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martedì 25 ottobre 2016

«Solo un sacerdozio "in persona Christi" può tornare ad attrarre l’élite della gioventù cattolica»



«...Dalla prospettiva di queste eccezioni si pone una domanda, ovvero se alla Chiesa sia permesso abbandonare una tradizione di indubitabile origine apostolica.

Una tale possibilità viene ciclicamente presa in considerazione. Alcuni sostengono che essa non possa essere avallata da qualsivoglia autorità della Chiesa, ma la possa decidere solo un Concilio. Altri sostengono che l’obbligo del celibato potrebbe essere allentato, o del tutto cancellato, se non per la Chiesa intera almeno per alcune sue parti.

Bisogna recuperare la consapevolezza del carattere vincolante della tradizione apostolica. Può essere di grande aiuto a tal proposito porsi la domanda se sia possibile, attraverso la decisione di un Concilio, abolire la festa della domenica, che è biblicamente assai meno fondata del celibato.

Per finire, mi sia permessa un’ulteriore riflessione guardando al futuro.

Se è storicamente accertato che ogni riforma della Chiesa che meriti questo nome nasce da una più approfondita conoscenza della fede, allora anche l’attuale contestazione del celibato sarà superata da una rinnovata e più profonda comprensione dell’essenza del sacerdozio.

Tanto più chiaramente sarà insegnato e compreso che il sacerdote non è una figura che esercita una funzione per incarico della comunità, ma che insegna, guida e santifica per la forza del sacramento dell’ordine "in persona Christi",  allora si capirà che deve anche assumere la forma di vita di Cristo. Un sacerdozio così compreso e vissuto tornerà a esercitare la sua forza attrattiva sull’élite della gioventù.

Del resto, il celibato, come la verginità per il Regno dei cieli, sarà sempre di scandalo a chi ha una visione della vita secolarizzata.  Gesù stesso lo ha detto: "Chi può capire, capisca"».

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