Il 3 luglio 2015 Papa Francesco è intervenuto a Piazza San Pietro al grande raduno ecumenico promosso dal Rinnovamento nello Spirito in solidarietà con i cristiani perseguitati, dove ha insistito sulla sua nozione di «ecumenismo del sangue». Perseguitati insieme, i cristiani possono e devono testimoniare insieme.
Nello spirito ecumenico dell'evento, il Papa ha anzitutto pregato per l'unità dei cristiani: «Gesù, Signore, tu hai chiesto per tutti noi la grazia dell’unità in questa Chiesa che è Tua, non è nostra. La storia ci ha divisi. Gesù, aiutaci ad andare sulla strada dell’unità o di questa diversità riconciliata. Signore, Tu sempre fai quello che hai promesso, dacci l’unità di tutti i cristiani». «L'unico insostituibile nella Chiesa – ha aggiunto Francesco – è lo Spirito Santo e l'unico Signore è Gesù». L’unità dei cristiani «è opera dello Spirito Santo e dobbiamo pregare insieme. L’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della preghiera. ‘Padre, io posso pregare con un evangelico, con un ortodosso, con un luterano?’ Devi, devi: avete ricevuto lo stesso Battesimo».
Il tema della convocazione - i cristiani perseguitati - non è estraneo all'ecumenismo, perché «la realtà di oggi e i nostri martiri ci uniscono in un “ecumenismo del sangue”». Ricordando i ventitré copti egiziani sgozzati in Libia, il Pontefice si è chiesto: «Se il nemico ci unisce nella morte, ma chi siamo noi per dividerci nella vita? Lasciamo entrare lo Spirito, preghiamo per andare avanti tutti insieme».
Come fa spesso quando parla ai movimenti, al Rinnovamento Francesco ha ricordato «il modello del poliedro che riflette la convergenza di tutte le parti»: «il fiume deve perdersi nell'oceano, se diventa fermo si corrompe». Vale per ogni movimento: se «questa corrente di grazia non finisce nell'oceano di Dio, lavora per sé stessa», per il Diavolo «padre della menzogna» o per la vanagloria dei dirigenti. «Quanti leader diventano pavoni? Il potere ti porta alla vanità! E anche ti senti capace di fare qualsiasi cosa, puoi scivolare negli affari, perché il diavolo sempre entra per i portafogli! Questa è la porta d’entrata». Per questo, ha concluso, i servizi dei dirigenti dovrebbero avere «una scadenza», mentre il modello dei dirigenti a vita presenta svantaggi e problemi.
Nello spirito ecumenico dell'evento, il Papa ha anzitutto pregato per l'unità dei cristiani: «Gesù, Signore, tu hai chiesto per tutti noi la grazia dell’unità in questa Chiesa che è Tua, non è nostra. La storia ci ha divisi. Gesù, aiutaci ad andare sulla strada dell’unità o di questa diversità riconciliata. Signore, Tu sempre fai quello che hai promesso, dacci l’unità di tutti i cristiani». «L'unico insostituibile nella Chiesa – ha aggiunto Francesco – è lo Spirito Santo e l'unico Signore è Gesù». L’unità dei cristiani «è opera dello Spirito Santo e dobbiamo pregare insieme. L’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della preghiera. ‘Padre, io posso pregare con un evangelico, con un ortodosso, con un luterano?’ Devi, devi: avete ricevuto lo stesso Battesimo».
Il tema della convocazione - i cristiani perseguitati - non è estraneo all'ecumenismo, perché «la realtà di oggi e i nostri martiri ci uniscono in un “ecumenismo del sangue”». Ricordando i ventitré copti egiziani sgozzati in Libia, il Pontefice si è chiesto: «Se il nemico ci unisce nella morte, ma chi siamo noi per dividerci nella vita? Lasciamo entrare lo Spirito, preghiamo per andare avanti tutti insieme».
Come fa spesso quando parla ai movimenti, al Rinnovamento Francesco ha ricordato «il modello del poliedro che riflette la convergenza di tutte le parti»: «il fiume deve perdersi nell'oceano, se diventa fermo si corrompe». Vale per ogni movimento: se «questa corrente di grazia non finisce nell'oceano di Dio, lavora per sé stessa», per il Diavolo «padre della menzogna» o per la vanagloria dei dirigenti. «Quanti leader diventano pavoni? Il potere ti porta alla vanità! E anche ti senti capace di fare qualsiasi cosa, puoi scivolare negli affari, perché il diavolo sempre entra per i portafogli! Questa è la porta d’entrata». Per questo, ha concluso, i servizi dei dirigenti dovrebbero avere «una scadenza», mentre il modello dei dirigenti a vita presenta svantaggi e problemi.
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