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lunedì 26 febbraio 2018

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Meditazioni per il Tempo di Quaresima  Benedetto XVI

LA TRASFIGURAZIONE
Lc 9,28-36
Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con se Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!". Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
LA LUCE DELLA PREGHIERA
La liturgia ripropone questo celebre episodio proprio oggi, seconda domenica di Quaresima (cfr. Lc 9,28-36) Gesù voleva che i suoi discepoli, in particolare quelli che avrebbero avuto la responsabilità di guidare la Chiesa nascente, facessero un'esperienza diretta della gloria divina, per affrontare lo scandalo della croce. In effetti, quando verrà l'ora del tradimento e Gesù si ritirerà a pregare nel Getsemani, terrà vicini gli stessi Pietro, Giacomo e Giovanni, chiedendo loro di vegliare e pregare
con Lui (cfr. t 26,38).
Essi non ce la faranno ma la grazia di Cristo li sosterrà e li aiuterà a credere nella Risurrezione.
Mi preme sottolineare che la Trasfigurazione di Gesù è stata sostanzialmente un'esperienza di preghiera (cfr. Lc 9,28-29).
La preghiera, infatti, raggiunge il suo culmine, e perciò diventa fonte di luce interiore, quando lo spirito dell'uomo aderisce a quello di Dio e le loro volontà si fondono quasi a formare un tutt'uno. Quando Gesù salì sul monte, si immerse nella contemplazione del disegno d'amore del Padre, che l'aveva mandato nel mondo per salvare l'umanità. Accanto a Gesù apparvero Elia e Mosè, a significare che le Sacre Scritture erano concordi nell'annunciare il mistero della sua Pasqua, che cioè il Cristo doveva soffrire e morire per entrare nella sua gloria (cfr. Lc 24,26.46).
In quel momento Gesù vide profilarsi davanti a sé la Croce, l'estremo sacrificio necessario per liberare noi dal dominio del peccato e della morte. E nel suo cuore, ancora una volta, ripete il suo "Amen". Disse sì, eccomi, sia fatta, o Padre, la tua volontà d'amore.
E, come era accaduto dopo il Battesimo nel Giordano, vennero dal Cielo i segni del compiacimento di Dio Padre: la luce che trasfigurò il Cristo, e la voce che lo proclamò "il Figlio amato" (Mc 9,7).
Insieme con il digiuno e le opere della misericordia, la preghiera forma la struttura portante della nostra vita spirituale.

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