lunedì 11 settembre 2017
MESSI IN MEZZO AL MONDO PERCHE' APPAIA NELLA NOSTRA ARIDITA' L'AMORE FECONDO DI CRISTO, UNICA SPERANZA PER OGNI UOMO
Non temere di essere smascherato e umiliato davanti a tutti, è l’unico modo per offrire al Signore la possibilità di guarirci. E’ questo il cammino per diventare cristiani e annunciare al mondo che Gesù è risorto! Ci siamo sempre nascosti, mettendoci nel mezzo per apparire quello che non siamo, nell’illusione di salvare la faccia ed essere amati. No fratelli, questo atteggiamento è il male che ci divora e uccide gli altri. Il bene, invece, giunge a noi attraverso l’umiliazione nella verità: sempre in mezzo perché Gesù ci dica: “stendi la mano” si veda bene la mano sterile che guarisce per opera di Dio, la ferita sanata dalla misericordia. Perché si compia in noi come in Gesù, che tutti hanno potuto vedere crocifisso, perché, risuscitato, proprio dalle sue piaghe gloriose potesse essere riconosciuto e creduto. Se i nostri figli lo vedessero in noi; se i parrocchiani lo potessero contemplare nei loro pastori. Se gli sposi comprendessero che un matrimonio funziona solo se si fonda sull'umile obbedienza a Cristo: la comunione non nasce dalle qualità che si mettono in comune ma dal conoscersi entrambi deboli e inariditi, l’uno in nulla migliore dell'altro. E' sui difetti e sulle debolezze che Dio costruisce il miracolo di un matrimonio cristiano e di un ministero santo, nei quali risplende l’onnipotenza del suo amore. Così Dio sceglie la sterilità, la piccolezza, la debolezza, i peccatori; il nulla per mostrare che cosa significhi il sabato, il giorno in cui nulla si fa perché è Dio che fa "tutto". E' il mistero della nostra elezione, per la quale i nostri difetti, le debolezze, gli stessi peccati, inchiodati alla Croce del Signore, sono issati sul candelabro perché il mondo veda in noi il potere della sua risurrezione. La nostra mano stesa in mezzo a tutti è il segno della misericordia di Dio che ristabilisce la vita laddove era la morte; il suo amore la fa ritornare ad essere (risanata nell’originale greco) come era al principio, nel progetto del Padre: “aperta” per donare come un cuore inondato d’amore.
Non temere di essere smascherato e umiliato davanti a tutti, è l’unico modo per offrire al Signore la possibilità di guarirci. E’ questo il cammino per diventare cristiani e annunciare al mondo che Gesù è risorto! Ci siamo sempre nascosti, mettendoci nel mezzo per apparire quello che non siamo, nell’illusione di salvare la faccia ed essere amati. No fratelli, questo atteggiamento è il male che ci divora e uccide gli altri. Il bene, invece, giunge a noi attraverso l’umiliazione nella verità: sempre in mezzo perché Gesù ci dica: “stendi la mano” si veda bene la mano sterile che guarisce per opera di Dio, la ferita sanata dalla misericordia. Perché si compia in noi come in Gesù, che tutti hanno potuto vedere crocifisso, perché, risuscitato, proprio dalle sue piaghe gloriose potesse essere riconosciuto e creduto. Se i nostri figli lo vedessero in noi; se i parrocchiani lo potessero contemplare nei loro pastori. Se gli sposi comprendessero che un matrimonio funziona solo se si fonda sull'umile obbedienza a Cristo: la comunione non nasce dalle qualità che si mettono in comune ma dal conoscersi entrambi deboli e inariditi, l’uno in nulla migliore dell'altro. E' sui difetti e sulle debolezze che Dio costruisce il miracolo di un matrimonio cristiano e di un ministero santo, nei quali risplende l’onnipotenza del suo amore. Così Dio sceglie la sterilità, la piccolezza, la debolezza, i peccatori; il nulla per mostrare che cosa significhi il sabato, il giorno in cui nulla si fa perché è Dio che fa "tutto". E' il mistero della nostra elezione, per la quale i nostri difetti, le debolezze, gli stessi peccati, inchiodati alla Croce del Signore, sono issati sul candelabro perché il mondo veda in noi il potere della sua risurrezione. La nostra mano stesa in mezzo a tutti è il segno della misericordia di Dio che ristabilisce la vita laddove era la morte; il suo amore la fa ritornare ad essere (risanata nell’originale greco) come era al principio, nel progetto del Padre: “aperta” per donare come un cuore inondato d’amore.
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