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martedì 22 dicembre 2015

Fratelli Musulmani da tutto il mondo, riuniti in Lombardia

di Valentina Colombo                                  22-12-2015
Musulmani in moscheaIl 19 e il 20 dicembre l’hotel Barone dei Sassj di Sesto San Giovanni ha ospitato il convegno internazionale “Il ruolo del waqf nella costruzione di società e organizzazione di volontariato in Europa” tra i cui sponsor figurano il Centro Islamico di Sesto San Giovanni, l’Islamic Research and Training Institute di Jedda in Arabia Saudita – membro dell’Islamic Development Bank - il Segretariato generale degli awqaf dello Stato del Kuwait.
Innanzitutto occorre chiarire la parola waqf che indica un bene in manomorta, in altre parole una fondazione pia islamica il cui fine, oltre a manifestare la pietas del singolo, è di garantire la conservazione del bene e la sua inalienabilità̀. Il waqf una concessione gratuita di usufrutto, con l’intenzione di far opera grata a Dio con la peculiarità̀ che si rinuncia solo al godimento della cosa salva restando la proprietà̀ di cui rimane investito il costituente, secondo alcune scuole giuridiche, o Allah, secondo altre. Ebbene anche in Italia esiste un waqf poiché, come si legge sul sito personale dell’imam Ali Abu Shwaima, “lo sviluppo della presenza islamica in Italia con la conseguente creazione di luoghi di culto in enti immobiliari presi in affitto e l'esigenza di sottrarre detti luoghi di culto ai condizionamenti dei contratti di locazione nelle diverse località di
maggiore concentrazione islamica fa nascere l'idea della costituzione di un Wàqf dei beni immobili islamici in Italia” e, prosegue il testo, “di questa idea Ali Abu Shwaima è uno dei responsabili musulmani in Italia che se ne fa propugnatore, fino alla sua realizzazione con la costituzione nell'anno 1989 dell'Ente di Gestione dei beni immobili islamici in Italia (al-Waqf al-Islami fi Italia), di cui Ali Abu Shwaima è il primo presidente.” Tra l’altro Ali Abu Shwaima è ancora oggi membro del comitato dei garanti di Europe Trust ovvero il waqf europeo che, come ha ribadito The Times lo scorso luglio, è gestito da persone con un legame ideologico ai Fratelli musulmani. Nonostante Europe Trust abbia negato e neghi ancora tale affiliazione, è evidente che molti membri passati e presenti del direttivo sono riconducibili a quell’area ideologica.
Non dovrebbe quindi stupire che nei giorni scorsi a Sesto San Giovanni abbiano partecipato al suddetto convegno personaggi di punta della Fratellanza mondiale. Il personaggio più importante è senza dubbio Ali Qaradaghi, segretario generale dell’International Union of Muslim Scholars (IUMS) e vice-presidente del European Council for Fatwa and Research (ECFR) presieduti entrambi da Yusuf Qaradawi. L’importanza dell’evento lombardo è confermata dalla sua presenza, direttamente dal Qatar dove risiede, ma anche dal risalto che viene dato allo stesso sul sito della IUMS che annuncia la cerimonia d’apertura con la partecipazione del Segretario generale e pubblica l’intero intervento di Qaradaghi sul concetto di waqf e in cui illustra 34 diverse tipologie e finalità del waqf, alcune delle quali meritano di essere enunciate. Il waqf più importante è quello che riguarda la gestione dei tre luoghi santi dell’islam alla Mecca, Medina e Gerusalemme, seguono scuole, università, centri per la memorizzazione del Corano. Al terzo posto si situa ogni waqf la cui rendita viene convogliata “nel jihad sulla via di Allah, nella protezione dei confini e quindi questi beni contribuiscono a coprire molte incombenze per la difesa della umma e della sua religione”.
Seguono finanziamenti di ospedali, per i poveri, i predicatori, i docenti, gli studenti, per lo studio del Corano e della tradizione islamica, per la predicazione e diffusione dell’islam, per gli anziani, per costruire ponti e strade sino all’ultimo punto in cui si afferma che “il waqf delle terre conquistate all’epoca di Omar è il waqf per la nazione e per le generazioni a venire”. La conclusione è altrettanto eloquente: “la nostra civiltà islamica supera la civiltà contemporanea che si basa su organizzazioni della società civile e organizzazioni non governative. Si palesa quindi il segreto della forza e del progresso islamici…” Qaradaghi sottolinea altresì che una delle “principali conseguenze del waqf è che garantisce con i suoi proventi l’indipendenza della propaganda, dell’insegnamento e delle sue organizzazioni”. D’altronde uno degli sponsor dell’evento l’Islamic Development Bank, rappresentata a Sesto San Giovanni da Feddad Layachi, è da sempre molto vicina ed è stata spesso molto generosa con organizzazioni e fondazioni legate ideologicamente alla Fratellanza.
Sebbene Qaradaghi sia stato il “keynote speaker” dell’evento, che il 19 dicembre ha tenuto una conferenza anche al Centro islamico di Sesto San Giovanni, non era certo l’unico nome famoso. Erano presenti anche Abdelfattah Mourou, vice-presidente del partito tunisino legato alla Fratellanza Ennahdha, Ahmed Jaballah, anch’ egli tunisino, ex presidente dell’Union des Organisations Islamiques de France, membro dell’ECFR e oggi direttore dell’Institut Européen de Sciences Humaines a Parigi, Riadh Boustanji, controverso ex presidente dell’Associazione Italiana per il Nobile Corano che nel giugno 2012 ha dichiarato alla televisione di Hamas AlAqsaTV : «Ho portato mia figlia a Gaza affinché́ possa imparare dalle donne di Gaza come crescere i figli al jihad, alla ricerca del martirio e all’amore per la Palestina». Presente anche Abdelhafit Kheit, presidente della Comunità Islamica di Sicilia e membro del direttivo UCOII con la mansione di responsabile dei Centri afferenti all’Unione.
E’ strano che un evento con ospiti così importanti, giunti da ogni parte dell’Europa e del Medio Oriente non sia stato pubblicizzato né dall’UCOII né dalle associazioni locali. Non è comunque la prima volta che l’UCOII e le sue organizzazioni passano in silenzio la venuta di personaggi chiave della Fratellanza, come nel caso dell’ultimo campeggio al quale era stato invitato Ibrahim Munir, vice Guida Suprema della Fratellanza.
E’ interessante notare come a Sesto San Giovanni si sia tenuto un evento sotto l’egida di istituzioni saudite e kuwaitiane, mentre non era presente alcun rappresentante del Qatar che in passato aveva raccolto, attraverso Qatar Charity, fondi per la erigenda moschea di Sesto San Giovanni.
E’ preoccupante che, nel momento in cui David Cameron ha finalmente pubblicato un estratto di una inchiesta sui Fratelli musulmani nel Regno Unito in cui si afferma senza mezza termini che “l’affiliazione, l’associazione o l’influenza dei Fratelli musulmani devono essere considerate un indicatore di estremismo”, che “parti della Fratellanza hanno una relazione altamente ambigua con il terrorismo” e che si tratta di una organizzazione spesso “contraria ai nostri interessi nazionali e alla nostra sicurezza”, i Fratelli musulmani e i loro seguaci e simpatizzanti si muovano e si ritrovino nel nostro paese per un convegno o forse per elaborare nuovi progetti nel nostro paese. 

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