«L’intercomunione non è permessa tra cattolici e non cattolici. É necessario confessare la fede cattolica. Un non cattolico non può ricevere la comunione. Questo è molto, molto chiaro. Non è questione di seguire la propria coscienza». Sono parole del cardinale Robert Sarah, prefetto del dicastero vaticano del Culto divino, al portale web Aleteia, interpellato rispetto ad una spinosa questione sollevata dopo la visita di papa Francesco alla chiesa luterana di Roma. All’inizio di novembre papa Bergoglio si è recato in visita nella Christuskirche luterana di Roma e ha parlato a braccio, rispondendo anche ad alcune domande che gli sono state rivolte dai presenti. Tra queste, quella della signora Anke de Bernardinis, di fede luterana, sposata con un italiano cattolico romano.
«Ci duole assai», disse la signora de Bernardinis al Papa, «l’essere divisi nella fede e non poter partecipare insieme alla Cena del Signore. Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la comunione su questo punto?». Seguì una lunga e audace risposta del Pontefice che sollevò qualche perplessità. In alcuni punti del lungo intervento papa Francesco sembrava ammettere la possibilità per i due coniugi di partecipare alla stessa eucaristia, in altri, invece, sembra dire no (ricordiamo che la Chiesa cattolica non ammette l’intercomunione con i protestanti, cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n°1400).
Specialmente il finale del discorso del Papa risultava poco chiaro. «…mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le
interpretazioni…”. La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più».
Le parole del cardinale Sarah al portale Aleteia possono aiutarci a meglio comprendere. A proposito del caso in questione, ha ricordato che «il giorno del loro matrimonio, il prete ha dato la comunione al marito cattolico e non alla moglie luterana o anglicana. È la stessa cosa se vanno alla Messa insieme, perché non c’è intercomunione tra anglicani e cattolici, e tra protestanti e cattolici». Il motivo di questa realtà risiede nel fatto che le comunità ecclesiali sorte dalla Riforma non hanno propriamente l’Eucaristia, c’è solo pane. «Il pane non è consacrato», dice Sarah, «perché il sacerdote, non è sacerdote».
Aprire le porte alla intercomunione significherebbe «aprire le porte alla profanazione», ha infine sottolineato il porporato africano. «Non è che devo parlare con il Signore per sapere se devo andare alla Comunione. No devo sapere se sono in accordo con la regola della Chiesa. (…). La mia coscienza deve essere illuminata dalla regola della Chiesa, che dice che per comunicarmi devo essere in stato di grazia, senza peccato, e avere la fede della Chiesa Cattolica… Non è un desiderio personale, o un dialogo personale con Gesù che determina se posso ricevere la comunione nella Chiesa Cattolica».
«Ci duole assai», disse la signora de Bernardinis al Papa, «l’essere divisi nella fede e non poter partecipare insieme alla Cena del Signore. Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la comunione su questo punto?». Seguì una lunga e audace risposta del Pontefice che sollevò qualche perplessità. In alcuni punti del lungo intervento papa Francesco sembrava ammettere la possibilità per i due coniugi di partecipare alla stessa eucaristia, in altri, invece, sembra dire no (ricordiamo che la Chiesa cattolica non ammette l’intercomunione con i protestanti, cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n°1400).
Specialmente il finale del discorso del Papa risultava poco chiaro. «…mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le
interpretazioni…”. La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: “Una fede, un battesimo, un Signore”, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più».
Le parole del cardinale Sarah al portale Aleteia possono aiutarci a meglio comprendere. A proposito del caso in questione, ha ricordato che «il giorno del loro matrimonio, il prete ha dato la comunione al marito cattolico e non alla moglie luterana o anglicana. È la stessa cosa se vanno alla Messa insieme, perché non c’è intercomunione tra anglicani e cattolici, e tra protestanti e cattolici». Il motivo di questa realtà risiede nel fatto che le comunità ecclesiali sorte dalla Riforma non hanno propriamente l’Eucaristia, c’è solo pane. «Il pane non è consacrato», dice Sarah, «perché il sacerdote, non è sacerdote».
Aprire le porte alla intercomunione significherebbe «aprire le porte alla profanazione», ha infine sottolineato il porporato africano. «Non è che devo parlare con il Signore per sapere se devo andare alla Comunione. No devo sapere se sono in accordo con la regola della Chiesa. (…). La mia coscienza deve essere illuminata dalla regola della Chiesa, che dice che per comunicarmi devo essere in stato di grazia, senza peccato, e avere la fede della Chiesa Cattolica… Non è un desiderio personale, o un dialogo personale con Gesù che determina se posso ricevere la comunione nella Chiesa Cattolica».
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