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sabato 25 marzo 2017

Avvenire a Renzi Si faccia una domanda si dia una risposta



   
   
di Andrea Zambrano                        25-03-2017
      

Esame di giornalismo: il candidato faccia un esempio di intervista in ginocchio.
Il malcapitato praticante potrebbe prendere a modello buona parte della stampa italiana, ma per una migliore e più aggiornata comprensione del fenomeno, il suggerimento arriva dalle colonne di Avvenire, il quotidiano dei Vescovi.
Intervista a Renzi. E fin qui, vabbè. D’altra parte è pur sempre premier occulto e segretario a metà di un partito al governo, anche se scisso.
L’intervistatore, cuor di leone, premette subito che, per assecondare la richiesta del fu rottamatore non verranno poste sul piatto domande sulla vicenda del padre e del suo braccio destro Lotti, entrambi indagati per l’affaire Consip né sulla legge in discussione sul fine vita. Della serie: non leggete l’intervista se siete a caccia di notizie.
“Ma sono tanti altri i temi che incalzano”, dice l’intervistatore. E come no? Tolto quelli più ghiotti, cioè quelli che più dovrebbero mettere in difficoltà l’intervistato, di temi ce ne sono a josa. Ad esempio se c’è vita su Marte.
Le domande sono quelle che passa il convento dell’agenda politica: l’anniversario dei Trattati di Roma, L’Unione europea a due velocità, la legge di stabilità, quei cattivoni di populisti della Lega. Tutto scorre senza sussulti con risposte classificabili sotto la voce: esattamente quello che ci aspetteremmo di sentire da Renzi. Ma l’attenzione viene catturata dalle domande su temi caldi anche per l’agenda del quotidiano dei vescovi, quelle cioè su famiglia, scuola e giovani, che costituiscono in un certo senso il core business di Avvenire visto il target di lettori.
E qui le risposte brillano per la faccia di bronzo dell’ex premier a cui si unisce una resa totale dell’intervistatore che a cercare di mettere in contraddizione Renzi non ci pensa proprio.
Eccole, con una breve chiosa.
DENATALITA’: “Non facciamo più figli e il problema non si risolve solo con misure puntuali - giuste e necessarie - ma con una rivoluzione nel modo di guardare al futuro e di concepire il dono della maternità nel rapporto con il mondo del lavoro e la conciliazione dei tempi". Sentire Renzi di dono della maternità, dopo aver strizzato l’occhio col suo governo a pratiche come l’utero in affitto è quanto meno ossimorico. E' come se Cannavacciuolo andasse avanti a forza di Quattro salti in padella.
Ma è vietato dirlo, così come sarebbe stato interessante chiedere a Renzi perché l’unico piano del governo in tema di denatalità, il cosiddetto Fertility Day, è stato bocciato dall’allora premier con la nota vicenda Lorenzin. Senza figli la popolazione italiana, che attualmente ha un tasso di sostituzione dell’1,3%, morirà. Viene da chiedersi dove era Renzi quando questi temi erano sollevati dai soliti uccelli del malaugurio. Risposta: era a Palazzo Chigi.
FAMIGLIA: “È un cambio di paradigma culturale quello che ci manca, oltre alle necessarie modifiche fiscali che le famiglie numerose (e non solo loro) ci chiedono, giustamente, da tempo”. Appunto; che cosa ha fatto il governo Renzi per sostenere le famiglie? Ha fatto la legge Cirinnà, che è dopo la legge sul divorzio, è la seconda grande svolta disastrosa sul concetto di famiglia. E poco importa che Renzi nell’intervista si dica favorevole alla proposta del Dem Stefano Lepri che ha presentato un ddl per il quoziente famigliare polemizzando con la Cirinnà su plurale di famiglie e famiglia. Per Renzi non sono temi all’ordine del giorno di questa legislatura. “Se ne parlerà con la prossima”, dice. Che è un po’ la risposta degli ateniesi a San Paolo: su questo ti ascolteremo un’altra volta…
SCUOLA: L’unico vago riferimento al mondo della scuola è quando, con giussaniana improntitudine, per lui abituato ad altre latitudini culturali, inserisce nel discorso una spruzzata di “rischio educativo”. Senza neanche peraltro inquadrarlo né motivarlo. A fronte di questa citazione “civetta” Renzi però verrà ricordato per la Riforma della Buona scuola, che è lo statalismo fatto a persona ed è una legge dove si parla più delle rivendicazioni sindacali degli insegnanti che della libertà educativa dei genitori. Il caso gender tra i banchi, ambiguo e quasi sdoganato, sta a dimostrarlo. Ma il quotidiano della Cei si accontenta di una citazione che, data l'enormità della posta in gioco, è un po' riduttivo come programma politico.
IMMIGRAZIONE: Per Renzi è un tema importante, ma secondario, dato che la vera urgenza è quella del lavoro. Eppure sotto il suo governo si è toccato il picco storico di sbarchi sul suolo italiano di migranti economici spacciati da rifugiati: 192mila. Abbiamo fatto, e stiamo facendo, il taxi del mare per migliaia di disperati illusi dai trafficanti di uomini. Però questo non è un tema importante per Renzi. E si vede neanche per Avvenire, visto il totem dell'accoglienza ormai imperante...
GIOVANI: Anche qui, stesso discorso: la questione giovanile è importante, ma non quanto il lavoro. Sarà per questo che il Governo Renzi non ha mai spiaccicato parola contro la legalizzazione delle droghe leggere che sta procedendo spedita in Parlamento?
Il candidato all’esame, una volta letta l’intervista potrebbe anche considerare che per servizi di questo tipo, possono andare bene anche i modelli di intervista alla Marzullo: si faccia una domanda, si dia la risposta.

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