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martedì 8 gennaio 2019



Noi confessiamo che il Regno di Dio,
cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo,
"non è di questo mondo", "la cui figura passa";
e che la sua vera crescita
non può essere confusa con il progresso della civiltà,
della scienza e della tecnica umane,
ma consiste nel conoscere sempre più profondamente
le imperscrutabili ricchezze di Cristo,
nello sperare sempre più fortemente i beni eterni,
nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio,
e nel dispensare sempre più abbondantemente
la grazia e la santità tra gli uomini.
Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa
a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini.
L’intensa sollecitudine della Chiesa, sposa di Cristo,
per le necessità degli uomini,
per le loro gioie e le loro speranze,
i loro sforzi e i loro travagli,
non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio
di esser loro presente
per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in lui,
unico loro salvatore.
Tale sollecitudine non può mai significare
che la Chiesa conformi se stessa alle cose di questo mondo,
o che diminuisca l’ardore dell’attesa del suo Signore e del regno eterno.

Paolo VI, Professione di fede del popolo di Dio, 30 giugno 1968

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