La piazza ormai non basta più a questo popolo, è evidente. C’è da aspettarsi qualche novità anche sul fronte politico. La cronaca di Giovanni Bucchi dal Circo Massimo: persone, parole e sensazioni
“A noi la battaglia, a Dio la vittoria”. E’ questo il saluto con cui Massimo Gandolfini congeda la folla del Circo Massimo, una marea immensa di persone riunitasi a Roma per urlare il suo no al ddl Cirinnà sulle unioni gay. Tante, tantissime le famiglie presenti a comporre un popolo variegato e variopinto nel quale il filo conduttore sono le carrozzine con bambini al seguito. Non mancano poi gli anziani, i giovani e giovanissimi, i nonni con nipoti, i semplici cittadini.
A tirare le fila dell’evento sono innanzitutto i Neocatecumenali. Non ci hanno messo soltanto i numeri per riempire la grande distesa, è loro pure la regia dell’evento, sono loro a gestire in massima parte il servizio d’ordine. Le bandiere di altre sigle e associazioni si sprecano, a un certo punto spunta pure uno striscione con scritto Comunione e Liberazione; chi l’ha portato fin lì, non aveva certo l’autorizzazione del leader don Julian Carròn che s’è guardato bene dal concedere il benestare alla manifestazione.
Al microfono si susseguono gli esponenti del Comitato organizzatore “Difendiamo i nostri figli”. Dovevano limitarsi a un breve saluto, ma non capita tutti i giorni di parlare davanti a una folla simile.
A tirare le fila dell’evento sono innanzitutto i Neocatecumenali. Non ci hanno messo soltanto i numeri per riempire la grande distesa, è loro pure la regia dell’evento, sono loro a gestire in massima parte il servizio d’ordine. Le bandiere di altre sigle e associazioni si sprecano, a un certo punto spunta pure uno striscione con scritto Comunione e Liberazione; chi l’ha portato fin lì, non aveva certo l’autorizzazione del leader don Julian Carròn che s’è guardato bene dal concedere il benestare alla manifestazione.
Al microfono si susseguono gli esponenti del Comitato organizzatore “Difendiamo i nostri figli”. Dovevano limitarsi a un breve saluto, ma non capita tutti i giorni di parlare davanti a una folla simile.