Federico Cenci la presenta così sull'agenzia per la stampa Zenit:  
Dalle Ande all’Oceano Indiano, attraversando tutta l’Europa e  passando anche per il Medio Oriente, i miracoli eucaristici  rappresentano quel legame invisibile che unisce il popolo al mistero e  alla bellezza della presenza di Dio.
È un lavoro impervio catalogare tutti gli eventi prodigiosi, nel  corso della storia, in cui l’Ostia consacrata si è trasformata in carne e  il vino in sangue o in cui la Sacra Specie si è salvata da  profanazioni, furti, incendi. La Mostra sui Miracoli Eucaristici, grazie  a un’ampia rassegna fotografica e a doviziose descrizioni storiche,  rappresenta un unicum in questo senso.
Circa 136 miracoli eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in  diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa, sono raccolti da  questo museo che si snoda attraverso dei pannelli i quali ci conducono  “virtualmente” nei luoghi in cui gli eventi sono accaduti. Ospitata già  in tutti e 5 i Continenti, in migliaia di parrocchie, in 100 Università  degli Stati Uniti e nei maggiori Santuari mariani nel mondo, la mostra è  il frutto di un’idea del giovanissimo Carlo Acutis.
Nato a Londra il 3 maggio 1991 (dove i suoi genitori si trovavano per  lavoro) e morto nel 2006, a 15 anni, a causa di una leucemia  fulminante, Carlo incentra tutta la sua breve esistenza sull’amicizia  con Gesù. Amicizia che gli concede la forza di affrontare la morte con  un coraggio sbalorditivo: minimizza i dolori che i medici descriveranno  come atroci e decide di offrirli per il bene della Chiesa e per papa  Benedetto XVI.
Ai suoi funerali partecipa, commossa, una moltitudine di gente.  Chiunque l’abbia conosciuto, 
riconosce di aver incontrato un adolescente speciale. Spigliato, vivace, appassionato di sport ed esperto di informatica, Carlo esprime l’attitudine a farsi prossimo nei confronti di quanti soffrono, amici o conoscenti che siano. In ognuno vede il volto di Colui che è il centro della sua affezione.
riconosce di aver incontrato un adolescente speciale. Spigliato, vivace, appassionato di sport ed esperto di informatica, Carlo esprime l’attitudine a farsi prossimo nei confronti di quanti soffrono, amici o conoscenti che siano. In ognuno vede il volto di Colui che è il centro della sua affezione.
Ad appena 11 anni decide di parlare del suo particolare legame con  l’Eucaristia. “Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù  e già su questa terra pregusteremo il Paradiso”, scrive. Coinvolge i  genitori per farsi accompagnare in tutti i luoghi dove sono avvenuti i  miracoli eucaristici. Di qui l’idea di dar vita a questa mostra che  assume un valore storico precipuo.
Il suo allestimento dura circa due anni e mezzo. Un lavoro lungo ma  proficuo. Come si può leggere sul sito, “gli effetti spirituali che sta  portando la mostra erano imprevedibili alla vigilia”. La bontà  dell’iniziativa è sottolineata anche dall’autorevole prefazione del  card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana, e da quella di  mons. Raffaello Martinelli, allora Capo dell’Ufficio Catechistico della  Congregazione per la Dottrina della Fede.
Alcuni recenti miracoli eucaristici sono stati aggiunti dopo la  scomparsa di Carlo. Tra questi, ce n’è uno accaduto a Tixtla, in  Messico, il 21 ottobre 2006, appena nove giorni dopo la morte del  giovane ideatore della mostra. Durante un ritiro spirituale nella  Parrocchia San Martin de Tours, al momento della Comunione, gli occhi di  un sacerdote si inumidirono improvvisamente di lacrime. Il celebrante  gli si avvicinò e si accorse che l’Ostia che questo prete aveva preso  per dare la Comunione a una parrocchiana, aveva iniziato ad effondere  una sostanza rossiccia.
Il fatto destò scalpore e commozione tra tutti i fedeli e poi ancora  al di fuori della Parrocchia. Furono condotte ricerche scientifiche che  si conclusero nell’ottobre 2012 con la seguente conclusione: la sostanza  rossiccia corrisponde a sangue di tipo AB, simile a quello riscontrato  nell’Ostia di Lanciano e nella Sacra Sindone di Torino; essa proviene  dall’interno, si esclude così l’ipotesi che qualcuno possa averla  collocata dall’esterno; il tessuto riscontrato corrisponde al muscolo  del cuore.
A fronte di queste conclusioni, nel 2013 mons. Alejo Zavala Castro,  vescovo di Chilpancingo, ha annunciato con una Lettera pastorale che  “questa manifestazione ci porta un meraviglioso segno dell’amore di Dio,  che conferma la Reale presenza di Gesù nell’Eucarestia”, dichiarando il  caso come un “Segno Divino”.
Un Segno, forse, è anche che questa Lettera sia stata pubblicata il  12 ottobre 2013, giorno del settimo anniversario della scomparsa di  Carlo Acutis. Quel giovane che, a proposito dell’Eucaristia, la definì  “la mia autostrada per il Cielo”. E una testimonianza della sua amicizia  con Gesù è questa mostra che Carlo, per il quale è stata introdotta la  causa di beatificazione, ha lasciato in eredità a tutti noi. 
 
 
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