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venerdì 15 febbraio 2019

Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia,
che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino,
ad alzare lo sguardo sull’orizzonte,
a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?
L’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale,
non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità,
perché tale esperienza non allontana dalla realtà,
ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano,
per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello.

Benedetto XVI agli artisti, 21 novembre 2009


CON LA SUA PAROLA GESU' APRE LE NOSTRE ORECCHIE PERCHE', ACCOLTA NELLA FEDE, FACCIA BELLA TUTTA LA NOSTRA VITA


S. Agostino scriveva: "Ciascuno è ciò che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che cosa devo dire? Che tu sarai Dio? Io non oso dirlo per conto mio. Ascoltiamo piuttosto le Scritture: Io ho detto: "voi siete dèi, e figli tutti dell'Altissimo". Se, dunque, volete essere dèi e figli dell'Altissimo, non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo". La bellezza perduta, la Grazia del Paradiso, l'ascolto docile e obbediente e il parlare correttamente, la comunione innocente, nuda e indifesa di Adamo ed Eva, l'intimità con Dio nella quale conoscevano solo il bene, tutto fu strappato per una parola di menzogna, per aver ascoltato e accolto una menzogna. Adamo ed Eva avevano amato la terra, e terra sono ritornati ad essere, sordi e muti, nudi e impauriti, isolati e soli. Avevano ascoltato la menzogna, vi avevano creduto e hanno conosciuto il male nel loro intimo, erano diventati come Dio senza essere Dio. E il male li ha schiacciati, e le orecchie si sono chiuse, e la lingua è stata stretta in un nodo di paura. La bellezza del Paradiso era ormai perduta, rimaneva solo la tragica realtà di un mondo ostile, della concupiscenza accovacciata accanto a loro, e quell'incapacità di comunicare, di ascoltarsi e parlarsi, di amare, che faceva brutta la loro vitaBrutta come appare la nostra quando I fatti divengono occasioni di mormorazioni, nervosismi, depressioni. Fatti brutti ai nostri occhi perchè avvelenati dalla menzogna. Brutti per un'esistenza brutta, cioè sorda e muta. La nostra vita perduta nella Decapoli, territorio pagano come le nostre giornate scivolate senza senso, graffiate dal destino sempre avverso, anche una fila di troppo sulla strada che ci conduce ogni mattina al lavoro.... Come Adamo ed Eva, come il sordomuto del Vangelo, anche ciascuno di noi ha bisogno di ascoltare un'altra parola, perchè solo l'ascolto della Verità può salvare. E passa il Signore, anche oggi, come sempre, mosso dal suo invincibile amore per ciascuno di noi. La Chiesa, la nostra Madre ci conduce anche oggi, misteriosamente, a Lui. Forse attraverso un fratello, una parola, la preghiera nascosta di qualche vedova, di qualche suora sepolta in un monastero, i dolori lancinanti di qualche malato che, solo in un letto d'ospedale, li offre quotidianamente per noi. La preghiera feconda dei nostri cari che ci hanno preceduto, dei Santi che intercedono senza sosta. E Maria, mediatrice d'ogni Grazia, sollecita per ogni Suo figlio. E ci troviamo, inaspettatamente, gratuitamente, dinanzi al Signore. E' il suo amore chino su di noi a farci belli, a fare bella la nostra vita. Non ne cambia una virgola, solo ci apre orecchi e lingua, per ascoltare e parlare. Le Sue parole, la Sua vita, Lui stesso Parola del Padre incarnata per noi, Parola d'amore di Dio preparata per noi. E Lui fa tutto perchè possiamo ascoltarne la voce. L'ascolto di Lui ci fa come Lui. "Ciò fa l'amore, rende l'amante simile all'amato" (Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Pratica di amar Gesù Cristo). Effatà, apriti! Ecco la Parola, ecco la bellezza: apriti, ama, vieni fuori Lazzaro, esci da te stesso, ascolta e parla, lasciati amare e donati nello stesso amore. Perchè, come accade nella natura, si parla ciò che si è ascoltato. Se si ascolta amore si parlerà con amore, se si ascolta Cristo si parlerà come Cristo.

Scriveva uno psicologo che “Per far si ché un bambino gitano diventi musicista, si è stabilito che durante le ultime sei settimane prima della nascita e le prime sei settimane di vita, ogni giorno, il miglior musicista di un determinato strumento vada a suonare per lui presso la madre incinta, mentre partorisce e durante l’allattamento: e sembra che il bambino, più tardi, manifesterà il desiderio di suonare proprio quello strumento, eccellendovi "(Dolto, 1985). Per questo ascoltare Gesù, dopo tanti frastuoni e menzogne, ci fa come Lui. Ascoltare le Sue Parole ci fa desiderare di "suonare" il suo stesso amore. Eccellendovi... Che miracolo! A noi che balbettiamo suoni senza contenuti, parole vuote di senso come cembali che tintinnano, segno dell'ipocrisia del dire e del non fare perchè non si è, Dio dona la sua Parola, il suo Figlio, consistenza e contenuto per le nostre vite, e per le nostre parole. E' per noi dunque quest'opera "bella" di Gesù; nell'intimità dell'incontro con Lui sui passi di questo giorno, le sue mani ci cercano, per farci belli, uomini veri, dentro una vita bella, piena, dove tutto è Grazia. Perchè in tutto v'è la traccia del Suo dito pieno d'amore che ci fa belli. Ci salva, ci ridona parola e udito, e, contemplando la sua opera bella in noi, non può che esclamare con le parole dell'amato di fronte all'amata nel Cantico dei Cantici: «Tutta bella sei, compagna mia, difetto non c'è in te!» (Ct. 4, 7). Le sue dita hanno purificato ogni difetto, ai suoi occhi siamo belli come lui. "Questo però è un processo che rimane continuamente in cammino: l'amore non è mai «concluso» e completato; si trasforma nel corso della vita, matura e proprio per questo rimane fedele a se stesso. Idem velle atque idem nolle — volere la stessa cosa e rifiutare la stessa cosa, è quanto gli antichi hanno riconosciuto come autentico contenuto dell'amore: il diventare l'uno simile all'altro, che conduce alla comunanza del volere e del pensare (...) in base all'esperienza che, di fatto, Dio è più intimo a me di quanto lo sia io stesso" (Benedetto XVI, Deus caritas est, n.17). Belli come Lui, pensieri, desideri e volontà, tutto bello come in Lui. Belli per ascoltarlo. Belli per annunciarlo. Belli per amarlo. In tutto. In tu

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