Il presepe resta la nostra carta d'identità. Ad essa siamo figli. Possiamo rinnegarla solo perché implicitamente riconosciamo che è lei ad averci formata.

Mettere in discussione la dimensione pubblica della fede, che si sostanzia nella esposizione del presepe così come c'ha insegnato san Francesco - guarda un po', il santo che ispira il pontefice regnante, perché i cerchi si chiudono sempre per chi usa la ragione - significa involvere la nostra civiltà, rinnegare le sue conquiste.
Chi non è credente deve sentirsi rassicurato da questa storia e non minacciato. E chi è credente non deve cedere al dogma di abbassare il livello medio della nostra civiltà allo scopo di "integrare" in nome della tolleranza laicista.
Chi lo fa è un sradicato, non un emancipato.
E uno sradicato, di fatto, è solo un ignorante fiero di esserlo e quindi obtorto collo avulso a qualsiasi processo di emancipazione. Un umanoide posseduto dal vuoto di senso.
Un barbaro (ancorché da salotto).
Gennaro Rossi
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