una creazione alternativa alla tua e vedrai che gli uomini diranno: si sta meglio così. Tu gli prometti libertà, io gli propongo la licenza. Tu gli doni l’amore, io gli offro emozioni. Tu vuoi la giustizia, io l’uguaglianza perfetta che annulla ogni differenza”. (Tempi, 19 giugno 2015)

Sui “matrimoni” gay, sponsorizzati come un diritto fondamentale in Italia come in molti altri paesi del mondo occidentale ha affermato:
Qui non c’entra religione o partito, omofobia o discriminazione: sono i fondamentali di una civiltà estesa quanto il mondo e antica quanto la storia ad essere minati; e forse non ci si accorge dell’enormità della posta in gioco. Affermare che omo ed etero sono coppie equivalenti, che per la società e per i figli non fa differenza, è negare un’evidenza che a doverla spiegare vien da piangere. Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose. Ad un tale oscuramento del bene comune da confondere i desideri degli individui coi diritti fondamentali della persona (Tempi, 1 luglio 2013)
Il cardinale Caffarra sarà certamente ricordato per le parole confidategli da suor Lucia la suora portoghese veggente di Fatima nel 1983 (o 1984). Cafarra lo ha raccontato nel 2008 e ne ha nuovamente parlato in una recente intervista pubblicata su Aleteia. In un momento molto difficile, preoccupato per la nascita del nuovo Istituto dedicato agli studi sul matrimonio e la famiglia («Molte persone, fuori e dentro la Chiesa, non volevano quell’Istituto» ha affermato il cardinale in un’altra occasione), Caffarra scrisse una lettera a suor Lucia che rispose inaspettatamente con delle parole sorprendenti:
Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa.
Il cardinale non dimenticherà mai più quelle parole: «Quelle parole si scolpirono nel mio cuore». La vita di mons. Caffarra incarnò questa battaglia in difesa del sacramento del matrimonio e della famiglia, nonché della morale cattolica, fino ai suoi ultimi giorni: fu uno dei quattro cardinali che, nel 2016, espressero a Papa Francesco dei dubbi (i quattro dubia) sul documento finale del Sinodo dei Vescovi Amoris Laetitia, firmato dal papa. Questo gli costò non poche tribolazioni, interne ed esterne, non solo da parte della stampa ma anche dai fratelli nell’episcopato.
Il cardinale Caffarra muore senza aver mai ricevuto risposta ai suoi dubia, ma muore lasciandoci un appello prezioso: quello di svegliarci, di metterci in piedi e di combattere la buona battaglia, anche se ci saranno molte tribolazioni, percosse e ci sembrerà di toccare il fondo.
Dio perdoni i suoi peccati, gli conceda la pace e mostri il Suo volto santo a questo uomo, testimone del Vangelo, che ha combattuto la buona battaglia conservando la sua fede.
p.s. Sono certo che continuerà a servire la Chiesa con la sua intercessione dal cielo. Certamente si farà sentire, anche a costo di presentare qualche dubia al Padre

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