La festa della Santa Famiglia di Nazaret quest'anno si sfila quasi dal calendario, non trovando una domenica in cui collocarsi tra Natale e Capodanno, e finisce in un magro venerdì. Quello che accade incidentalmente nel calendario liturgico sembra un riflesso dello smarrimento del senso della famiglia che serpeggia nella società. Quando gruppetti di donne singole si radunano nel bar sottocasa, o più frequentemente vi stazionano giovanotti attempati, si diffonde una sensazione di solitudine, come nei racconti dell'Ottocento con le vicende dei ragazzi senza famiglia. Donne sole e padri separati, bambini alloggiati con la mamma in casa dei nonni, coppie deboli e labili con frequente cambio di partner, così da non lasciare il tempo di memorizzarne i nomi, creano disorientamento e dissesto. Sarebbe semplice risolvere il problema di un letto in cui dormire e del piatto caldo, se i due fratelli si frequentassero o tornassero ad abitare con i genitori 'fastidiosi'. Sarebbe semplice gustare la bellezza della casa se papà e mamma si parlassero senza litigare.
In questo frangente, la famiglia di Nazaret rimane piantata in tutti i presepi delle Chiese e delle case, per riapparire puntualmente nel calendario festivo dei prossimi sei anni. Soprattutto, la famiglia di Nazaret riemerge nelle famiglie con papà e mamma e figli che continuano ad abitare le case, ad attraversare le piazze e a battezzare i bambini. Riemerge tra le onde della nostra società, nelle esperienze di accoglienza e di misericordia che illuminano il volto delle comunità cristiane. Siamo pervasi da una grande nostalgia di famiglia: gli anni e i giorni ci sono dati per farci toccare con le nostre mani e vedere con i nostri occhi la bellezza dell'amore.
Ne ha voluto fare esperienza lo stesso Figlio di Dio, nato da donna e cresciuto come figlio di Giuseppe. Che cos'ha di straordinario la famiglia di Nazaret? Che cos’ha di straordinario una famiglia cristiana? Gesù presente nella quotidianità dei giorni! Moglie, marito e figli non sono soli: Cristo abita la casa, riconosciuto e accolto anche nell’esperienza del limite. C’è da augurare alle famiglie di vivere di questo Amore, ricevuto nel giorno del matrimonio e continuamente domandato come grazia che riaccade.
Nei giorni di insufficienza e di fatica, si chiede perdono a Dio e si ricomincia con il suo aiuto. Stare di fronte alle circostanze affidandosi a Cristo, fa insorgere la letizia dal profondo del cuore. Niente diventa obiezione all'unione sacramentale, nemmeno i peccati, poiché l'Amore vive per sempre! Chi divorzia perde tantissimo, anzi, perde tutto. In casi estremi il divorzio o almeno la separazione sembrano essere l'unica soluzione, ma i miracoli accadono anche nelle famiglie.
La famiglia è l'esperienza più straordinaria di un amore non più basato sul sentimentalismo, ma su un Amore più grande, che è quello della Trinità. La Sacra Famiglia ha di speciale che è la prima famiglia cristiana, quella che incessantemente si costituisce ad immagine della Trinità.
Il Natale contribuisce a rendere più evidente la bellezza della famiglia. Venendo a nascere in una famiglia, il Figlio Gesù ha tradotto in termini umani l'abisso dell'amore infinito di Dio Padre e dello Spirito Santo. E' un raggio che torna a illuminare, una corrente che continua a scorrere nei campi riarsi delle nostre contrade. Lungo il percorso della storia, l'umanità è risorta mille volte dalla tragedia della disperazione e del nulla, per una potenza di grazia. La famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe apre un percorso di compagnia e di redenzione per ogni bimbo e per ogni padre e madre, per ogni uomo e ogni donna, bisognosi di respirare l'aria bella e pulita dell’amore ricevuto e donato.
Nessun commento:
Posta un commento