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sabato 26 novembre 2016

Movimenti ecclesiali, strumento di evangelizzazione
   
   
di Gerhard Ludwig Müller*                      26-11-2016
Il libro di Kiko

Pubblichiamo ampi stralci dell'intervento che il cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha tenuto ieri presso il Teatro Olimpico di Roma in occasione della presentazione del libro di Kiko Argüello, "Annotazioni 1988-2014" che raccoglie riflessioni, pensieri, poesie e preghiere dell'iniziatore del Cammino neocatecumenale. Il libro è nelle librerie per i tipi dell'editore Cantagalli (i titoli che precedono i vari passi sono redazionali, ndr).

In data 15 maggio 2016, la Congregazione per la dottrina della fede, con l’approvazione di Papa Francesco, ha pubblicato la lettera Juvenescit ecclesia, sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa. La lettera, indirizzata ai vescovi della Chiesa cattolica, riprende una formula della Costituzione Dogmatica Lumen gentium (art. 4), affermando che l?interazione tra ministeri e carismi andrebbe compresa solamente nell?ambito dell?integrale concezione sacramentale della Chiesa come popolo di Dio, Corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. (…)
LA CHIESA VERA MEDIATRICE DI SALVEZZA
L?intera opera santificante della Chiesa, che si realizza nell?annuncio della Parola, nella celebrazione dei sacramenti e nella guida dei fedeli ad opera dei pastori istituiti da Dio, nonché nella loro missione rivolta all?esterno, attinge forza divina dallo Spirito Santo. La triplice azione della Chiesa, e cioè martyria, leiturgia e diakonia, non è dunque mera attività umana, in grado solo di indicare un Dio lontano, ma piuttosto espressione della cooperazione tra Dio e gli uomini, affinché Dio possa agire tramite noi, e anche noi, nelle nostre attività umane – e cioè nella preghiera, nel pensiero e nell?azione – possiamo agire per il Regno di Dio, assumendoci la piena responsabilità nella nostra qualità di collaboratori della Sua grazia e verità.

Perciò, la Chiesa non è soltanto – per dirla in termini protestanti – creatura della Parola di Dio, oggetto passivo del Suo agire nella giustificazione dei peccatori o nel dichiarare loro giusti, perché ciò permetterebbe che la distanza infinita tra il Dio santo e il peccatore esista per sempre. La Chiesa è piuttosto – per dirla in termini cattolici – purificata e santificata in Cristo. Essendo il Suo Corpo, la Chiesa vive in eterna unione con Cristo, suo Capo. Nonostante Capo e Corpo siano due cose diverse, essi formano un?unità organica di vita. «Al contrario, − afferma San Paolo − vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il Capo, Cristo dal quale tutto il Corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità» (Ef 4,15s). La Chiesa, quindi, non solo viene santificata, ma, nell?annuncio e soprattutto nei sacramenti, essa comunica la vita santa della grazia, in modo che il peccatore possa essere chiamato “giustificato” ed esserlo veramente, e noi non fossimo solo chiamati figli di Dio, ma esserlo realmente (1 Gv 3,1). La Chiesa non è solo oggetto, ma anche strumento dell?opera salvifica di Dio, e perciò con Cristo, suo Capo, essa è anche soggetto della mediazione della salvezza che è soltanto opera di Cristo. La Chiesa, quale sacramento della salvezza del mondo in Cristo, è vera mediatrice della salvezza degli uomini. (...)
TUTTI SONO CHIAMATI ALLA SANTITA'
La distinzione tra doni gerarchici e doni carismatici non corrisponde alla distinzione tra chierici e laici, in quanto l?essere cristiani di tutte le membra del Corpo di Cristo, che è la Chiesa, ha un fondamento sacramentale. Attraverso il Battesimo e la Cresima veniamo inseriti nel mistero della santa Chiesa; attraverso i sacramenti della Penitenza e dell?Eucaristia la vita in Cristo viene purificata e nutrita, mentre nel matrimonio i coniugi vengono fortificati con la grazia di Cristo. Tutti partecipano completamente alla vita santa e all?azione santificante della Chiesa, e cioè a tutte le principali attività della messa, della sollecitudine per la salvezza di tutti e della carità. È ciò che noi chiamiamo apostolato dei laici, che è l’esercizio del sacerdozio comune, regale e profetico del popolo di Dio, ma anche la vocazione di tutti i cristiani alla santità. (...)
I DONI CARISMATICI E L'UNITA' DELLA CHIESA
E mentre il popolo santo di Dio partecipa dell?ufficio profetico di Cristo per mezzo di una vita di fede e di carità (LG 12), lo Spirito Santo dona carismi da quelli più semplici a quelli “più straordinari” – come quelli dei fondatori di ordini, famiglie o movimenti religiosi, i quali, “siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione” (LG 12). Perciò, per far sì che la Chiesa non venga frammentata nei suoi vari uffici, ministeri e carismi, ma ricomposta nella sua varietà per formare ed edificare l?unità in Cristo, sull?unità di tutto il popolo di Dio, espressa nella varietà delle vocazioni e dei carismi, vegliano, per la Chiesa universale, il magistero ecclesiale affidato al Papa, e, per le chiese locali, il magistero dei vescovi. «Il giudizio sulla genuinità dei carismi e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Ts 5,12 e 19-21)» (LG 12).
IL CAMMINO NEOCATECUMENALE E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
(…) Il punto dolente nelle Chiese di antica cultura cattolica è proprio questo: tante di loro, pur essendo “sacramentalizzate”, non sono “evangelizzate”; hanno una conoscenza teoretica della loro fede, ma senza essere radicate spiritualmente ed esistenzialmente in essa e senza essere completamente permeate dall?amore di Dio e del prossimo. Naturalmente non sarebbe giusto giudicare le persone solamente sulla base di questa contrapposizione, che è una caratterizzazione generale dello stato del cristianesimo nella civiltà europeo-americana. E siccome qui non si tratta del catecumenato degli adulti prima del loro battesimo, ma di destare, sostenere e fortificare la fede secondo il modello del catecumenato pre-battesimale, esso viene sinteticamente chiamato “neocatecumenato”.
Non si deve – e non si vuole – sostituire l’insegnamento ufficiale della fede nelle parrocchie e nelle scuole. Si tratta di fare esperienza personale di una vita con il Dio Trinitario santo e santificante, da condividere con un gruppo di compagni di viaggio; di intraprendere un itinerario mistagogico e catechetico che rende capaci di seguire il Signore crocifisso e risorto, configurandoci e unendoci a Lui nell’amore. Parola di Dio, liturgia e comunità sono i tre elementi fondamentali del Cammino Neocatecumenale. (...)
LA FEDE NON E' CONTRARIA ALLA SAPIENZA
La fede non è contraria alla sapienza, come ritengono ingiustamente i razionalisti. Colui che crede sa anche di più, perché il Figlio ci ha rivelato ogni cosa che gli è stata affidata dal Padre (Lc 10,21s), e proprio per questo la fede è conoscenza di Dio che supera infinitamente tutta la conoscenza del mondo che l?uomo possa mai avere. Nella sua lettera “alla Chiesa di Dio che è in Corinto” (1Cor 1,2), San Paolo scrive: “La mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,4s). Perciò, la catechesi non è né comunicazione astratta di conoscenze, né mera stimolazione di sentimenti emotivi. Il Concilio Vaticano II, dal cui spirito scaturì il carisma del Cammino Neocatecumenale, afferma: «L’insegnamento del catechismo ha lo scopo di ravvivare tra gli uomini la fede e di renderla cosciente e attiva, per mezzo di un'opportuna istruzione» (CD 14).
*Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

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