L'intellettuale
francese che ha coniato il termine "cristianisti" parla dei temi
sollevati dal Family Day. "Sono i bambini che hanno dei diritti, perché
sono delle eprsone, non delle cose". E ancora: "Basterebbero piccoli
aggiustamenti al diritto di successione"
di PAOLO RODARIRémi Brague è professore emerito di filosofia alla Sorbona di Parigi e ha occupato la cattedra Romano Guardini alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, esperto di cultura islamica, ebraica e cristiana, profondo conoscitore del mondo greco e romano. Insieme a Elisa Grimi (Université de Neuchâtel) ha scritto Contro il cristianismo e l'umanismo. Il perdono dell'Occidente (Cantagalli 2015).
Professore, un milione di cattolici sono scesi in piazza a Roma contro il ddl sulle unioni civili. Non le sembra che il Family Day, come tutte le manifestazioni analoghe, sia figlio di una visione del cattolicesimo lontana dal Vangelo? È Vangelo fare le barricate su alcuni princìpi portando coloro che la pensano diversamente a giudicare la Chiesa retrograda e crudele?
"Solamente i cattolici? In Francia, anche se i cattolici si sono molto mobilitati, c'erano in manifestazioni analoghe ebrei, musulmani, e atei. Certamente, i media hanno mentito - è il loro mestiere - e hanno cercato di ridurre tali eventi a folclore "cattolico" e "reazionario". Il Vangelo? Quale? Non credo noi abbiamo la stessa edizione... Nelle quattro che ho letto, Gesù ha provato una grande misericordia verso i peccatori. Ma egli è anche molto duro verso tutto ciò che danneggia e degrada l'uomo: menzogna, ipocrisia, buona coscienza "progressista"".
Lei in una celebre intervista a 30Giorni coniò il termine cristianisti, di recente richiamato nel suo ultimo libro scritto con Elisa Grimi riferendosi a coloro che non seguono Cristo ma
semplicemente esaltano e difendono la civiltà cristiana, usando il cristianesimo sostanzialmente per scopi politici. Non le sembra che la medesima cosa la facciano ancora oggi i cattolici che scendono in piazza per il Family Day?
"Chi può conoscere le motivazioni della gente? E lei crede veramente che vi siano scopi politici solo da una parte? I cristianisti hanno almeno il vantaggio di riconoscere l'evidenza storica che il cristianesimo ha svolto un ruolo positivo nello sviluppo dell'Occidente. Non li biasimo. Domando loro se la fede che ha fatto del bene alla loro civiltà non potrebbe fare del bene anche a loro".
Sempre nel suo ultimo libro con Elisa Grimi, lei sostiene che la società secolarizzata, figlia di un razionalismo che ha posto al centro la libertà e i diritti dei singoli, non riesce più a bastare a se stessa. Non crede sia arrivato il tempo di guardare alla secolarizzazione non come un nemico ma come un'opportunità?
"Che parole ambigue! Secolarizzazione? Se si tratta della distinzione tra politica e religione, complimenti! Razionalismo? Come filosofo, e come cristiano per il quale "in principio era la ragione", complimenti! La libertà? Quello che ci viene proposto è un taxi vuoto che non va da nessuna parte. Questo uomo "libero" è schiavo: il consumatore totalmente consegnato al mercato, il singolo cittadino totalmente consegnato allo stato. Quanto affermo nel mio Règne de l'homme (2015), è che l'avverarsi di un secolarismo coerente metterebbe in atto l'etimologia della stessa parola secolarismo facendo sì che l'umanità non duri più di un secolo".
Per la Costituzione italiana la famiglia è fondata sul matrimonio, fra uomo e donna. Il testo entrò in vigore nel '48 quando le unioni tra omosessuali non erano contemplate. Oggi non si dovrebbe riconoscere che la realtà è cambiata?
""La realtà è cambiata", voilà, ecco una formula vuota. Quello che è necessario è parlare di cose precise e dire in ogni caso: alcune cose non sono cambiate; altre sono cambiate in meglio; altre sono cambiate in peggio. Se la legge non fa che constatare il dato di fatto, senza orientarlo, non serve a nulla".
Per la Chiesa avere figli non è un diritto. Alcuni studi dicono che le persone Lgbt hanno capacità genitoriali come tutti. Perché è un problema se una coppia gay adotta un bambino?
"Sono i bambini che hanno dei diritti, poiché sono delle persone, non delle cose. Ci sono dei diritti del bambino. Ma non vi è il diritto al bambino. Alcuni studi? E quelli che mostrano il contrario? Capacità genitoriali? Le persone omosessuali devono avere gli stessi diritti e doveri di tutte le altre persone. Non dubito della loro capacità di dedizione. Ma la questione non riguarda gli individui, ma le coppie. Sono queste ultime che possono generare dei bambini. Possono le coppie omosessuali? Evidentemente no. Piuttosto c'è bisogno di una terza persona, padre donatore del seme o madre surrogata, uno strumento, usa e getta. Una volta nato il bambino crescerà senza madre o padre. Il mio è stato ucciso quando avevo un anno. Sono stato molto amato da mia madre, e ho stimato e ammirato mio nonno e mio zio. Tuttavia non avere avuto un padre è una ferita che resta aperta... Nel mio caso, non è stata certamente una cosa voluta. Non riconosco il diritto di imporre tale ferita volontariamente a un bambino".
Non è auspicabile che anche l'Italia abbia una legge sulle coppie di fatto?
"Se gli individui sono ben protetti dalla legge, perché una legge speciale per le coppie? Lo Stato non deve intromettersi
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