BENEDETTO XVI : ALCUNI CHIARIMENTI SULLE SUE SCARPE ED IL SUO ANELLO …
” il Pontefice calzerebbe lussuosissime scarpe Prada (quelle rosse per capirci) e ostenterebbe un preziosissimo anello d’oro al dito, segni inequivocabili di un sovrano che vive nel lusso più esagerato e ciò malgrado “nel mondo c’è gente che muore di fame”, ??
Le scarpe di Benedetto XVI (e prima di lui di papa Wojtyla) non sono di Prada ma di un calzolaio novarese, tal Adriano Stefanelli. Sono rosse non perché il rosso con il bianco della veste papale s’abbina ch’è una meraviglia ma perché quel colore simboleggia il sangue del martirio. Sono, inoltre, una componente essenziale del vestiario papale fin dai secoli medievali e da allora sono calzate da ogni pontefice.E non è tutto. Per averle il Vaticano non ha mai scucito un cent.
L’anello papale, che a parere degli anticlericali in servizio permanente effettivo varebbe decine di migliaia di euro e che, se venduto, “sfamerebbe centinaia di bambini africani ??
Si tratta di un anello d’oro della grandezza e dunque del valore commerciale di due fedi nuziali. Non è un monile da ostentare ma un timbro che assolve a una funzione secolare: quella di sigillare i documenti ufficiali redatti dal Santo Padre. Infine, alla morte del Pontefice, viene rotto con un martelletto d’argento, rifuso e riutilizzato dal Papa successivo.
Questa è la verità. Che nessuno mai dei tanti mangiapreti in circolazione riconoscerà. Perché sparare sulla Chiesa è facile come farlo sulla Croce Rossa. Perché la Chiesa, quando pure risponde, lo fa a parole, non va oltre. Perché la Chiesa non trascende, la Chiesa non querela, la Chiesa non denuncia. (Alberto Fraja)
Le scarpe di Benedetto XVI (e prima di lui di papa Wojtyla) non sono di Prada ma di un calzolaio novarese, tal Adriano Stefanelli. Sono rosse non perché il rosso con il bianco della veste papale s’abbina ch’è una meraviglia ma perché quel colore simboleggia il sangue del martirio. Sono, inoltre, una componente essenziale del vestiario papale fin dai secoli medievali e da allora sono calzate da ogni pontefice.E non è tutto. Per averle il Vaticano non ha mai scucito un cent.
L’anello papale, che a parere degli anticlericali in servizio permanente effettivo varebbe decine di migliaia di euro e che, se venduto, “sfamerebbe centinaia di bambini africani ??
Si tratta di un anello d’oro della grandezza e dunque del valore commerciale di due fedi nuziali. Non è un monile da ostentare ma un timbro che assolve a una funzione secolare: quella di sigillare i documenti ufficiali redatti dal Santo Padre. Infine, alla morte del Pontefice, viene rotto con un martelletto d’argento, rifuso e riutilizzato dal Papa successivo.
Questa è la verità. Che nessuno mai dei tanti mangiapreti in circolazione riconoscerà. Perché sparare sulla Chiesa è facile come farlo sulla Croce Rossa. Perché la Chiesa, quando pure risponde, lo fa a parole, non va oltre. Perché la Chiesa non trascende, la Chiesa non querela, la Chiesa non denuncia. (Alberto Fraja)
Miseramente aggiungo che la Chiesa ha sempre riconosciuto gli orrori e gli errori dei suoi uomini… ma sul modello di Cristo non accusa ,non grida il male ricevuto in seno al proprio cuore…Sarebbe come chiedere a Gesù in Croce… “perchè non ha gridato… perchè non ha smascherato chi lo aveva deturpato, chi lo aveva OLTRAGGIATO, chi lo stava UCCIDENDO!!” La Chiesa in quanto Corpo di Cristo per mandato di Gesù…è chiamata ad essere esempio di Misericordia…verso tutti i suoi figli…ministri o laici che siano, e con essa lo siamo chiamati anche noi, che di questo Corpo siamo membra!! Dio concede a noi cristiani la possibilità di essere misericordiosi, per attingere alla Sua Misericordia… Il tempo della Giustizia … tardi a venire, perchè la Giustizia appartiene solo a Dio!! Tremi la terra e quanto essa contiene!!!
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