Quella cattolica austriaca è una Chiesa protestantizzata: comunione a divorziati e gay che convivono, messe sporadiche, confessioni assenti, preti ribelli e sindacalizzati, parrocchie-bocciofile, chiese profanate da concerti rock e per la causa Lgbt. Così un italiano di 41 anni ha detto basta: "Ho smesso di pagare la tassa ecclesiastica, calcolata sull'1% del mio reddito". Ma le conseguenze per lui sono drammatiche: "La diocesi mi ha negato tutti i sacramenti e rischio un processo". Ecco la condizione in cui versano i cattolici che hanno detto no a una Chiesa mondana, capace, per i soldi, persino di negare la salvezza dell'anima a chi è in piena comunione.
I membri della Pfarrer-Initiative si impegnano pubblicamente a non rifiutare la Comunione ai divorziati-risposati, ai cristiani di altre confessioni ed anche a quanti hanno lasciato la Chiesa cattolica. In una critica costante all'Humanae vitae e al magistero della Chiesa.
La testimonianza di Alessandro di Cristiforo che pubblichiamo oggi sulla decisione di non pagare la tassa ecclesiastica austriaca termina con un rifrimento ad un manifesto di preti, la Pfarrer-Initiative. A questo si aggiunge la conoscenza di ulteriori dettagli del “corso di recupero crediti” Neu beginnen, voluto dalla diocesi di Innsbruck, che non fa che corroborare il giudizio negativo sull’iniziativa e toglie ogni possibilità di dubbio sulla sua finalità perversa.
Descrivendo le modalità di questo seminario di 4 incontri, diffuso in diverse città del Tirolo austriaco, si era visto che ciascuna sede avrebbe avuto le sue guide: una coppia “riformata” (non nel senso confessionale), visto che ormai il termine “irregolare” è caduto nel dizionario dei termini proibiti, ed un pastore, sacerdote o diacono. La storia di una di queste coppie, quella della signora Brigitte Wasle-Kaltenegger e del signor Bernhard Wasle, è già abbastanza indicativa di dove andrà a parare questo seminario.
Ma non è finita qui. Perché tre dei “pastori” indicati a presiedere gli incontri, e cioè Franz Neuner, sacerdote, per il seminario che si terrà ad Außerfern, Johannes Schwemberger, diacono, per gli incontri ad Oberland e Franz Weber, sacerdote e teologo, per Unterland, sono tra i 39 soci, appartenenti alla diocesi di Innsbruck, della Pfarrer-Initiative (vedere qui).
Che cos’è la Pfarrer-Initiative? Si tratta di un’associazione presente in Austria, in Svizzera ed in Germania, che raggruppa sacerdoti, diaconi e semplici fedeli attorno ad un programma di “riforma” della Chiesa. Ovviamente riforma a modo loro, a suon di disobbedienza, apertamente propagandata. I membri si impegnano pubblicamente a non rifiutare la Comunione ai divorziati-risposati, ai cristiani di altre confessioni ed anche a quanti hanno lasciato la Chiesa cattolica. Il manifesto della missione propria dell’Associazione ha una categoria in più, che non poteva mancare: quella degli omosessuali.
I nostri riformatori si obbligano a non celebrare più Messe la domenica: “meglio una liturgia della Parola fatta da sé che un tour liturgico”. Perciò faranno in modo di organizzare delle liturgie della Parola con distribuzione della Comunione, denominandole "priesterlose Eucharistiefeier" (Eucaristia senza sacerdote!) e valevoli per assolvere il precetto domenicale.
Altra disobbedienza giurata: “Andremo contro al divieto di far predicate laici preparati e insegnanti (donne) di religione”. Gli aderenti, poi, proclamano di impegnarsi affinché ogni parrocchia abbia il suo preposto, “uomo o donna, sposato o non sposato, a tempo pieno o part-time”. Di conseguenza, non poteva mancare l’impegno pubblico di richiedere l’accesso delle donne e delle persone sposate al sacerdozio e l’espressione pubblica della propria solidarietà nei confronti di quei sacerdoti che a causa di un matrimonio contratto non possono più esercitare il loro ministero ed anche verso coloro che hanno una relazione e continuano ad esercitare il ministero, entrambi da rispettare perché agiscono secondo coscienza.
Un altro dei pastori che guideranno questi incontri è padre Martin Lintner, Servo di Maria, teologo moralista, noto per il suo incessante smantellamento dell’enciclica Humanae Vitae. Secondo Lintner occorre continuare lo sviluppo dell’insegnamento sulla sessualità, come è accaduto con Amoris Laetitia, la quale avrebbe allargato l’orizzonte dell’apertura alla vita al matrimonio in generale, non ai singoli atti coniugali. Che è come dire che la mia opzione generale di amare il prossimo ed il fatto che ho sgozzato il vicino, in fondo per una sola volta, non sono contraddittorie. Strada aperta, dunque alla contraccezione, purché il matrimonio, questa strana entità che non si declina negli atti concreti, sia aperto alla vita.
All’affermazione di Paolo VI, reo di aver deciso da solo e contrariamente a quanto gli esperti gli indicavano (a proposito dell’agire secondo coscienza), secondo la quale l’astinenza periodica dei coniugi corrisponde alla volontà di Dio, Lintner dà una risposta degna di uno stupidario teologico: “l’identificazione diretta della volontà di Dio quasi non è possibile”.
Seguire la coscienza, dare la Comunione a tutti, impossibilità di identificare la volontà di Dio: ecco i principi intoccabili delle comunità cattoliche di lingua tedesca, che dopo aver tanto faticato a criticare l’esistenza di principi non negoziabili, si sono costruiti i propri. Principi dunque intoccabili e universali; o quasi: perché anche in Austria, come nella vicina Germania, se non paghi la Kirchenbeitrag, ossia la tassa ecclesiastica, allora sei peggio di un paria; e guai ad accostarsi ai sacramenti.
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