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martedì 14 luglio 2015

Cliccate subito qui per immergervi nello splendore della mostra virtuale sui miracoli eucaristici

Federico Cenci la presenta così sull'agenzia per la stampa Zenit
Cliccate subito qui per immergervi nello splendore della mostra virtuale sui miracoli eucaristiciC’è un filo rosso intessuto di meraviglia, che attraversa la storia della Chiesa. Un evento straordinario, che trascende le leggi della natura per indicarci il cuore, il vertice, il nocciolo del grande piano di Dio, quel fatto determinante la nostra fede che è la morte e la resurrezione di Gesù.
Dalle Ande all’Oceano Indiano, attraversando tutta l’Europa e passando anche per il Medio Oriente, i miracoli eucaristici rappresentano quel legame invisibile che unisce il popolo al mistero e alla bellezza della presenza di Dio.
È un lavoro impervio catalogare tutti gli eventi prodigiosi, nel corso della storia, in cui l’Ostia consacrata si è trasformata in carne e il vino in sangue o in cui la Sacra Specie si è salvata da profanazioni, furti, incendi. La Mostra sui Miracoli Eucaristici, grazie a un’ampia rassegna fotografica e a doviziose descrizioni storiche, rappresenta un unicum in questo senso.
Circa 136 miracoli eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa, sono raccolti da questo museo che si snoda attraverso dei pannelli i quali ci conducono “virtualmente” nei luoghi in cui gli eventi sono accaduti. Ospitata già in tutti e 5 i Continenti, in migliaia di parrocchie, in 100 Università degli Stati Uniti e nei maggiori Santuari mariani nel mondo, la mostra è il frutto di un’idea del giovanissimo Carlo Acutis.
Nato a Londra il 3 maggio 1991 (dove i suoi genitori si trovavano per lavoro) e morto nel 2006, a 15 anni, a causa di una leucemia fulminante, Carlo incentra tutta la sua breve esistenza sull’amicizia con Gesù. Amicizia che gli concede la forza di affrontare la morte con un coraggio sbalorditivo: minimizza i dolori che i medici descriveranno come atroci e decide di offrirli per il bene della Chiesa e per papa Benedetto XVI.
Ai suoi funerali partecipa, commossa, una moltitudine di gente. Chiunque l’abbia conosciuto,
riconosce di aver incontrato un adolescente speciale. Spigliato, vivace, appassionato di sport ed esperto di informatica, Carlo esprime l’attitudine a farsi prossimo nei confronti di quanti soffrono, amici o conoscenti che siano. In ognuno vede il volto di Colui che è il centro della sua affezione.
Ad appena 11 anni decide di parlare del suo particolare legame con l’Eucaristia. “Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso”, scrive. Coinvolge i genitori per farsi accompagnare in tutti i luoghi dove sono avvenuti i miracoli eucaristici. Di qui l’idea di dar vita a questa mostra che assume un valore storico precipuo.
Il suo allestimento dura circa due anni e mezzo. Un lavoro lungo ma proficuo. Come si può leggere sul sito, “gli effetti spirituali che sta portando la mostra erano imprevedibili alla vigilia”. La bontà dell’iniziativa è sottolineata anche dall’autorevole prefazione del card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana, e da quella di mons. Raffaello Martinelli, allora Capo dell’Ufficio Catechistico della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Alcuni recenti miracoli eucaristici sono stati aggiunti dopo la scomparsa di Carlo. Tra questi, ce n’è uno accaduto a Tixtla, in Messico, il 21 ottobre 2006, appena nove giorni dopo la morte del giovane ideatore della mostra. Durante un ritiro spirituale nella Parrocchia San Martin de Tours, al momento della Comunione, gli occhi di un sacerdote si inumidirono improvvisamente di lacrime. Il celebrante gli si avvicinò e si accorse che l’Ostia che questo prete aveva preso per dare la Comunione a una parrocchiana, aveva iniziato ad effondere una sostanza rossiccia.
Il fatto destò scalpore e commozione tra tutti i fedeli e poi ancora al di fuori della Parrocchia. Furono condotte ricerche scientifiche che si conclusero nell’ottobre 2012 con la seguente conclusione: la sostanza rossiccia corrisponde a sangue di tipo AB, simile a quello riscontrato nell’Ostia di Lanciano e nella Sacra Sindone di Torino; essa proviene dall’interno, si esclude così l’ipotesi che qualcuno possa averla collocata dall’esterno; il tessuto riscontrato corrisponde al muscolo del cuore.
A fronte di queste conclusioni, nel 2013 mons. Alejo Zavala Castro, vescovo di Chilpancingo, ha annunciato con una Lettera pastorale che “questa manifestazione ci porta un meraviglioso segno dell’amore di Dio, che conferma la Reale presenza di Gesù nell’Eucarestia”, dichiarando il caso come un “Segno Divino”.
Un Segno, forse, è anche che questa Lettera sia stata pubblicata il 12 ottobre 2013, giorno del settimo anniversario della scomparsa di Carlo Acutis. Quel giovane che, a proposito dell’Eucaristia, la definì “la mia autostrada per il Cielo”. E una testimonianza della sua amicizia con Gesù è questa mostra che Carlo, per il quale è stata introdotta la causa di beatificazione, ha lasciato in eredità a tutti noi.

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