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mercoledì 10 febbraio 2016

Cenere

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foto di Antonello Iapicca.Un pizzico di cenere può dirci molto. Chi siamo e che cosa diventeremo ad esempio. Inizia la Quaresima e la Chiesa che ci ama come una madre ci cosparge il capo di cenere, presentandoci senza sconti a noi stessi. Riusciamo a cogliere la grazia di questo giorno e l’occasione che Dio ci offre con questo tempo? Non è facile, perché di fronte ai giorni siamo come degli accaniti tabagisti. Ce li fumiamo voraci uno dopo l’altro, ora dopo ora, incontro dopo incontro. Che... rimane di ieri? Ricordi la faccia da preside inflessibile con cui hai dato il buongiorno a tuo marito? E le parole avvelenate rivolte al tuo collega alle 15 e 45? E quel gesto irato piantato in faccia a tuo figlio verso le 20? E la stanchezza con cui alle 23 hai chiuso la porta alla tenerezza di tua moglie? No, solo immagini sbiadite vero? 
Perché senza amore il nostro dire e fare si consuma come cenere, non ne resta nulla. E’ inutile difendersi, tutti abbiamo almeno un grumo di cenere nascosto in qualche angolo della nostra vita. E la cenere non mente, svela che abbiamo bruciato nei peccati l’amore nel quale siamo stati creati. Ecco, la grazia di questo giorno è potersi fermare un momento e sentirsela addosso la nostra cenere, come una cosa sporca che non c’entra nulla con quello che laggiù in fondo il nostro cuore desidera. Allora ascoltiamo bene: “ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”, se non ti “converti e credi al Vangelo”. Perché scoprire e accettare la propria realtà è l’unico modo per arrenderci all'annuncio della misericordia di nostro Padre, capace di trasformare ogni istante incenerito della nostra vita in un frammento prezioso d’amore che profuma di vita eterna. La Quaresima è poterlo sperimentare, esiste nel mondo un tempo migliore?

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