Signore, i giacinti romani fioriscono nei vasi
E il sole d’inverno s’insinua sui colli di neve;
La stagione ostinata si sofferma.
La mia vita è leggera, in attesa il vento di morte,
Come una piuma sul dorso della mano.
La polvere nel sole e la memoria negli angoli
Attendono il vento che gela verso la terra morta.
Concedi a noi la pace.
Per molti anni camminai in questa città,
Mantenni fede e il digiuno, provvedetti ai poveri,
Ho dato e avuto onori ed agiatezza.
Chi giunse alla mia porta fu respinto.
Chi si ricorderà della mia casa, dove vivranno i figli dei miei figli,
Quando verrà il tempo del dolore?
Prenderanno il sentiero della capra, la tana della volpe,
Fuggendo i volti stranieri e le spade straniere.
Prima che venga il tempo delle corde, delle sferze e dei lamenti
Concedi a noi la pace.
Prima delle stazioni della montagna di desolazione,
Prima dell’ora certa del dolore materno,
Ora in questa stagione di nascita e morte,
Possa il Figliolo, il Verbo non pronunciante e impronunciato ancora,
Accordare la consolazione d’Israele
A un uomo di ottant’anni e che non ha un domani.
Secondo la tua parola.
Ti loderanno e soffriranno a ogni generazione
Con gloria e derisione,
Luce su luce, salendo la scala dei santi.
Non per me il martirio, l’estasi del pensiero e della preghiera,
Non per me la visione estrema.
Concedi a me la tua pace.
(E una spada trafiggerà il tuo cuore,
Anche il tuo).
Sono stanco della mia vita e della vita di quelli che verranno,
Muoio della mia morte e della morte di quelli che verranno.
Che il tuo servo si parta
Dopo aver visto la tua salvezza.
Thomas Stearns Eliot
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