Alla fine, grazie anche alla mobilitazione popolare provocata dal nostro quotidiano, è saltata ieri sera la presenza di Vladimir Luxuria a Tv2000, la tv di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). La notizia è stata data dallo stesso Luxuria, che si è detto dispiaciuto per questa occasione di «apertura» persa, ma che comunque gli è stato assicurato che sarà invitato ancora entro due settimane. Gli avrebbe telefonato lo stesso direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, spiegando che il rinvio era dovuto alla «concomitanza con i lavori dell’Assemblea Cei» in corso ad Assisi.
Se l’invito sarà davvero rinnovato lo vedremo presto, sicuramente ieri nella sede di Tv2000 l’atmosfera non era delle più tranquille, così come ad Assisi dove più di qualche vescovo ha provato a chiedere spiegazioni. Il direttore delle news di Tv2000, Lucio Brunelli, che si è assunto la responsabilità dell’invito a Luxuria, ha aggiunto che è stato deciso di ritirare l’invito perché si volevano evitare «malintesi e strumentalizzazioni» visto che ad Assisi i vescovi parlano anche di famiglia e matrimonio (come se l’assemblea della Cei fosse stata organizzata all’improvviso).
Ma rinvio o cancellazione, la gravità di quanto accaduto resta intatta perché – come abbiamo scritto ieri – il problema non è Luxuria in sé quanto l’obiettivo vero di chi l’ha invitato, ovvero promuovere la «normalizzazione» dell’omosessualità nella Chiesa cattolica. In questo senso Luxuria è stato soltanto usato per promuovere una posizione ideologica all’interno della Chiesa. Il comunicato di Brunelli è perciò soltanto un tentativo di gettare fumo negli occhi, facendo anche una tirata morale a chi ha protestato per questo invito.
Dice infatti Brunelli per giustificare l’invito per Luxuria, che «se un cristiano è tranquillo nella sua
identità può dialogare con tutti. Dialogare ovviamente non significa concordare con le opinioni del proprio interlocutore. Ma confrontarsi in modo rispettoso e fermo con chiunque». È un’affermazione pienamente condivisibile, peccato che non c’entri niente con il programma in oggetto, che non è un dibattito o un talk show dove si confrontano diverse posizioni. Nel caso di Tgtg si offre una tribuna – leggo nel sito della trasmissione - a «ospiti qualificati, esperti e giornalisti» (sotto quale categoria cade Luxuria?) chiamati a commentare il modo in cui i diversi telegiornali danno le notizie. Non prendiamoci dunque in giro: dialogare con tutti si può, ma deve essere chiaro il contesto e l’occasione, e in ogni caso non si capisce perché la Chiesa italiana dovrebbe pagare una tv per ospitare dibattiti che si possono fare ovunque.
E soprattutto si dialoga con interlocutori realmente disponibili, non con chi ha già dato ampia dimostrazione di non accettare il confronto quando c’è da promuovere la causa gay: ricorda Brunelli il recente caso del liceo di Modena, dove i genitori sono andati avanti per settimane per cercare di garantire un contraddittorio all’intervento di Vladimir Luxuria, che non voleva essere disturbato nella sua opera di indottrinamento dei ragazzi?
Ma Brunelli va oltre. Citando Lev Tolstoj, a sua volta ripreso l’altro giorno da papa Francesco, vuole darci una lezione: «Separarsi per non sporcarsi è la peggiore sporcizia». Dunque, saremmo noi “sporchi” perché non accettiamo Luxuria ospite d’onore. Libero di pensarla come vuole, ma le migliaia di mail e post su Facebook di protesta che ieri Tv2000 ha ricevuto in poche ore, dimostra la distanza siderale che c’è fra certi intellettuali e il popolo cristiano, fra i teorici della nuova frontiera del Cristianesimo e la gente comune che si "sporca" ogni giorno cercando di vivere la propria quotidianità alla luce della fede. È tipico di certo intellettualismo disprezzare il popolo e Tv2000 lo ha dimostrato ancora una volta.
Fra i tanti post che ho letto a commento del comunicato di Brunelli, ne ho trovato uno, a firma di Aldo Lavagnino, che descrive meglio di qualsiasi discorso quel che ho tentato di spiegare ora: «Separarsi per non sporcarsi? Ma che stai a dì?? Io faccio volontariato nelle mense Caritas e servo anche tanti travestiti e omossessuali e prostitute; e tante volte mi sono messo in mezzo per difenderli, in particolare le lesbiche che sono le più attaccate. Non ho certo paura di sporcarmi, i veri sporchi sono gli intellettuali da strapazzo che dai loro attici nella loro stolta e proterva arroganza danno spazio alle persone ideologizzate
Se l’invito sarà davvero rinnovato lo vedremo presto, sicuramente ieri nella sede di Tv2000 l’atmosfera non era delle più tranquille, così come ad Assisi dove più di qualche vescovo ha provato a chiedere spiegazioni. Il direttore delle news di Tv2000, Lucio Brunelli, che si è assunto la responsabilità dell’invito a Luxuria, ha aggiunto che è stato deciso di ritirare l’invito perché si volevano evitare «malintesi e strumentalizzazioni» visto che ad Assisi i vescovi parlano anche di famiglia e matrimonio (come se l’assemblea della Cei fosse stata organizzata all’improvviso).
Ma rinvio o cancellazione, la gravità di quanto accaduto resta intatta perché – come abbiamo scritto ieri – il problema non è Luxuria in sé quanto l’obiettivo vero di chi l’ha invitato, ovvero promuovere la «normalizzazione» dell’omosessualità nella Chiesa cattolica. In questo senso Luxuria è stato soltanto usato per promuovere una posizione ideologica all’interno della Chiesa. Il comunicato di Brunelli è perciò soltanto un tentativo di gettare fumo negli occhi, facendo anche una tirata morale a chi ha protestato per questo invito.
Dice infatti Brunelli per giustificare l’invito per Luxuria, che «se un cristiano è tranquillo nella sua
identità può dialogare con tutti. Dialogare ovviamente non significa concordare con le opinioni del proprio interlocutore. Ma confrontarsi in modo rispettoso e fermo con chiunque». È un’affermazione pienamente condivisibile, peccato che non c’entri niente con il programma in oggetto, che non è un dibattito o un talk show dove si confrontano diverse posizioni. Nel caso di Tgtg si offre una tribuna – leggo nel sito della trasmissione - a «ospiti qualificati, esperti e giornalisti» (sotto quale categoria cade Luxuria?) chiamati a commentare il modo in cui i diversi telegiornali danno le notizie. Non prendiamoci dunque in giro: dialogare con tutti si può, ma deve essere chiaro il contesto e l’occasione, e in ogni caso non si capisce perché la Chiesa italiana dovrebbe pagare una tv per ospitare dibattiti che si possono fare ovunque.
E soprattutto si dialoga con interlocutori realmente disponibili, non con chi ha già dato ampia dimostrazione di non accettare il confronto quando c’è da promuovere la causa gay: ricorda Brunelli il recente caso del liceo di Modena, dove i genitori sono andati avanti per settimane per cercare di garantire un contraddittorio all’intervento di Vladimir Luxuria, che non voleva essere disturbato nella sua opera di indottrinamento dei ragazzi?
Ma Brunelli va oltre. Citando Lev Tolstoj, a sua volta ripreso l’altro giorno da papa Francesco, vuole darci una lezione: «Separarsi per non sporcarsi è la peggiore sporcizia». Dunque, saremmo noi “sporchi” perché non accettiamo Luxuria ospite d’onore. Libero di pensarla come vuole, ma le migliaia di mail e post su Facebook di protesta che ieri Tv2000 ha ricevuto in poche ore, dimostra la distanza siderale che c’è fra certi intellettuali e il popolo cristiano, fra i teorici della nuova frontiera del Cristianesimo e la gente comune che si "sporca" ogni giorno cercando di vivere la propria quotidianità alla luce della fede. È tipico di certo intellettualismo disprezzare il popolo e Tv2000 lo ha dimostrato ancora una volta.
Fra i tanti post che ho letto a commento del comunicato di Brunelli, ne ho trovato uno, a firma di Aldo Lavagnino, che descrive meglio di qualsiasi discorso quel che ho tentato di spiegare ora: «Separarsi per non sporcarsi? Ma che stai a dì?? Io faccio volontariato nelle mense Caritas e servo anche tanti travestiti e omossessuali e prostitute; e tante volte mi sono messo in mezzo per difenderli, in particolare le lesbiche che sono le più attaccate. Non ho certo paura di sporcarmi, i veri sporchi sono gli intellettuali da strapazzo che dai loro attici nella loro stolta e proterva arroganza danno spazio alle persone ideologizzate
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