L'amore del Signore, il suo zelo per ogni aspetto della nostra vita, lo conduce a ingaggiare quotidianamente una lotta feroce con il demonio che vuole la nostra infelicità. E' Lui l'uomo più forte dell'uomo forte, a cui strappa l'armatura nella quale confida. Preda degli inganni del demonio siamo pieni di armature nelle quali riponiamo le nostre certezze, amuleti ai quali chiediamo di distruggere la nostra paura di morire e di restare soli. Menzogne, come la stima comprata a caro prezzo, il prestigio frutto di amari compromessi, l'affetto per il quale abbiamo dismesso perfino la nostra identità di padri e madri, mariti e mogli, forse anche di pastori... Gesù sa che tutto ciò ci rende più deboli e vulnerabili. Il Signore, che ci ama e sa in quali trappole cadiamo, ci strappa di dosso le tante armature. A volte a forza, e che sofferenza, è come se ci strappassero via la pelle, tanto si è incollata a noi l'ipocrisia, E' la Croce, che non è solo l'apparenza di dolore, la buccia amara di qualcosa che ci va storto, di aver perso un'occasione o un affetto, di un amico che ci ha tradito, della salute che se n'è andata, dell figlio che si è rivolto contro di noi. No, dietro a tutto questo vi è il puro, autentico e serissimo amore di Dio. Se guardiamo bene, ci accorgeremo che in quello che proprio ora stiamo vivendo vi è Lui, geloso della nostra felicità, Lui che ci ha appena strappato di dosso una menzogna.... Il dito di Dio - il suo Figlio diletto che cerca Adamo per ricrearlo e ricondurlo al Paradiso perduto - che ci ha raggiunti e liberati. Per fare della nostra "casa" un frammento di Paradiso. "Spazzata" e "adorna" dove vivere in intimità con Lui. E ciò implica un combattimento per difendere la sua presenza in noi. Per non contristare lo Spirito Santo e noj lasciare la casa disadorna, senza difese.
Ora si comprendono le parole della preghiera insegnata da Gesù: "non ci indurre in tentazione": non lasciare che, nella prova, io riapra le porte al maligno. Che è un'altra forma di dire: non permettere che indurisca il cuore al punto che devi spingermi nel fuoco della tentazione per destarmi e implorare aiuto. Insegnami ad innamorandomi di te ogni giorno di più, aprendo gli occhi sul tesoro che è il tuo amore in me, Tu in me, e che faccia di tutto pur di difendere la tua intimità. Aiutami ad essere fedele e costante nella preghiera, ad accostarmi ai sacramenti, ruminando la Parola giorno e notte, porgendo l'orecchio e il cuore alla predicazione, digiunando e facendo elemosine; solo così potremo disporre tutto intorno e all'interno della casa i "sensori" dell'allarme capace di destarci e mettere in fuga i "sette demoni" più forti di quello che il Signore ha scacciato dalla nostra vita. Attenzione, non possiamo sederci, ci corromperemmo. il peggio che possa capitare. Il nostro cuore non è mai vuoto: o c'è Cristo o il demonio, o Dio o mammona... Lo abbiamo sperimentato quando non siamo stati perseveranti; quando ci siamo lasciati cullare dai miracoli e, stoltamente, ci siamo creduti ormai all'altezza della situazione. Abbiamo abbassato la guardia, tralasciando la preghiera, i sacramenti e l'ascolto della Parola di Dio, e non abbiamo più forze. Ed ecco che il demonio si è fatto di nuovo sotto, camuffato in un evento di dolore, o travestito dalla persona più cara che si è messa a farci la guerra. Vuole tornare nella casa dalla quale è stato cacciato, non sopporta di aver perduto un'anima. Quella di un cristiano poi, alla quale è legata la salvezza di tante persone... Per questo, il cristiano non si installa mai, non fa dell'amore di Cristo un valore borghese. Un cristiano sa che lo aspetta ogni giorno una battaglia più dura, sino all'ultima, all'agonia, la più feroce. Ma sa anche che il combattimento è proprio il luogo dell'intimità più prossima a Cristo, dove è Lui a vivere nella propria carne, e lottare con il demonio. Ad ogni guerra è garantito un riposo nel cuore di Gesù, anticipo di quello eterno che ci attende nella "casa" del Padre, dove non vi saranno più demoni ad insidiarci la felicità.
La libertà è autentica solo quando incontra la verità: "la verità vi farà liberi" (Gv. 8). Quando non si riconosce e accoglie la verità si finisce con il manipolarla e pervertirla. Allora ciò che si crede essere libertà si trasforma nella più dura schiavitù, "condizione finale peggiore della prima". Nel brano odierno Gesù, dopo aver scacciato un demonio muto (episodio inspiegabilmente tagliato nella versione liturgica), annuncia la Verità: quel segno indica che il Regno di Dio è arrivato, è lì davanti agli occhi. E' l'avvenimento che pone tutti di fronte alla verità offrendo l'autentica libertà.
Identificandosi con il più forte Gesù annuncia che il Regno di Dio è giunto con Lui: è stolto pensare che satana scacci se stesso, il suo regno non si reggerebbe. Satana al contrario è forte e ben armato per custodire il suo palazzo e i suoi beni. Il demonio esiste! Siccome nessuno è più forte di lui, nessun filosofo o politico, allora proprio questi falsi maestri stabiliscono che il demonio non esiste, decretandone così il trionfo mondano. Solo uno più forte di Lui può combatterlo e vincerlo: è il segno che Gesù ha realizzato scacciando il demonio muto, profezia di quanto si sarebbe compiuto nel suo Mistero Pasquale. Gesù entrerà nel Palazzo di Caifa; davanti al Sinedrio annuncerà la Verità e per essa sarà condannato; saranno strappate le vesti del Sommo Sacerdote, l'armatura di menzogna nella quale confidava; uscirà dal Palazzo caricato della Croce, sulla quale saranno inchiodati i nostri peccati, spartite le spoglie (secondo l'originale greco del testo odierno) del nostro uomo vecchio. Così il dito di Dio - il suo Figlio diletto che cerca Adamo per ricrearlo e ricondurlo al Paradiso perduto - scaccerà satana: strapperà i beni che aveva rubato a Dio per riportarli a casa, ciascuno di noi liberato dalla schiavitù dell'inganno, tornato ad essere bene di Dio: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (Gv. 8, 24-26) .
Così Gesù smaschera l'opera più subdola del demonio: creare divisione per occultare se stesso e la sua opera. E' ciò che appare in quanti mettono alla prova Gesù: asserendo che Egli sia Beelzebùl, si rendono complici di satana e la Verità è trasformata in menzogna. Diventano suoi nemici, o con Lui o contro di Lui. Pur di non accettare l'evidenza e accogliere Gesù, disperdono quanto da Lui operato. Così facendo lasciano incustodita la casa appena spazzata e adorna; essendo contro Gesù si alleano con lo spirito immondo favorendone il ritorno per riprendere possesso della casa dalla quale era stato scacciato. Il Regno era lì, guadagnava terreno e strappava dal potere di satana i piccoli, i poveri, gli ultimi, ma i sapienti secondo la carne, ormai figli del demonio, non potevano accoglierlo. Come il Popolo nel deserto ha tentato il Signore pur avendo visto le sue opere (Sal. 94), anche noi spesso induriamo il cuore e lo mettiamo alla prova pur avendo visto il suo amore nella storia. Eravamo muti, incapaci di parlare la lingua di Dio, e Lui ha sciolto la nostra lingua: ecco il matrimonio, i figli, il perdono offerto e ricevuto tante volte, e mille altri segni. Eppure, di fronte a Gesù che viene oggi nelle persone e negli eventi, i segni non ci bastano. Il veleno satanico si insinua e ci induce a pensare male di Dio, e non ci rendiamo conto che, complici del demonio, gli apriamo le porte della nostra vita. E ogni volta stiamo peggio, più nemici di Cristo, più lontani dall'amore a cui aneliamo.
Ora si comprendono le parole della preghiera insegnata da Gesù: non ci indurre in tentazione. Non lasciare che, nella prova, io riapra le porte al maligno. Gesù oggi ci chiama ancora una volta ad essere dei suoi, dalla sua parte; ad abbandonarci a Lui, il più forte, capace di respingere tutti i conati malvagi e le risacche suadenti del demonio. Dio è stato fedele sino ad oggi, e lo sarà anche in quello che mi sta accadendo e che mi è così difficile accettare. E' proprio Lui che viene a noi negli eventi di sofferenza che non comprendiamo, nelle persone che incontriamo. Lui sa che facilmente cadiamo preda degli inganni del demonio e così spalanchiamo le porte al suo ritorno; sa che, nonostante tante esperienze, siamo pieni di "armature" nelle quali riponiamo le nostre certezze, amuleti ai quali chiediamo di distruggere la nostra paura di morire e di restare soli. Menzogne, come la stima comprata a caro prezzo, il prestigio frutto di amari compromessi, l'affetto per il quale abbiamo dismesso perfino la nostra identità di padri e madri, mariti e mogli, forse anche di pastori... Gesù sa che tutto ciò ci rende più deboli e vulnerabili. Non siamo stati perseveranti, ci siamo cullati nei miracoli e, stoltamente, ci siamo creduti ormai all'altezza della situazione. Abbiamo abbassato la guardia, tralasciando la preghiera, i sacramenti e l'ascolto della Parola di Dio, e non abbiamo più forze. Ed ecco che il demonio si fa di nuovo sotto, camuffato in un evento di dolore, o travestito dalla persona più cara che si è messa a farci la guerra.
Per questo il Signore, che ci ama, viene anche oggi a strapparci di dosso queste armature. A volte a forza, e che sofferenza, è come se ci strappassero via la pelle, tanto si è incollata a noi l'ipocrisia, E' la Croce, che non è solo l'apparenza di dolore, la buccia amara di qualcosa che ci va storto, di aver perso un'occasione o un affetto, di un amico che ci ha tradito, della salute se n'è andata, del figlio che si è rivolto contro di noi. No, dietro a tutto questo vi è il puro, autentico e serissimo amore di Dio. Se guardiamo bene, ci accorgeremo che in quello che proprio ora stiamo vivendo vi è Lui che, geloso della nostra vera felicita', ci ha appena strappato di dosso una menzogna....
Identificandosi con il più forte Gesù annuncia che il Regno di Dio è giunto con Lui: è stolto pensare che satana scacci se stesso, il suo regno non si reggerebbe. Satana al contrario è forte e ben armato per custodire il suo palazzo e i suoi beni. Il demonio esiste! Siccome nessuno è più forte di lui, nessun filosofo o politico, allora proprio questi falsi maestri stabiliscono che il demonio non esiste, decretandone così il trionfo mondano. Solo uno più forte di Lui può combatterlo e vincerlo: è il segno che Gesù ha realizzato scacciando il demonio muto, profezia di quanto si sarebbe compiuto nel suo Mistero Pasquale. Gesù entrerà nel Palazzo di Caifa; davanti al Sinedrio annuncerà la Verità e per essa sarà condannato; saranno strappate le vesti del Sommo Sacerdote, l'armatura di menzogna nella quale confidava; uscirà dal Palazzo caricato della Croce, sulla quale saranno inchiodati i nostri peccati, spartite le spoglie (secondo l'originale greco del testo odierno) del nostro uomo vecchio. Così il dito di Dio - il suo Figlio diletto che cerca Adamo per ricrearlo e ricondurlo al Paradiso perduto - scaccerà satana: strapperà i beni che aveva rubato a Dio per riportarli a casa, ciascuno di noi liberato dalla schiavitù dell'inganno, tornato ad essere bene di Dio: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (Gv. 8, 24-26) .
Così Gesù smaschera l'opera più subdola del demonio: creare divisione per occultare se stesso e la sua opera. E' ciò che appare in quanti mettono alla prova Gesù: asserendo che Egli sia Beelzebùl, si rendono complici di satana e la Verità è trasformata in menzogna. Diventano suoi nemici, o con Lui o contro di Lui. Pur di non accettare l'evidenza e accogliere Gesù, disperdono quanto da Lui operato. Così facendo lasciano incustodita la casa appena spazzata e adorna; essendo contro Gesù si alleano con lo spirito immondo favorendone il ritorno per riprendere possesso della casa dalla quale era stato scacciato. Il Regno era lì, guadagnava terreno e strappava dal potere di satana i piccoli, i poveri, gli ultimi, ma i sapienti secondo la carne, ormai figli del demonio, non potevano accoglierlo. Come il Popolo nel deserto ha tentato il Signore pur avendo visto le sue opere (Sal. 94), anche noi spesso induriamo il cuore e lo mettiamo alla prova pur avendo visto il suo amore nella storia. Eravamo muti, incapaci di parlare la lingua di Dio, e Lui ha sciolto la nostra lingua: ecco il matrimonio, i figli, il perdono offerto e ricevuto tante volte, e mille altri segni. Eppure, di fronte a Gesù che viene oggi nelle persone e negli eventi, i segni non ci bastano. Il veleno satanico si insinua e ci induce a pensare male di Dio, e non ci rendiamo conto che, complici del demonio, gli apriamo le porte della nostra vita. E ogni volta stiamo peggio, più nemici di Cristo, più lontani dall'amore a cui aneliamo.
Ora si comprendono le parole della preghiera insegnata da Gesù: non ci indurre in tentazione. Non lasciare che, nella prova, io riapra le porte al maligno. Gesù oggi ci chiama ancora una volta ad essere dei suoi, dalla sua parte; ad abbandonarci a Lui, il più forte, capace di respingere tutti i conati malvagi e le risacche suadenti del demonio. Dio è stato fedele sino ad oggi, e lo sarà anche in quello che mi sta accadendo e che mi è così difficile accettare. E' proprio Lui che viene a noi negli eventi di sofferenza che non comprendiamo, nelle persone che incontriamo. Lui sa che facilmente cadiamo preda degli inganni del demonio e così spalanchiamo le porte al suo ritorno; sa che, nonostante tante esperienze, siamo pieni di "armature" nelle quali riponiamo le nostre certezze, amuleti ai quali chiediamo di distruggere la nostra paura di morire e di restare soli. Menzogne, come la stima comprata a caro prezzo, il prestigio frutto di amari compromessi, l'affetto per il quale abbiamo dismesso perfino la nostra identità di padri e madri, mariti e mogli, forse anche di pastori... Gesù sa che tutto ciò ci rende più deboli e vulnerabili. Non siamo stati perseveranti, ci siamo cullati nei miracoli e, stoltamente, ci siamo creduti ormai all'altezza della situazione. Abbiamo abbassato la guardia, tralasciando la preghiera, i sacramenti e l'ascolto della Parola di Dio, e non abbiamo più forze. Ed ecco che il demonio si fa di nuovo sotto, camuffato in un evento di dolore, o travestito dalla persona più cara che si è messa a farci la guerra.
Per questo il Signore, che ci ama, viene anche oggi a strapparci di dosso queste armature. A volte a forza, e che sofferenza, è come se ci strappassero via la pelle, tanto si è incollata a noi l'ipocrisia, E' la Croce, che non è solo l'apparenza di dolore, la buccia amara di qualcosa che ci va storto, di aver perso un'occasione o un affetto, di un amico che ci ha tradito, della salute se n'è andata, del figlio che si è rivolto contro di noi. No, dietro a tutto questo vi è il puro, autentico e serissimo amore di Dio. Se guardiamo bene, ci accorgeremo che in quello che proprio ora stiamo vivendo vi è Lui che, geloso della nostra vera felicita', ci ha appena strappato di dosso una menzogna....
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